Si dice che Jared Leto, classe 1971, non possa invecchiare. La sua ricca schiera di fan lo pensa già da tempo come un’immortale creatura vestita Gucci venuta a insegnarci cosa siano bellezza e talento. Ma la realtà è che anche per l’attore premio Oscar, musicista, regista e chi più ne ha più ne metta, gli anni passano. E più passano, più il cinema sembra avere bisogno di lui.
In effetti ne sono successe da quando il frontman-to-be dei Thirty Seconds to Mars debuttò sul piccolo schermo nel teen drama My So-Called Life. Ci sono stati all’inizio piccoli ruoli in incontri con grandi registi, a partire da Terrence Malick per La sottile linea rossa (1998). E c’è stato ovviamente per tanti anni il rock rivoluzionario sul palco accanto al fratello Shannon. Ma mentre Jared Leto componeva la sua musica senza chiudere la porta in faccia alla recitazione, si sedeva anche dietro la macchina da presa a dirigere i suoi bei video musicali, assaporando la dedita libertà di chi sa sperimentare.
Jared Leto è Mr. Nobody
Sembra davvero paradossale questo ruolo che gli venne affidato nel 2009. Jared Leto diventa l’ultracentenario Nemo nell’acclamato Mr. Nobody, ultimo mortale sulla Terra tra tanti uomini che hanno scelto l’immortalità. E nel farlo, oltre a confermarci quanto gli piaccia buttarsi nei ruoli più complicati, che seleziona in modo certosino, ci ricorda che sì, il cantante è anche un attore. E uno di quelli bravi. A quasi dieci anni prima risaliva il suo primo, e fino ad allora ultimo, ruolo da protagonista. Jared Leto aveva infatti abbagliato tutti in Requiem for a Dream, cult di Darren Aronofsky.
E c’erano poi state le apparizioni osannate in Fight Club, Ragazze interrotte, American Psycho e Alexander. Fin quando poi arriva il 2013, e Hollywood capisce che non potrà mai averne abbastanza di lui. Jared Leto ottiene il plauso universale insieme al collega Matthew McConaughey, culminato con un Oscar al migliore attore non protagonista, per la sua interpretazione della transgender Rayon in Dallas Buyers Club. E sarà quindi poi il controverso Joker di Suicide Squad, Niander Wallace in Blade Runner 2049 di Denis Villeneuve, e presto al cinema il vampiro in camice Morbius.
Chi diamine è Bartholomew Cubbins?
Nel 2012 esce Artifact, documentario per il quale Bartholomew Cubbins viene premiato al Toronto Film Festival. Jared Leto, lo abbiamo capito, è uno dei più grandi trasformisti della sua generazione. Adatta il suo corpo alle parti che sceglie, e poco importa allora dove finisce l’attore e inizia il personaggio. Ma al versatile artista piace giocare con le sfumature e le identità anche fuori dal set. Ed è naturalmente lui che si nasconde dietro lo pseudonimo di Cubbins.
Leto ha d’altronde seguito l’insegnamento della madre a non rimanere paralizzato. Ad essere libero, a defluire da un’arte all’altra, da un corpo all’altro. È l’Arte quella vera che lui ricerca in quello che fa. E l’attore, che sta lavorando a Tron 3 e che nella serie di Zack Snyder tornerà come un Joker un po’ diverso, è in fondo davvero Mr. Nobody, con le sue tante vite e i suoi tanti amori. Perché il Mr. Nobody di Jared Leto, insieme a Joker e poi anche ad Andy Warhol, che proprio lui porterà in carne ed ossa al cinema, sono personaggi che sembrano unirsi in un cerchio mitico a cui solo a pochi attori viene dato accesso. E il nostro Jared è ovviamente tra questi.
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Manuela Famà