Morgan e "Le brutte intenzioni" al Teatro Ariston di Sanremo - photo credits: RDS
Morgan e “Le brutte intenzioni” al Teatro Ariston di Sanremo – photo credits: RDS

Si scrive Morgan, si legge scandalo. Ma è proprio così? Da appassionati del racconto dei fatti, armati di obiettività e di apertura mentale nei confronti di quello che ci circonda, analizziamo con un occhio critico e una testa pensante una delle performance più interessanti degli anni 2000.

Le brutte intenzioni” di Morgan sono paragonabili al gesto poetico, al dissing costruttivo. All’incessante bisogno dell’Artista, quello con la “A” maiuscola, di sentirsi libero e affrancato dal sistema. Conseguenze? Una ribellione porta una rivoluzione. Una rivoluzione miete vittime. Morgan è stato allo stesso tempo vittima e carnefice della sua ribellione / rivoluzione presso uno dei teatri più istituzionalizzati d’Italia: L’Ariston di Sanremo. Un colpo di stato riuscito alla grande, seppur la vendetta dell’artista brianzolo pare covata verosimilmente subito dopo l’orrenda esibizione in coppia con Bugo nella serata delle cover.

Morgan  al Teatro Golden - Ph Giusy Chiumenti
Morgan al Teatro Golden – Ph Giusy Chiumenti

Morgan come l’anarchico Gaetano Bresci

Così come l’anarchico Bresci una sera uccise con tre colpi di rivoltella il Re d’Italia Umberto I di Savoia, Morgan ha commesso il suo personalissimo “Bughificio” cambiando la strofa iniziale del brano “Sincero” presentato in duetto con Bugo. La sera prima, Sergio Endrigo è stato distrutto. Vai a capire, in realtà, quali sono state le motivazioni. Sabatatori occulti? Scarsa comunicazione e organizzazione? Forse il tempo ci dirà. L’indomani dell’assassinio musicale di Endrigo, succede il fattaccio di cui tanto si parla ancora oggi, nonostante una pandemia arrivata su scala mondiale avesse distolto ovviamente l’interesse su questa vicenda. Tutto si era fermato lì, su quel palco che rappresenta le futilità e leggerezze del popolo italiano, palcoscenico preferito delle riviste del settore, covo di spensierati, opinionisti, giornalisti, esperti e tuttologi.

L’atto spettacolare e anarcoide de “le brutte intenzioni” di Morgan potrebbe essere stato causato da una forma di rigetto istintivo verso l’ordine costituito. Per giunta, sicuramente influenzato da una situazione repressiva, aggravata dallo stato di conflitto emerso tra i due partecipanti ed ex amici. Motivazione di questo gesto liberatorio, stando a quello che abbiamo percepito in superficie, è quindi il risultato di varie crepe esplose durante l’esibizione della serata che ha visto Bugo, cioè Cristian Bugatti, abbandonare il palco dell’Ariston. Anche se, conoscendo sommariamente le ragioni per cui si è arrivati a questo sfogo, la verità assoluta rimane una chimera nascosta dentro l’oblio delle accuse reciproche, dei punti di vista, o più semplicemente, rimane nelle coscienze di Morgan e Bugo.

Morgan e Bugo a Sanremo - immagine web
Morgan e Bugo a Sanremo – immagine web

L’atto spettacolare tramato dietro le quinte

Rimane però “atto spettacolare” proprio perchè di spettacolo stiamo parlando: Un gesto teatrale, inaspettato e non calcolato neanche dal preciso Amadeus, sicuramente contento per lo share schizzato alle stelle. Neanche per il più giocherellone Fiorello. Figuriamoci per noi umili cronisti. Un gesto istintivo, sentito partire dal basso ventre e liberato dallo strumento più importante dell’essere umano: La voce. Pensato, a detta di Morgan, un momento prima dell’entrata in scena. Forse dopo l’incontro con Gianna Nannini nei camerini dove si è cantato in memoria del classico distrutto, Sergio Endrigo. Sicuramente prima dell’acceso litigio nel backstage pre-esibizione.

Foglietti scritti e venduti all’asta per beneficenza, testimonianza di tale delirio incontrollato. La grande esposizione mediatica ha fatto tutto il resto. Ha trasformato quell’atto in un evento virale anche grazie alle piattaforme social completamente impazzite per questo succoso cortocircuito pronto ad essere sbranato, memetizzato, modificato secondo quelle regole che fanno del consumatore un produttore di contenuti. Prosumer, per dirla alla Marshall McLuhan.

Il motivo scatenante

Per quanto si possa analizzare psicologicamente ed empiricamente, il motivo scatenante e il risultato straordinario di tale episodio è affidato alla genialità improvvisa, all’ispirazione fulminea, alle mille e uno altre motivazioni per cui ci si è spinti a ciò. In quell’asso temporale irripetibile come una performance del miglior Carmelo Bene, si trovano le ragioni nascoste, la scintilla, il colpo da Maestro che ha partorito una delle performance artistiche del 2000.

Intanto Morgan sembra essere un fiume in piena. Dopo il lockdown struggente e devastante, difende con passione Villa Verdi dall’indifferenza, prepara l’uscita di un audiolibro e i fans organizzano una raccolta firme affinchè gli venga affidato un programma di divulgazione musicale sulla Rai. Questa, la strada più idonea ad un talento unico del repertorio italiano contemporaneo, deviato dalle luci effimere di uno star system malato e patinato.

Per saperne di più su Morgan:

A cura di Gianrenzo Orbassano

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