Influenza australiana, il virus Darwin minaccia il Natale

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Di Stefano Delle Cave

Sono in aumento i casi di influenza australiana in Italia che dopo aver colpio i bambini da 0 a 4 anni sta passando gli adulti. A causarla il virus Darwin che scondo gli esperti raggiungerà il picco di diffusione a Natale Alla tasmissione di Rai Radio 1 un giorno da Pecora il professor Pagliasco ha parlato anche di 150.000 casi al giorno nel periodo natalizio. L‘Iss, Istituto Superiore di Sanità, consiglia il vaccino e alcuni esperti anche il ritorno alla mascherina per casi particolari.

L’influenza australiana e il picco di Natale

Influenza australiana, font san-nicolo.com

Con l’influenza australiana sarà una bella stagione tosta, come sempre ci saranno morti, di solito sono tra i 5mila e i 15mila. Il picco è previsto a Natale, circa 150mila casi al giorno”. Così il professore associato di Igiene generale e applicata all’Università degli Studi di Milano e direttore Irccs Galeazzi-Sant’Ambrogio Fabrizio Pagliasco ha parlato della nuova stagione influenzale che sta investendo l’Italia ai microfoni di Un giorno da pecora su Rai Radio 1. Un’influenza che, spiega Pagliasco, è partita dall’Australia dove “il virus, che si chiama Darwin, ha cominciato la sua corsa, la stagione lì è stata la peggiore degli ultimi 5 anni. Il range di persone che vengono a mancare per l’influenza oscilla tra 5mila e 15-20mila”. Il totale dei casi stagionali italiani dovrebbe essere, conclude Pagliasco, tra gli “8-10 milioni”

Quello certo è che sintomi di questo virus sono mal di gola, tossa, febbre alta , dolori ossei e brividi. L’influenza australiana prevede un incubazione di 1-2 giorni mentre la malattia vera e propria dura dai 5 giorni oltra una settimana nei casi più gravi. L‘Iss comunque ha già fatto sapere che per i soggetti sani non ci sono ulteriori complicazioni e rzccomanda in questo caso il riposo al caldo a casa e di assumere paracetamolo o ibuprofene se la febbre e alta e per abbassare i dolori. Un attenzione più particolare deve essere riservata invece a pazienti fragili, donne in gravidanza e bambini da 0 a 6 mesi e personale sanitario. In particolare per i fragili e le situazioni a rischio è opportuno rivolgersi ai medici di famiglia.

Si potrebbe tornare alle mascherine

Per prevenire l’influenza l’Iss consiglia il vaccino che garantisce una immunità da circa due settimane dopo la somministrazione per scemare nel giro di 6-8 mesi. In alcuni casi però gli esperti stanno pensando di raccomandare l’uso della mascherina per diminuire l’incidenza sugli ospedali. “A questo punto il consiglio è che, se aumentano i casi, forse terrei la mascherina sui mezzi pubblici e nei luoghi affollati, soprattutto per gli anziani e i fragili. Senza reintrodurre l’obbligo come stanno pensando in Francia, ma raccomandandola”, fa sapere infatti Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed epidemiologia molecolare della Facoltà di Medicina e chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma.

Stefano Delle Cave

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