
Il Nuovo Ordine Mondiale, la Massoneria, i chip sottopelle per renderci schiavi e controllarci la mente. Loro ci spiano, loro ci controllano. Suona familiare, vero? Se “Ipotesi di complotto” fosse stato girato oggi, probabilmente Jerry Fletcher (Mel Gibson) avrebbe usato i social network per esporre le sue infinite teorie complottiste. Ma siamo negli anni ’90 e internet non era ancora diventato questo grandioso palcoscenico.
“Loro immettono nell’acquedotto urbano il fluoro che indebolisce la volontà e rende schiavi del potere. Collezionano il seme dei padri dei vincitori di premi Nobel e lo conservano ibernato, per creare al momento giusto una razza eletta. Loro hanno scatenato la guerra del Vietnam per via d’una scommessa tra Howard Hughes e Aristotele Onassis. Loro conoscono il legame tra Oliver Stone e George Bush.”
Jerry Fletcher, la sua “ipotesi di complotto” si rivela fondata
Il protagonista, Jerry, è un tassista di New York un po’ sciroccato, che adora esporre le sue teorie strampalate ai clienti del suo taxi. Il complotto lo vede ovunque, colleziona ossessivamente articoli di giornale che secondo lui nascondono indizi su qualche cospirazione, e periodicamente si reca al dipartimento di giustizia per fare sentire le sue ragioni. Al dipartimento, infatti, lavora l’unica persona che (un po’ per pietà) è disponibile ad ascoltarlo: Alice Sutton (Julia Roberts), procuratore al ministero di giustizia. Jerry soffre di un disturbo parecchio comune: la sindrome del complotto. Eppure, il paranoico e mezzo matto tassista ha ragione. Alcuni agenti della CIA insieme allo psichiatra del governo, il dott. Jonas (Patrick Stewart), gli danno la caccia ma Jerry, che è riuscito a convincere Alice Sutton, è sempre un passo avanti.
Mel Gibson ci porta nella mente di un complottista
In questo action-thriller la politica conta poco, sebbene sia il tema di fondo dal quale partono tutte le teorie del protagonista. Troviamo un po’ di tutto: l’azione, il mistero, l’amore e il divertimento. Mel Gibson interpreta il suo personaggio in maniera da farlo sembrare pazzo sì, ma meritevole della nostra simpatia. Il regista, Richard Donner, si concentra sulla figura paranoica e smemorata di Jerry, cui hanno fatto il lavaggio del cervello, manipolato dalle logiche della paura e dal regime del controllo, per evidenziare una sindrome molto comune: quella dell’eterno complotto universale. Chissà se Donner si sarà chiesto se valga la pena un reboot ambientato ai giorni nostri. “Ipotesi di complotto” andrà in onda questa sera, 10 aprile, alle 21.00 su Iris.

Vera Martinez
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