I Mitchell contro le macchine, Sony Pictures ha fatto di nuovo centro

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Di Redazione Metropolitan

Dopo il grandioso successo coronato da un Oscar di “Spiderman: un nuovo universo”, Sony Pictures Animations torna a colpire nel segno con “I Mitchell contro le macchine”, comprato da Netflix per 110 milioni di dollari, distribuito sulla piattaforma il 30 aprile 2021.

I Mitchell contro le macchine, ma prima di tutto i Mitchell contro i Mitchell

Katie Mitchell è una ragazza molto creativa e fuori dalle righe che, come tutti gli adolescenti, si sente incompresa dal resto della famiglia e dal mondo circostante. Il suo amore per il cinema sta per portarla molto lontano da casa, al college, dove la ragazza sente finalmente di poter essere sé stessa in un ambiente frequentato da persone sulla sua lunghezza d’onda. Katie, come tutti gli adolescenti vive nel mondo dei social, sentendosi al sicuro dietro uno schermo. Di tutt’altra pasta è fatto Rick Mitchell, il padre di Katie, amante della natura che vede la tecnologia come un nemico che intrappola la gente nel mondo virtuale, privandola dei piaceri semplici del mondo fuori dalla finestra. Tra padre e figlia è una guerra senza fine e nel mezzo troviamo Linda Mitchell, mamma ottimista e iperattiva, e Aaron un ragazzino con una passione per i dinosauri che sembra non trovare nessuno con cui condividere.

Photo Credit-01SmartLife
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Rick decide di fare un lungo viaggio di famiglia per accompagnare Katie al college, un viaggio che sta per trasformarsi in un’avventura incredibile

La famigliola parte alla volta del college, ma durante il tragitto, il mondo intorno a loro impazzisce: il sistema informatico che anima i Pal Labs, una linea di personal robot, decide di vendicarsi contro l’essere umano che lo ha schiavizzato e maltrattato e di imprigionare tutta l’umanità. La strampalata famiglia Mitchell è l’unica famiglia ancora in libertà, e sui quattro familiari (cinque se contiamo anche il cane Monchi) grava l’onere di liberare gli altri umani dalla prigionia e sconfiggere i robot.

Un film che parla di scontro…generazionale

Il titolo parla chiaro, è una storia di una famiglia comune contro delle macchine che hanno deciso di ribellarsi. Ma se grattiamo appena sotto la superficie ci accorgiamo che il vero scontro al quale assistiamo è quello tra due generazioni diverse. Da un lato, la generazione di Rick, un uomo vecchio stampo che cerca di aprire gli occhi alla sua famiglia su come il mondo virtuale li stia risucchiando al punto che non riescono più a guardarsi negli occhi per cinque minuti senza impazzire. Dall’altro, la generazione di Katie, che vede il mondo virtuale come un ponte in grado di unire tutto il mondo, un palcoscenico sul quale farsi vedere e farsi sentire in maniera più disinvolta e semplice che nella vita vera. Uno scontro genitori- figli nel quale lo spettatore si rivede, da un lato o dall’altro. Ed è un film che parla di famiglia, della ricerca di un punto di incontro tra i due mondi, cercando di farsi accettare per ciò che si è.

Photo credit- Mymovies.it
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C’è anche la questione della diversità dei caratteri, che coinvolge tutti e quattro i membri della famiglia Mitchell e rende questa famiglia fuori dal comune.

La morale è che diverso non vuol dire sbagliato. Ogni membro della famiglia, con la propria passione e con il proprio carattere, è unico. E’ un incontro di qualità diverse, che unite fanno la forza e riusciranno a sconfiggere i robot, ma anche le barriere che sembrano dividerli. In definitiva, il film diretto da Michael Rianda e Jeff Rowe è un buon prodotto, sia tematico che stilistico. Ci ritroviamo davanti ad un film divertente, con una morale ed un messaggio educativo che si intuiscono certamente, ma senza imporsi in ogni scambio di battute, cosa che alla lunga può diventare fastidiosa.

Vera Martinez