Cultura

Giornata Mondiale della Poesia: 4 poesie per 4 opere d’arte

Giornata Mondiale della Poesia. Oggi 21 Marzo è la giornata mondiale della poesia, oltre ad essere il primo giorno di Primavera. Celebriamo questa ricorrenza, accostando la poesia, forma letteraria più pura, all’arte e al loro rapporto di odio e amore. Abbiamo scelto per voi quattro poesie e le abbiamo abbinate a quattro straordinarie opere d’arte.

Poesia e Arte Figurativa, due arti sorelle

La Poesia e la Pittura, F.Furini_photocredit:Mibact2017
La Poesia e la Pittura, F.Furini_photocredit:Mibact2017

La Poesia e l’Arte figurativa, due muse della stessa madre. Da sempre gli intellettuali hanno accostato queste due straordinarie forme d’arte che si ispirano reciprocamente fin dai tempi più antichi. Simonide, il poeta lirico greco antico le descrive così “La pittura è la poesia silenziosa, la poesia è pittura che parla“. Le due arti sorelle hanno quindi da sempre avuto un rapporto reciproco di unione. Una non esclude l’altra e anzi spessissimo si sono trovate a dover convivere insieme. Non è però sempre stato un rapporto di amore. In base all’epoca, alle tradizioni e ai differenti contesti artistici e letterari, questo connubio è variamente interpretato.

Nel Medioevo, la Chiesa favorisce l’avvicinamento tra scrittura e arte figurativa. Quest’ultima utilizzata per supportare la prima quando c’era necessità di spiegare qualcosa ad un pubblico analfabeta e quindi incapace di leggere. Nel Rinascimento però le cose cambiano. Durante questo periodo si accende tra gli intellettuali il dibattito sulla superiorità della pittura e/o della poesia. La pittura veniva elogiata per essere un’arte più immediata rispetto alla poesia che per farsi comprendere necessitava di spiegazioni e descrizioni. Dal ‘700 in poi, la contaminazione e l’accostamento delle due arti ritorna a non avere più nessun impedimento.

“La pittura è una poesia che si vede e non si sente, e la poesia è una pittura che si sente e non si vede”

Leonardo Da Vinci, Trattato della Pittura

Giornata Mondiale della Poesia: quattro poeti per quattro artisti

La poesia, è stata spessissimo oggetto di raffigurazione dei più disparati artisti. Le allegorie della poesia sono uno dei temi forse più diffusi dall’arte classica, al romanticismo, all’art nouveau. Così come molto diffusi sono i ritratti dei poeti più famosi, da Dante e Virgilio, a poeti che venivano ritratti da amici contemporanei. Noi però, vogliamo provare ad immergerci in questi due mondi complementari accostando ad una poesia un’opera d’arte che ben si presta al concetto letto e viceversa. Nella Giornata Mondiale della Poesia, abbiamo scelto per voi quattro poesie e le abbiamo “figurate” con quattro speculari opere d’arte.

“Natura è ciò che Vediamo” E. Dickinson

Il Sogno, H.Rousseau_photocredit:Wikipedia-Loves-Art-participant-quot_trish_quot
Il Sogno, H.Rousseau_photocredit:Wikipedia-Loves-Art-participant-quot_trish_quot

Natura è tutto ciò che noi vediamo: il colle, il pomeriggio, lo scoiattolo, l’eclissi, il calabrone. O meglio, la natura è il paradiso. Natura è tutto ciò che noi udiamo: il bobolink, il mare, il tuono, il grillo. O meglio, la natura è armonia. Natura è tutto quello che sappiamo senza avere la capacità di dirlo, tanto impotente è la nostra sapienza a confronto della sua semplicità.

Questo splendido poema di Emily Dickinson che celebra la natura lo abbiamo accostato ad un dipinto di Henri Rousseau. Pittore che ha realizzato, lungo tutta la sua carriera, più di 25 opere raffiguranti paesaggi che richiamano la giungla. L’aspetto peculiare è che Rousseau non era mai uscito dalla Francia, quindi l’artista si ispirava, nella realizzazione dei suoi dipinti, a descrizioni letterarie, oltre che alla visita di musei di storia naturale e di giardini botanici. “Il Sogno” dipinto nel 1910, anche se lontano dalla natura che la Dickinson osservava mentre scriveva il suo poema, ci è sembrato rappresentasse bene il senso di totale immersione nella natura descritto dalla poetessa.

“È ora famelica” G. Ungaretti

Le due Frida, F.Khalo_photocredit:wikipedia
Le due Frida, F.Khalo_photocredit:wikipedia

È ora famelica, l’ora tua, matto. Strappati il cuore. Sa il suo sangue di sale. E sa d’agro, è dolciastro essendo sangue. Lo fanno, tanti pianti, Sempre più saporito, il tuo cuore. Frutto di tanti pianti, quel tuo cuore, Strappatelo, mangiatelo, saziati.

Questa straordinaria poesia di Ungaretti, parla del dolore. Lo fa con delicatezza ma con una forza intensa che solo alcuni artisti sono stati in grado di riproporre nelle loro opere. Una di queste è sicuramente l’artista messicana Frida Khalo che ha saputo dipingere in modo intenso e passionale l’immenso dolore che ha provato durante la sua sfortunata vita. “Le due Frida”, dipinto nel 1939 esprime proprio questo. Autoritratto dove l’artista si raffigura sdoppiata, dipinto in un momento di grande sofferenza dopo il divorzio dal marito Diego Riveira. Le due Frida sono unite da un filo che congiunge i due cuori, uno sofferente e l’altro ancora integro.

“Tre Fiammiferi accesi” J. Prévert

Bacio alla finestra, Munch_photocredit:wikipedia
Bacio alla finestra, Munch_photocredit:wikipedia

Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte. Il primo per vederti tutto il viso. Il secondo per vederti gli occhi. L’ultimo per vedere la tua bocca. E tutto il buio per ricordarmi queste cose. Mentre ti stringo fra le braccia.

Breve poema sull’amore dell’autore francese, esprime con delicata sensualità la passione che si prova quando si è insieme alla persona amata. “Il bacio alla finestra” di Edvard Munch, dipinto nel 1892, esprime proprio questo senso di intima complicità tra due amanti. Raffigura un uomo e una donna che si baciano, stretti in un abbraccio che quasi li rende un’unica persona, immersi in un’atmosfera ambigua.

“L’uomo e il mare” C. Baudelaire

Addio al Mare di Puskin, Ajvazovskij_photocredit:wikipedia
Addio al Mare di Puskin, Ajvazovskij_photocredit:wikipedia

Uomo libero, amerai sempre il mare! Il mare è il tuo specchio: tu contempli l’anima tua nell’infinito muoversi dell’onda. E il tuo spirito non è abisso meno amaro. Godi nel tuffarti in seno alla tua immagine;
l’abbracci con gli occhi e con le braccia, e a volte il cuore si distrae dal suo battito al suon di questo selvaggio ed indomabile lamento. Discreti e tenebrosi ambedue siete: uomo, nessuno ha mai sondato il fondo dei tuoi abissi; nessuno ha conosciuto, mare, le tue più intime ricchezze, tanto gelosi siete d’ogni vostro segreto. Ma da secoli infiniti senza rimorso né pietà lottate fra voi, talmente grande è il vostro amore per la strage e la morte, o lottatori eterni, o implacabili fratelli!

Il senso di libertà è espresso da Baudelaire attraverso una sorta di “dialogo” tra l’uomo e il mare. Il mare che da sempre è un simbolo di evasione ma anche di qualcosa al limite tra il positivo e il negativo. Il poeta francese riproduce in parole il sentimento di infinito che ogni uomo prova davanti alla riva del mare. Un senso di appartenenza o, forse, un ancor più profondo senso di libertà. “Addio al mare di Puskhin” del pittore russo Ivan Konstantinovič Ajvazovskij esprime visivamente proprio questo. Dipinto nel 1877 raffigura il poeta più famoso della letteratura romantica russa che su di uno scoglio “saluta” le acque burrascose del Mar Morto.

Ilaria Festa

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