Domenica 11 settembre si è conclusa l’esperienza del Garofano Rosso Film Festival 2022 (#GRFF). Il festival del cinema ha portato a Forme di Massa D’Albe – un piccolo borgo in provincia dell’Aquila – film, ospiti, cultura e coperte calde.

In sette giorni il Garofano Rosso Film Festival ha proiettato 86 film e creato uno spazio di condivisione orizzontale di idee ed emozioni. Potremmo dire che è riuscito a portare tematiche marginali in un luogo periferico, che di marginale ha solo la geografia. L’obiettivo dichiarato del festival era quello di dimostrare che le tematiche come la diversità e inclusione sociale possono entrare in ogni spazio, anche quello in apparenza più difficile.

Con questo spirito, nella giornata dell’11 settembre, nell’ultimo giorno del festival del cinema di Forme, mi sono seduta su una sedia di legno, sul piccolo palco messo a disposizione nella piazza principale, per parlare di Brave e di femminismo nei nuovi media.

Che cos’è il Garofano Rosso Film Festival

Quando ho chiesto che cos’era il Garofano Rosso Film Festival la prima risposta che mi è arrivata è stata un festival del cinema caldo ma freddo. Non avevo capito. Poi ho finalmente percorso il red carpet di Forme e sono stata accolta da numerosi gatti e cani, dalla gigantografia di una donna anziana su uno sfondo arcobaleno e da una piazza che stava dialogando su diversi libri.

Non faceva ancora freddo, ma avevo iniziato a capire cosa volesse dire “caldo”. In quel piccolo borgo abruzzese c’era un calore umano particolare, visibile sì volti delle persone che ridevano e scherzavano se lo dia dei tavolini mentre parlavano di libri. 

Il Garofano Rosso Film Festival è un evento del tutto gratuito che mette a disposizione degli abitanti del borgo, e non solo, la possibilità di incontrare persone e riunirsi. L’esigenza del #GRFF è stata quella di ripensare gli ultimi anni per rompere il muro fatto di paura e incomunicabilità. “Ecco dunque l’esigenza non più di evadere, di evitare il confronto con la realtà, ma di aprire un qualche tipo di varco in questa recinzione senza ragione, della ragione”, si legge sul sito.

Il simbolo del garofano rosso

Qual è il significato del garofano? Il garofano è una pianta che cresce in tutto il mondo, per questo in ogni cultura tende ad avere un significato. Garofano in greco significa “fiore degli dei” o “atto dell’incoronazione” e non stupisce quindi che nel medioevo il garofano diventa il “fiore di Dio” o “atto di Dio”. Fin dal suo primo utilizzo il garofano richiama agli occhi, quelli strappati dalla dea Diana a un ragazzo di cui era innamorata perché non vedesse altre donne, alle lacrime versate durante il calvario di Gesù da sua madre. 

Il garofano rosso è il simbolo di un amore profondo e sofferto, un desiderio carnale che emerge dall’interno. Così per il Garofano Rosso Film Festival è stata scelta l’immagine di una mano che stringe il fiore. L’immagine richiama una foto storica di Tom Stoddart, quando il 9 novembre 1989 (giorno della caduta del muro) ha immortalato un soldato che attraverso una fessura del muro di Berlino offriva un garofano rosso. 

Cosa vuol dire parlare di femminismo ai margini?

Parlare di femminismo al Garofano Rosso Film Festival ha significato parlare di transfemminismo e intersezionalità. Ho pronunciato termini specifici del femminismo, ho usato parole come patriarcato, bipoc, persone con utero e privilegio. Spiegarli non è stato semplice, eppure l’interesse è stato evidente fin da subito.

Incuriositi mi hanno chiesto cosa volesse dire bipoc? Perché le quote rosa non le volevamo? Perché sembra che le donne non facciano abbastanza per il femminismo? E soprattutto come mai ho detto che il futuro non è affatto roseo. Non ho parlato esplicitamente di politica, ho preferito parlare di amore. In queste ore post dibattito tra Enrico Letta e Giorgia Meloni, il tema dell’amore è nuovamente sulla bocca di tutti. Consapevole del pubblico che avevo davanti ho deciso di spiegare il rispetto altrui, del corpo altrui, dell’identità altrui, dell’esistenza altrui attraverso l’amore.

Tornata in stanza la sera mi sono domandata cosa avrei potuto dire diversamente. Ho ragionato su quanto e cosa il pubblico avesse compreso. Mi sono resa conto che per me era importante aver raggiunto anche solo il cuore di una delle persone del pubblico. Perché è ai margini che si innalza l’onda, perché è dalla periferia che iniziano i cambiamenti.

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Articolo di Giorgia Bonamoneta.