I negozianti possono rifiutare i pagamenti col Pos fino a 60euro

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Di Mariapaola Trombetta

La nuova manovra economica su cui il governo Meloni sta lavorando, e che oggi, dovrebbe arrivare finalmente alla Camera per la discussione parlamentare, sancisce che l’utilizzo dei contanti è il benvenuto.

Tra i 155 articoli contenuti nell’ultima bozza del testo del disegno di legge Bilancio, come si legge nel numero 69 nella ‘sezione’ dal titolo “Misure in materia di mezzi di pagamento”, la soglia per i pagamenti digitali è stata ulteriormente alzata. Il nuovo tetto è stato fissato a 60 euro.

La nuova bozza per i pagamenti con Pos e contanti

Bozza pagamenti con Pos e contanti-Photo Credits:agendapolitica.it
Bozza pagamenti con Pos e contanti-Photo Credits:agendapolitica.it

Il tetto dei pagamenti in contanti, dai previsti 1.000, passa a 5.000 euro. Nella prima versione della legge di bilancio, il tetto fissato al commerciante per rifiutare i pagamenti con Pos, senza incorrere in sanzioni, era stato fissato a 30 euro. Con quest’ultima bozza, in vigore dal  primo gennaio 2023, l’importo entro cui i commercianti potranno rifiutare i pagamenti digitali, è raddoppiato. I commercianti saranno obbligati ad accettare i pagamenti digitali, senza incorrere in sanzioni, dai 60 euro.

A partire dallo scorso giugno, la legge ha previsto l’obbligo per «qualsiasi importo» con una sanzione di 30 euro maggiorata del 4% della somma pagata. Nella nuova bozza scompare lo stop di 180 giorni alle sanzioni finora arrivate ai commercianti per non aver rispettato l’obbligo.

Le critiche allo stop all’obbligo dei pagamenti fino ai 60 euro: il governo favorisce l’evasione

Con lo stop all‘obbligo fino ai 60 euro, sono state numerose le critiche al governo, accusato di favorire l’evasione. Le associazioni dei consumatori parlano di «colpo di spugna che cancella 8 anni di battaglie».

Contrariamente a ciò, un’impresa boccia la mancata eliminazione dell’obbligo, che al contrario «rappresenta una forte penalizzazione per le imprese di minore dimensione e soprattutto per i piccoli commercianti» e «va nella direzione opposta rispetto all’utilizzo libero della moneta di carta».

Oltre ai pagamenti, le Partita Iva. La stretta: Non si potranno più aprire e chiudere le ditte senza limiti

Per quanto riguarda le Partite Iva: non si potranno più aprire e chiudere le ditte senza limiti.

In caso di possibili illeciti, scoperti tramite controlli dall’Agenzia delle Entrate, potrà essere convocato il contribuente, che dovrà dimostrare «sulla base di documentazione idonea, l’assenza di profili di rischio individuati». La pena sarà la cessazione della Partita Iva. Sarà necessaria una fideiussione di 3 anni di 50 mila euro per aprirne una nuova, in caso di chiusura.

La richiesta di Maurizio Gasparri: «tutelare le attività svolte e in corso»

Si prospettano numerose le discussioni e le contestazioni, per la manovra economica in arrivo in Parlamento. La presidente dei senatori Licia Ronzulli, pur sottolineando «la grande serietà e il senso di responsabilità» con cui è stata scritta la legge di Bilancio, ha detto:

«Aspiriamo a qualcosa di più e di meglio», e promette «nostre proposte su sanità, pensioni minime e superbonus che si è interrotto in modo troppo traumatico».

Gli azzurri chiedono lo sblocco dei crediti detenuti nei cassetti fiscali delle imprese, ed una proroga dei termini scaduti lo scorso venerdì, per avviare i lavori con il Superbonus 110%. Il senatore Maurizio Gasparri, a seguito dell’agevolazione che dal primo gennaio scende al 90%, e che non permette la partenza dei lavori con il vecchio sconto, chiede di «tutelare le attività svolte e in corso».

Mariapaola Trombetta

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