Da Bruegel a Van Gogh sono molti gli artisti e pittori che con le loro opere ci hanno raccontato il faticoso lavoro dei contadini tra il ‘500 e il ‘900. Ci hanno descritto le loro giornate di lavoro, circondati da interminabili distese di fieno, illustrandoci le varie fasi della mietitura del grano tramite la pittura. Alcuni artisti si sono rifugiati nella descrizione della vita semplice contadina e si sono immedesimati nel loro grande impiego nella mietitura dei campi.

La Mietitura e il grano nella pittura di Pieter Bruegel “il contadino”

Mietitura e grano nella pittura di Bruegel
La Mietitura di Pieter Bruegel

L’opera de La Mietitura di Pieter Bruegel il Vecchio risale al 1565 ed è un olio su tavola di 118×160. Ci racconta il lavoro della mietitura e contemporaneamente il riposo dei contadini, in una calda giornata estiva. Si contraddistinguono due contadini in primo piano che stanno tagliando le spighe di grano con le loro falci. Un altro sta portando una brocca verso un albero di pero mentre alcuni stanno mangiando, riposando e rifocillando all’ombra. Nel dipinto appaiono poi anche alcune donne che legano i covoni e stanno raccogliendo le spighe. Uno dei contadini che sta riposando apparterrà poi ad uno dei personaggi del “paese della cuccagna” dell’autore. Il grano e il suo colore giallo ambrato domina la gran parte del dipinto. In lontananza si possono vedere prati verdi, una chiesa e un castello. Nella seconda metà è raffigurato un carro che sta trasportando del fieno. La tela è ora conservata al Metropolitan Museum di New York e fa parte dei Mesi, cinque tavole di proprietà di Niclaes Jonghelinck.
Negli anni addietro La mietitura fu donato ad Ernesto d’Asburgo e nel 1809 portata a Parigi da Napoleone. Nei primi del ‘900 è messa in vendita a Bruxelles e acquistata da Jean Douchet. Prima di Bruegel non era mai stata ritratta una scena di paesaggio e dei contadini che vi lavoravano, tant’è che l’artista per anni è disprezzato e chiamato “Bruegel il contadino”. Il ritratto è sviluppato dal pittore tramite diversi bozzetti, eseguiti nei suoi vari viaggi in Italia e nelle Fiandre. Il suo quadro ci dà la possibilità di comprendere la cultura popolare dell’epoca. È probabile che sia stato realizzato dopo la diffusione del protestantesimo e l’incrinarsi dei rapporti con Filippo di Spagna. Questo portò l’artista a rifugiarsi nella descrizione della vita contadina, semplice, a cui nessuno aveva dato mai importanza.

Il Raccolto di Van Gogh, uno dei suoi più grandi successi

La Mietitura e il grano nella pittura di Van Gogh
Il Raccolto di Van Gogh

Il quadro è un olio su tela del 1888, di 73×91 cm. È realizzato quando l’autore si trova nella campagna di Arles in Provenza. Per la realizzazione vengono utilizzati diversi disegni preparatori. Viene descritto dal pittore stesso come uno dei suoi più grandi successi. È raffigurata una campagna che esprime grande tranquillità. Per dipingerlo al meglio l’artista studiò a fondo le varie fasi della mietitura del grano per esprimerle nella sua pittura. Il lavoro di Van Gogh fu meticoloso, infatti nell’opera possiamo osservare una parte di campo già mietuta. Alcune delle spighe invece sono già sistemate vicino allo steccato. Nel campo troviamo anche dei contadini intenti a mietere il grano e altri a portare via i carri già pieni. I campi assumono colorazione diverse a seconda delle varie fasi e risaltano i toni dorati.
In lontananza appaiono tre casolari avvolti dalla vegetazione. In secondo piano viene messo in risalto anche il cielo blu e le sue nuvole. Il grano tramite le pennellate dell’autore risulta in movimento. Nella tela prevale il colore giallo del grano, il verde della vegetazione circostante e il blu del cielo. L’autore infonde molta profondità e i colori risultano essere molto accesi. Traspare parecchia luce e le sfumature appaiono molto forti. Il Raccolto è realizzato nel periodo più sereno della vita dell’artista, poiché realizzò in una settimana 10 dipinti e 5 disegni. Il quadro è en plen-air, realizzato con un impasto ad olio su tela. Il colore infatti è posizionato sulla tela tramite un impasto materico. Le figure del raccolto di Van Gogh sono sovrapposte per dare più realismo alla scena. È conservato al Van Gogh Museum di Amsterdam e rappresenta una delle opere post impressioniste dell’autore.

La Mietitura a Montfoucault di Camille Pissarro esprime nella sua pittura la mietitura del grano come il duro lavoro dei contadini

Camille Pissarro,  grande esponente dell’impressionismo, rappresentava la campagna come luogo di duro lavoro dei contadini. La Mietitura a Montfoucault  del 1876 raffigura un piccolo villaggio vicino a Lassay-les-Châteaux, a nord della Francia. Il cielo azzurro misto ad alcune nuvole ci porta ad un campo di grano dove stanno lavorando alcune contadine. Una di Queste è molto vicino all’osservatore, mentre ha in mano alcune spighe appena raccolte. Per questo motivo il quadro è anche chiamato “Le contadineen plen-air di Pissarro. Nel centro del quadro sono raffigurati dei covoni e più in alto troviamo tutta la boscaglia. I colori predominanti sono il giallo del grano, il blu del cielo e il verde dei campi. I personaggi sono volutamente mischiati al paesaggio circostante, tipico della tecnica impressionista.
L’immagine della contadina in primo piano non è volutamente precisa, in quanto è riportata solo l’impressione che trasmette al pubblico e non la visione della donna a contatto con la natura. Il dipinto fa parte della collezione di Gustave Caillebotte, altro famoso impressionista. Nel 1894 è esposto al Musée du Luxembourg, per essere poi esposto al Louvre e dal 1986 fa parte del Museo d’Orsay. Pissarro è soprannominato il “poeta della campagna” in quanto si dedicò a descrivere le classi sociali più povere nei suoi dipinti, soprattutto i contadini e gli operai. Tra il 1886 e il 1888 impartì lezioni sull’uso del colore a Van Gogh, introducendo una nuova tecnica con una pennellata più breve e corposa. Le sue opere ci appaiono sempre luminose e trasmettono sempre molta serenità. Pissarro con l’uso del verde e del blu ci introduce l’espressionismo, nuova tecnica da lui introdotta all’impressionismo.

Sabrina Baiocco

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