Torna stasera in tv su Cine34 “La vita bella” di Roberto Benigni. È il film di maggior successo interpretato dallo stesso attore toscano che vinse tra gli altri l‘Oscar per miglior film in lingua straniera. Una pellicola che ha conquistato e diviso la critica con il suo racconto comico-amaro edulcorato di una tragedia mondiale come l’olocausto.

“La vita è bella”, la felicità anche nelle situazioni più drammatiche

Guido Orefice è un ebreo giocoso e ilare che cerca di vivere con felicità un periodo nero come quello dell‘antisemitismo, delle leggi razziali e delle deportazioni pur consapevole dell‘orrore che ne deriva. Una ricerca della felicità che Guido non smette di continuare nemmeno quando viene deportato in un campo di concentramento. Anzi per nascondere al piccolo figlio Giosuè l’orrore della realtà inventa nel lager un gioco a premi per proteggerlo. È una visione comico-amara dell’olocausto con cui Benigni ha conquistato letteralmente il pubblico internazionale.

Un’idea che con cui ci ha regalato alcune sequenze indimenticabili come quella in cui Guido traduce le terribili regole enunciate da una delle SS del campo facendole diventare il regolamento di un gioco. Tutto questo nell’ottica di mantenere sempre vivo quel messaggio che si può leggere con il titolo del film. Ad ispirare Benigni fu tra l’altro Primo Levi che nel suo libro testimonianza “Se questo è un uomo” scrive: “Io pensavo che la vita fuori era bella, e sarebbe ancora stata bella, e sarebbe stato veramente un peccato lasciarsi sommergere adesso”.

Il trailer di La vita è bella fonte Cinefilo Moviebook

Alcune curiosità sul film

Fino all’uscita di “Che bella giornata”La vita è bella” è stato il film italiano più visto di sempre e tutt’ora oggi è la pellicola italiana più vista al mondo. Per questa pellicola ideata con il titolo “Buongiorno Principessa” Benigni prese spunto dalla storia di un deportato raccontata dallo scrittore sopravvissuto all’olocausto Rubino Salmonì ed inserita nel libro “Ho sconfitto Hitler”. Inoltre i nomi dei protagonisti sono ispirati alla testimonianza di Dora De Giovanni, zia della moglie di Benigni Nicoletta Braschi, vedova di Guido Vittoriano Basile morto a Mauthausen.

“La vità è bella” ha anche ricevuto diverse dure critiche. Anzitutto arrivarono le accuse di Mario Monicelli che parlò di revisionismo storico soprattutto ricordando il momento in cui un carro armato americano entra nel lager. Una sequenza a suo dire realizzata in nome dell’Oscar visto che Auschwitz fu liberato dai russi. Accuse da cui il regista e attore toscano si difese dicendo che il suo film non parlava affatto di Auschwitz. “La vita è bella” è poi finito nuovamente nell’occhio della critica quando Liliana Segre nel suo libro “La memoria rende liberi” lo ha definito un lungometraggio “terribilmente falso” che “banalizza l’Olocausto in nome di una bella finzione”.

Stefano Delle Cave