Francesca Pascale e Paola Turci: dopo il matrimonio arriva il desiderio di un figlio

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Di Rossella Di Gilio

Secondo l’indiscrezione del settimanale Oggi, Francesca Pascale e Paola Turci, dopo il matrimonio avrebbero il desiderio di “allargare la famiglia“.

Francesca Pascale e Paola Turci desiderano un figlio

Francesca Pascale Paola Turci
Matrimonio di Paola e Francesca

Si sono sposate il 2 luglio 2022 la nota cantautrice Paola Turci e Francesca Pascale (ex compagna di Silvio Berlusconi) e adesso sarebbe arrivato il desiderio di un figlio. “Francesca Pascale e Paola Turci vogliono allargare la famiglia” si legge sul settimanale Oggi. Le due donne, che già si prendono cura di 18 cagnolini, starebbero pensando all’ “affido o un’adozione“. Ma vivendo in Italia, al momento, la situazione non è delle più semplici. L’adozione o l’affido per coppie omosessuali è consentita soltanto in alcuni Paesi dell’Ue: Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Spagna, Svezia e Slovenia (l’ultima ad essersi inserita alla lista). Al di fuori dell’Unione Europea è concesso in Islanda, Liechtenstein, Svizzera e Regno Unito. Turci e Pascale non sono certamente l’unica coppia gay che nutre questo desiderio. Di recente Tiziano Ferro, trasferito negli USA, è finalmente papà di due meravigliosi bambini.

L’intervista alla ministra Eugenia Roccella

Il panorama politico attuale, purtroppo non lascia ben sperare. Proprio qualche settimana fa la ministra per la Famiglia, Natalità e Pari Opportunità Eugenia Roccella è stata categorica sul tema delle adozioni. «Dico no a stepchild adoption e adozioni da parte di coppie gay» ha dichiarato la ministra del nuovo Governo Meloni. Eugenia Roccella – “dichiaratamente di destra e cattolica” – ha rilasciato un’intervista al Foglio in cui ha chiarito la sua posizione su unioni civili, diritti Lgtb e sul tema della stepchild adoption (ossia la possibilità che il genitore non biologico adotti il figlio, naturale o adottivo, del partner). In nome del «superiore interesse del bambino» dice la ministra, «siamo contrari alla seconda parte della legge» la 76 del 2016, sulle unioni civili appunto.

La Roccella prosegue poi la sua spiegazione facendo appello, sebbene in maniera inesatta, anche alla psicologia e alla scienza. «Tutte le leggi e anche gli studi degli psicologi ritengono che la migliore condizione sia quella di una madre e un padre, noi dobbiamo cercare di dare il massimo nelle adozioni e si parte da quelle che offrono il meglio al bambino». Se non fosse che proprio l’APA (American Psychological Association) da lei citata, sostiene:

genitori gay e lesbiche hanno la stessa possibilità di fornire ai loro figli un ambiente sano e di supporto rispetto a genitori eterosessuali. Pertanto, non esiste (ndr) «alcuna evidenza scientifica» che avvalori la tesi sostenuta dalla Roccella.

Rossella Di Gilio

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