La rivista Life è stata uno dei periodici che più ha segnato la storia del giornalismo, e in particolare di quello fotografico. Nata nel 1883 come giornale satirico, la rivista si rinnovò nel 1936 quando Henry Luce la tramutò nel magazine di fotogiornalismo più importante di sempre. Grazie al suo visionario fondatore, ideatore anche di altre storiche riviste come per esempio Time, Life attuò una vera e propria rivoluzione nel mondo dell’informazione. Strutturata attorno a pagine di vasto respiro dotate di sole fotografie, Life fu la prima rivista al mondo a esibire contenuti di natura esclusivamente fotografica. Le foto pubblicate da Life erano infatti accompagnate dal solo nome dell’autore e da una breve didascalia. Questa decisione più che coraggiosa risultò efficace e in breve tempo la rivista si affermò come il principale mezzo di comunicazione visuale su carta.

Prima dell’arrivo di Luce, la rivista ebbe parecchio successo, attirando l’attenzione di numerosi investitori. Rapidamente, questa prima versione di Life radunò illustratori, artisti e vignettisti che valorizzarono il tono umoristico del periodico. Col tempo, la rivista assunse toni politici, spesso al centro di controversie e accuse pubbliche, riuscendo tuttavia a rimanere a galla. Dopo la prima guerra mondiale, l’umorismo di Life divenne datato e iniziò la prima crisi che col tempo avrebbe portato all’acquisizione da parte di Luce. La rivista ebbe infatti un breve periodo di ripresa, ma non poté niente davanti alla Grande Depressione. Fu proprio allora che si tramutò nel foto-magazine che oggi conosciamo tutti quanti.

La rivista Life, affermazione e declino

Il logo della rivista Life
Il logo della rivista Life

Nei primi anni di conduzione di Luce, Life fu protagonista dei maggiori reportage fotografici di sempre, che non solo hanno fatto la storia, ma che erano consci di farla. Il 06 giugno 1944 il fotoreporter Robert Capa accompagnò l’Operazione Nettuno e riportò alla rivista i pochi, ma incommensurabilmente significativi scatti dello sbarco in Normandia. A partire dagli anni sessanta la rivista si colora, letteralmente: iniziano infatti le prime pubblicazioni di foto a colori che nel 1964 culminano nel primo storico servizio mai condotto da un giornale mainstream sul tema dell’omosessualità. Nel 1966 arrivò un servizio sull’LSD, e nel 1969 le testimonianze fotografiche dello storico sbarco sulla Luna. Eppure, nonostante gli innumerevoli servizi di caratura mondiale e gli svariati premi giornalistici collezionati, Life iniziò a calare. I costi di produzione erano infatti sempre più alti da sostenere, e le spese aumentavano più celermente dei profitti provenienti dalle sempre minori pubblicità.

Nel 1972, Life fu così costretta a ridurre le pubblicazioni, facendole diventare, da settimanali che erano, sporadiche e mai fisse. Sei anni dopo la rivista riprese la pubblicazione periodica, tramutandosi però in un mensile. Andò avanti fino al 2000, quando chiuse per la seconda volta i battenti. Tornò attiva solo nel 2004, appoggiandosi a riviste di maggiore solidità e trasformandosi in supporto settimanale, ma cessò definitivamente la propria attività nel 2007. Nonostante ciò, Life è stata attiva online dal 1990 al 2012, e tutt’oggi è possibile visitarne il sito, diventato una sorta di canale fotografico. La storia della rivista Life (al centro del film The Secret Life of Walter Mitty), per quanto tortuosa, è la storia di fotografia e giornalismo. E ancora oggi risuona come un’eco indelebile il suo primo storico motto: “While there’s Life, there’s hope”.

Dario Lucisano

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