È arrivato l’ultimo appuntamento con la rubrica che ci ha accompagnato per tutto il mese di ottobre, Halloween Pills. Ed è impossibile non chiudere in bellezza. Non è possibile arrivare all’ultima puntata di una rubrica che parla di horror perfetti per la notte delle streghe senza parlare di lui: Halloween di John Carpenter. Il padre di tutte le pellicole del 31 ottobre e capostipite del genere slasher. Nonostante prima di lui è possibile individuare vari film che possono essere considerati degli slasher (fra tutti pensiamo a Non aprite quella porta di Tobe Hooper o a Sei donne per l’assassino di Mario Bava, da cui Carpenter prende una dichiarata ispirazione) Halloween rimane il primo vero e puro, che ha dato poi via alla Golden age del genere. E alla conseguente nascita di altri mostri (sacri) del sottogenere come Jason e Freddy Kruger. Insomma, siamo di fronte ad un vero e proprio idolo a cui ispirarsi e a cui ambire. Pellicola che rimane un capolavoro irraggiungibile ancora oggi e con cui sarà sempre necessario fari i conti parlando di Horror.

Halloween di John Carpenter: Antologia

Halloween – La notte delle streghe: Laurie (Jamie Lee Curtis)

Nel 1963, un giovane Micheal Myers uccide la sorella. Viene subito rinchiuso in un manicomio, da cui, 15 anni dopo, scapperà all’alba del 31 ottobre. Il dottor Loomis, che lo ha avuto in cura per anni, intuisce immediatamente dove è diretto: ad Hoddenfield, la sua città natale. Myers, arrivato in città infatti, uccide un meccanico e ne ruba i vestiti. Subito dopo, prende di mira la giovane Laurie e la inizia a pedinare. Quella stessa sera, Laurie e la sua amica Annie vanno a fare da babysitter a due bambini. Non si rendono conto di essere spiate da Micheal. Inizia così l’incubo che accompagnerà Laurie per tutta la notte delle streghe. Il personaggio interpretato da Jamie Lee Curtis è il primo di una lunga serie di personaggi femminili definiti final girl. Lo stereotipo della ragazza che riesce a sopravvivere al killer (e a volte a sconfiggerlo) è un elemento che poi sarà ripreso costantemente nelle produzioni horror successive. Personaggi come Ellen Ripley di Alien, Alice Hardy in Venerdì 13, Sidney in Scream o Sarah Connor in Terminator sono tutte figure femminili nate sull’impronta di Laurie in Halloween. Sebbene prima del film, nel 1974, Tobe Hooper crea il primo prototipo di Final Girl con Sally in Non aprite quella porta, Laurie ne incarna tutte le caratteristiche che diventeranno fondamentali nei decenni successivi: è la classica ragazza della porta accanto, dall’aria innocente e tranquilla e che, molto spesso, ha un rapporto particolare con il killer che le distingue dalle altre. Carpenter inventa un topos fondamentale del cinema slasher. E il visionario regista statunitense dirige il film in una maniera ancora oggi irraggiungibile. Il suo uso dei primi piani lascia ancora oggi stupisce per la facilità con cui riesca a creare la tensione e a smorzarla istantaneamente. E non solo quelli: tutte le scene voyeuristiche con il point of view di Micheal saranno riprese nel cinema horror successivo. Il lungo piano sequenza iniziale è uno dei momenti più iconici della storia del cinema: con un movimento fluido si stabilisce la scena, si crea la tensione con la mano che afferra il coltello, la salita delle scale e le due uccisioni che fanno esplodere l’orrore. Antologia cinematografica.

Linee guida

Le interpretazioni che sono state date al film sono molteplici: la natura sessuale delle uccisioni (ancora un altro tema che ricorrerà nel genere) o la critica ai valori e ai pericoli della periferia americana. Le figure adulte sono quasi del tutto assenti e le vittime sono sempre degli adolescenti. La figura di Micheal, poi, è stata oggetto di varie interpretazioni. Myers rappresenta il male puro: non ha uno scopo o un obiettivo, non è guidato da una moralità o da un malato senso di giustizia. Uccide non per gusto di farlo ma perché è così che deve fare. È il male materiale e tangibile. Il marcio che striscia tra le ricche ville americane e con risparmia niente e nessuno. Un male che si annida, si nasconde e colpisce nell’ombra. Una male che colpisce dove ci si sente più sicuri, in casa propria. Halloween porterà sull’olimpo Carpenter che mai più riuscirà a ripetere un successo commerciale del genere. Anzi, negli anni successivi collezionerà svariate serie di insuccessi al botteghino (che decisamente non corrispondono agli enormi valori artistici dei film del maestro). Halloween rimane e rimarrà per sempre scolpito nell’olimpo del cinema come uno dei più grandi horror mai fatti, ed è il film definitivo per la notte delle streghe. La bibbia del cinema horror ed un capolavoro senza se e senza ma.  

Alessandro Libianchi