Fly Me to the Moon, un racconto dedicato a Frank Sinatra

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Di Stefano Delle Cave

Benvenuti nell’universo narrativo di StoryLine. In occasione dell’anniversario della morte di Frank Sinatra abbiamo dedicato a The voice la nostra puntata. Per farlo ci siamo ispirati ad una sua famosa canzone intitolata “Fly Me to the Moon” e ad alcune storie ad essa collegata.

Tito Stagno aveva appena detto “ha toccato” che in casa era scoppiata l’allegria ma per qualcuno era iniziata molto prima. Giacomo non resistito al ritmo di “Fly Me to the Moon” che proveniva dal modulo spaziale degli americani ed aveva iniziato un viaggio tutto suo. Poi quel grido lo aveva chiamato improvvisamente alla realtà facendogli notare come la festa fosse in casa e non più sulla sua mente. Corse ad abbracciare immediatamente il padre che aveva dato per scontato quell‘allunaggio in cui nessuno intorno a lui aveva creduto. “Non smettere mai di dire che è possibile se vuoi che una cosa si avveri”, gli aveva detto accarezzandolo.

Fly me to the moon, tra passato e presente

Fly Me to the Moon, fonte FranK Sinatra

50 anni dopo Giacomo era seduto al computer davanti allo schermo bianco. Di pensieri c’è ne erano molti ma le parole non venivano e le mani si fermavano sempre ad un passo dai tasti. Giacomo era agitato perchè a breve avrebbe avuto la consegna della prima parte del suo libro al suo editore e non aveva ancora idea chiare. Immagini veloci attraversavano il cervello e poi se ne andavano via mentre dentro di se avanzava la paura che fosse arrivato il blocco temuto da tutti gli scrittori. Giacomo decise di non pensarci e di andare ad ascoltare la radio. Curiosamente notò che la sua stazione preferita stava trasmetto il brano di Frank SinatraFly Me to the Moon”. Giacomo chiuse gli occhi e si ritrovò perso sul filo di ricordi di quand’era bambino.

50 anni e 2 giorni prima dell’allunaggio Giacomo era seduto in un banco di scuola con la testa completamente tra le nuvole. La sua maestra aveva assegnato alla classe un tema sul sogno più bello che avevano. Notò che i suoi compagni descrivevano lavori più o meno strampalati che avrebbero fatto quando sarebbero stati grandi. Giacomo fino alla settimana scorsa avrebbe scritto semplicemente del lavoro da postino del padre ma qualcosa in quegli ultimi giorni aveva cambiato la sua immaginazione. Non si faceva altro che parlare di una spericolata missione americana in cui tre eroici uomini sarebbero arrivati addirittura sulla luna. Giacomo avrebbe voluto anche essere lui uno di quei tre intrepidi e magare sfidare gli alieni ma aveva paura a palesarsi visto che le persone intorno a lui dicevano quanto questa missione lunare fosse impossibile

Voglio andare sulla Luna

Giacomo tornò al presente e si versò un bicchiere di whisky. Non era un gran bevitore ma in quell’istante pensò che un goccio lo avrebbe aiutato a ripulire il cervello dai pensieri. Dentro di se continuava ancora a canticchiare “Fly Me on the Moon” cercando di eseguire qualche buffo passo swing. Forse avrebbe dovuto ambientare il suo nuovo libro in una balera degli anni 50′ o forse anche lui aveva bisogno di sognare qualcosa di grande come come l’amore per il personaggio della canzone. Si arrovellò il cervello ma ancora niente allora chiuse un istante gli occhi cercando soluzione nei meandri più interni della sua fantasia.

Si ritrovò ancora bambino mentre finalmente aveva deciso di di scrivere il suo tema. Si lasciò andare con la sua immaginazione e fece in modo che il suo sogno prendesse ben corpo sul foglio. “Vorrei arrivare sulla luna e giocare tra le stelle con Neil Armstrong”, disse poco dopo davanti ai suoi compagni di classe leggendo Il suo tema.Armstrong non andrà di certo sulla luna Giacomo e solo una montatura hollywoodiana”, disse la maestra. Un ora più tardi Giacomo piangeva tra le mani di suo padre che gli ripeteva “Ci arriva perchè è il suo sogno. Se crediamo nei nostri obiettivi c’è la facciamo“. A 6 ore scarse dall’allunaggio Giacomo aveva ripreso a crederci per davvero tanto che aveva avuto il permesso dal padre di seguire la diretta fino alla fine

Epilogo

Anche oggi Giacomo si ritrovò pensare a quell’allunaggio risvegliandosi dal suo torpore. Si lasciò andare con la fantasia di quando era bambino e riprese a scrivere. Aveva deciso di creare qualcosa di sensazionale che segnasse un epoca come un allunaggio. Riprese a canticchiare “Fly Me to the Moon” cercando di scrivere a ritmo con i versi. “Fammi cantare per sempre” si soffermò a pensare prima di guardarsi attorno. Si rese conto in quell’istante del perchè aveva avuto quel blocco. L’allunaggio e il tema da bambino gli avevano capire quanto ne avesse avuto bisogno e quanto fosse importante non smettere mai di sognare.

Stefano Delle Cave