Hermann Hesse è stato tantissime cose. Tutti lo conoscono come scrittore e poeta e forse pochi sanno che è stato anche un aforista, un filosofo e addirittura un pittore. La sua produzione, è vastissima e conta quindici raccolte di poesie e trentadue tra romanzi e raccolte di racconti. Il 2 Luglio di 144 anni fa, nasceva questa splendida mente della letteratura europea.

L’opera di Hermann Hesse esprime il rifiuto di una società moderna troppo tecnicizzata e il desiderio di recuperare una nuova e più profonda spiritualità. I suoi romanzi e racconti hanno avuto una forte influenza sul movimento giovanile di protesta degli anni sessanta e settanta. 

Hermann Hesse, “ogni uomo ha un suo compito nella vita, e non è mai quello che egli avrebbe voluto scegliersi.”

Hermann Hesse in una foto d'epoca_photocredit:momentoexperience
Hermann Hesse in una foto d’epoca_photocredit:momentoexperience

Figlio di un missionario, riceve un’educazione rigida. Vive in un clima religioso oppressivo, in cui l’unica boccata d’aria è il nonno, missionario pietista in India. Quando i genitori provano a mandarlo in seminario Hesse non resiste più di pochi mesi. Fugge e tenta il suicidio. Questo è il sintomo di una profonda depressione che lo accompagnerà per sempre.

Nonostante voglia lavorare in libreria, il primo apprendistato non dura che pochi mesi, come l’esperienza in seminario. Dopo un altro crollo psicologico e un periodo di cura, Hesse si trasferisce definitivamente a Tubinga per un nuovo apprendistato. Presto capisce di voler essere uno scrittore. Il viaggio l’India influenza in modo deciso la sua vita e la sua produzione artistica.

Hesse, sceglie però la Svizzera come luogo del cuore ed alterna la solitudine a nuovi legami. La sua vita psichica è un’altalena. Entra ed esce da periodi di crisi. Nonostante la sua propensione alla solitudine e all’introspezione, Hesse si è sempre distinto per un pacifismo palese. Durante la Prima guerra mondiale, si adopera per i prigionieri tedeschi raccogliendo per loro, tra le altre cose, una gran quantità di libri. Mantiene lo stesso atteggiamento durante la Seconda guerra mondiale e, in generale, durante tutto il regime nazista, criticando duramente le deportazioni degli ebrei. 

Hesse fotografato nella sua libreria_photocredit:illibraio
Hesse fotografato nella sua libreria_photocredit:illibraio

Paradossalmente i suoi romanzi vengono in un primo momento apprezzati dalla popolazione tedesca,  ma lo scrittore finisce in seguito nelle liste di proscrizione a causa del rifiuto di operare le censure richieste dal regime. Se il timore, a guerra terminata, di non essere riabilitato come scrittore è forte, arriva il Premio Nobel a togliere ogni dubbio: è il 1946. I suoi scritti più famosi sono senza dubbio “Siddharta”, scritto nel 1922, “Il Lupo nella Steppa” del 1927 e “Narciso e Boccadoro” del 1930, solo per citarne alcuni. In tutte le sue opere è ben presente la spiritualità ed una spiccata sensibilità. la stabilità e il cambiamento, l’elevazione del pensiero e la mutevolezza dell’arte, l’ascesi dello spirito e la vitalità del corpo, la ragione e l’emotività, l’isolamento e l’incontro.

Hermann Hesse fotografato mentre dipinge_photocredit:latitudestravelmagazine
Hermann Hesse fotografato mentre dipinge_photocredit:latitudestravelmagazine

Al termine della sua carriera, Hesse si ritira nel Canton Ticino. Quando non è impegnato in giardino, dipinge le montagne che lo circondano con colori allegri e un tratto ingenuo e, come un vecchio saggio, risponde alle centinaia di lettere che ogni settimana gli arrivano, dispensando consigli per lenire i piccoli e grandi dolori della vita quotidiana dei suoi lettori. Muore il 9 Agosto 1962.

“Tra la mia pittura e la mia poesia non c’è discrepanza, cerco sempre la verità poetica, non quella naturalista.”

Hesse fotografato mentre disegna nella natura_photocredit:restaurars
Hesse fotografato mentre disegna nella natura_photocredit:restaurars

“Ho in mano il mio sgabello da pittore, questo è il mio apparecchio magico e il mio mantello faustiano, con l’aiuto del quale ho fatto magia mille volte e ho vinto la lotta con la stupida realtà. E sulla schiena porto lo zaino, dentro c’è la mia tavola da dipingere, la mia tavolozza con i colori ad acquerello e una bottiglietta d’acqua per dipingere, e alcuni fogli di bella carta italiana…”

Uno degli acquerelli di Hesse_photocredit:restaurars
Uno degli acquerelli di Hesse_photocredit:restaurars

Tremila acquerelli, sono stati dipinti dallo scrittore Hermann Hesse, tra il 1919 e il 1938 nei prati di Montagnola, un paese svizzero  di lingua italiana, nel Canton Ticino. Aveva preso residenza a Berna, durante un periodo di profondo travaglio psicologico ed espressivo. Proprio durante questo periodo aveva iniziato a dipingere con l’acquerello. Lo aiutava a rilassarsi. Nonostante egli facesse uso dell’acquerello, i colori, che mostrano una dominanza dei primari: rosso, giallo e blu, appaiono intensi e non realistici. La rappresentazione della realtà è sintetica, infantile, gioiosa. Si portava dietro uno sgabello, il cappello, una scatola di colori e una bottiglietta d’acqua e dipingeva la natura che vedeva.

Acquerello_photocredit:restaurars
Acquerello_photocredit:restaurars

Pittore autodidatta, i suoi acquerelli raffigurano soprattutto paesaggi con colori raggianti.

“Mi limito a semplici motivi di paesaggio, sembra che io non vada più avanti. Vedo sí come è bello tutto il resto, le arie e gli animali, la vita animata e il più bello, gli uomini, sono spesso commosso e quasi costernato, ma non riesco a dipingerlo.”

Spesso, Hesse donava le sue opere a parenti e amici, quasi un modo per esprimere un saluto o per trasmettere agli altri qualcosa di sé.

Ilaria Festa

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