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Ottobre 22, 2024, martedì

La Resurrezione nell’arte e il suo successo nelle opere di quattro secoli

Con l’arrivo della Santa Pasqua, dedichiamo la rubrica al tema della Resurrezione nell’arte e alla sua rappresentazione in alcuni tra i maggiori dipinti della storia Europea. La Pasqua, da sempre considerata la festività più significativa dai Cristiani, celebra il giorno in cui, secondo le confessioni cristiane appunto, Gesù risorge dopo tre giorni dalla sua morte. Questo tema, per secoli e secoli è stato centrale nelle commissioni sacre di numerosissimi dipinti e affreschi. Mantenendo il nucleo della vicenda invariato, ogni artista modifica la scena secondo il suo peculiare stile, aggiungendo o sottraendo qualcosa, raccontandoci la stessa storia con stili diversi nei secoli.

Le prime rappresentazioni tra 1300 e 1400

La Resurrezione nell’arte è stato per secoli uno dei temi più amati dai pittori e non solo, di tutti i secoli. Ha vissuto il periodo di massimo sviluppo durante il Rinascimento, conservando comunque dei picchi di interesse anche durante il 1600. Ovviamente, con l’ampliarsi delle tematiche esplorabili nell’arte, i temi cristiani sono lentamente diventati più desueti, ma sempre molto presente nelle committenze religiose ed ecclesiastiche. La Resurrezione nell’arte, col Cristo spesso trionfante tra i soldati assonnati, manifesta diverse sfaccettature in base allo stile dell’artista, che di volta in volta rende la scena più intensa o più ricca di dettagli.

La Resurrezione di Cristo, Giotto, Capella degli Scrovegni. Photo credits: Amarevignola
La Resurrezione di Cristo, Giotto, Capella degli Scrovegni. Photo credits: Amarevignola

Una tra le prima rappresentazioni della Resurrezione di Cristo, non poteva essere che quella riconducibile a Giotto di Bondone. Nel suo più grande capolavoro, il meraviglioso ciclo di affreschi per la Cappella degli Scrovegni a Padova, dedica una scena anche a questa vicenda. La doppia scena che dipinge Giotto rappresenta a sinistra il sepolcro aperto senza il corpo di Cristo e a destra Cristo stesso, con la Maddalena inginocchiata nella famosa scena “noli me tangere“. Nella seonda metà del 1400, un altro grande maestro, emblema del Rinascimento italiano, si cimenta in questa scena. E’ Piero della Francesa che, nell’affresco oggi al Museo Civico di Sansepolcro, fonde la tradizione religiosa con un forte senso civico.

La resurrezione nell’arte del 1500 e 1600

Un’altra resurreziome d’autore, firmata da un grande maestro come Andrea Mantegna, venne dipinta tra il 1457 e il 1459. La tavola, di piccole dimensioni, dipinta a tempera e oggi conservata al Musée des beux arts di Tours, si rifa ai modelli già citati in precedenza. C’è il leit motiv dei soldati addormentati o comunque assonnati intorno al sepolcro, ma stavolta Mantegna aggiunge anche uno dei suoi tipici paesaggi per contestualizzare la storia e renderla ancora più immersiva. Tra 1520 e 1522 anche Tiziano firma un polittico ispirato al tema della Resurrezione. Il prelato Altobello Averoldi commissiona questa opera, di gusto un pò retro per così dire, per la Colleggiata dei Santi Nazaro e Celso di Brescia. Tiziano pone nella tela centale proprio il Cristo che risorge, dipinto come una figura luminosa che si staglia su uno sfondo brullo e oscuro.

La Resurrezione. L'incredulità di San Tommaso, Caravaggio. Photo credits: Wikipedia
La Resurrezione. L’incredulità di San Tommaso, Caravaggio. Photo credits: Wikipedia

Una variante molto celebre e più specifica legata alla Resurrezione di Cristo, è quella di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio che dipinge nel 1600 circa l’Incredulità di San Tommaso. La tela, oggi conservata a Potsdam, rappresenta l’incredulo appunto San Tommaso che, per verificare la veridicità della resurrezione di Cristo, infila con aria incuriosità un dito nel costato ferito di Gesù, durante le torture sulla croce. Infine un’altra spettacolare riproduzione del tema è quella di Pieter Paul Rubens, oggi conservato nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze. Un Cristo trionfante si leva dal sepolcro, con ancora il sudario che le copre parte del capo e già inonda di luce tutto lo spazio circostante.

Claudia Sferrazza

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