La Russia, tramite le parole del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ammette che la situazione in Ucraina è “molto difficile” e ancora lontana dai suoi obiettivi ma precisa che questo dipende dal fatto che “non è una guerra, ma un’operazione condotta cercando di salvare città e vite umane”.

La Russia ammette di essere in difficoltà in Ucraina: cosa è successo

Nelle ultime ore, dichiarazioni inaspettate giungono dalla Russia in merito alla guerra che si sta combattendo dal febbraio 2022. Il Cremlino ha infatti ammesso che la situazione in Ucraina è molto difficile e ancora lontana dai suoi obiettivi. La lentezza dei progressi russi dipende però dal fatto che non si tratta di una guerra, ma di un’operazione condotta per salvare città e vite umane. “L’operazione militare speciale continua. È un’operazione molto difficile e, naturalmente, alcuni obiettivi sono stati raggiunti in un anno”, ha dichiarato il portavoce del governo russo Dmitry Peskov in un’intervista al canale televisivo bosniaco ATV. Se la priorità stabilita a inizio operazione dal presidente Putin era quella di garantire la sicurezza dei residenti del Donbass, ha sottolineato Peskov, questo obiettivo è stato raggiunto solo in parte. 

All’indomani del discorso di Putin nel Giorno della Vittoria, Peskov torna a puntare il dito contro i paesi occidentali riguardo le loro responsabilità in questo conflitto. Secondo il portavoce del Cremlino, sarebbe colpa dei paesi Nato se la Russia ha iniziato la sua “operazione speciale” contro l’Ucraina. “I Paesi occidentali hanno fatto molti errori e quindi hanno costretto la Russia a iniziare la sua operazione speciale” ha detto Peskov in un’intervista televisiva. L’Occidente ci ha “ingannato dopo il crollo dell’Urss e ha organizzato sei ondate di espansione della Nato. La Russia è uno stato troppo grande per essere trattato così e troppo forte per arrendersi” ha aggiunto.

Roberta Maria Di Giovangiulio

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