L’estate è la stagione di piatti freschi con pochi ingredienti e aromatizzati con diverse erbe. Si tratta di ingredienti utilizzati sin dall’antichità e intrise da un’atmosfera leggendaria. In estate ce ne sono moltissime, tra cui basilico, menta, salvia, origano.
Le erbe aromatiche nell’antica Roma
Le piante hanno notoriamente diverse proprietà terapeutiche, aspetto che i romani conoscevano molto bene. A dimostrazione di ciò, il fatto che i gladiatori assumessero un po’ di prezzemolo prima della lotta, per essere nella forma migliore. Inoltre sono stati proprio gli antichi romani a diffondere le proprie conoscenze botaniche nel resto d’Europa. Da qui sono nati i primi trattati di erboristeria. La prima testimonianza scritta risale infatti al IV secolo d.C., nel testo romano ”De re coquinaria” di Apicio. In seguito Guillaume Tirel, lo chef el re Carlo V e Carlo VII di Francia, descrive l’utilizzo di ogni erba conosciuta nel suo testo “Le Viandier” del 1330. Dopo di lui lo chef Marie Antoine Carême descrive l’importanza dell’aspetto decorativo delle piante, oltre a quello culinario.
Il basilico è l’erba piu popolare delle regioni mediterranee, dove le condizioni climatiche ne favoriscono la crescita. Secondo la leggenda il nome deriva dal greco basileus, che significa re, proprio per le doti curative cui fa riferimento. Secondo un’altra interpretazione il basilico fa riferimento al basilisco, creatura mitologica in grado di uccidere con un solo sguardo e che poteva essere sconfitta proprio con il basilico. Nell’antichità il basilico era considerato sacro al dio Marte, tanto da essere somministrato ai soldati romani prima di ogni battaglia.
Un’altra erba tipicamente estiva molto utilizzata in cucina è la menta, che puo essere di tre tipologie: menta piperita, la romana e la mentuccia. La menta cresce su terreni umidi e lunghi fossati. Secondo il mito la ninfa Myntha, moglie di Plutone, dopo aver fatto innamorare di se il marito, viene trasformata in una pianta da Proserpina, moglie del dio degli inferi. Giove decide di conferire un aroma intenso alla pianta, in modo da attirare l’attenzione di ogni passante.
L’origano cresce in luoghi aridi e assolati, in montagne e colline. Il suo nome deriva infatti dal greco oros (montagna)e ganos (splendore). Secondo la tradizione la sua nascita è attribuita ad Amarco, incaricato di portare un unguento di profumo alla mensa del Re di Cipro. Entrando a corte inciampa e rompe l’ampolla. A causa della vergogna muore di infarto. Commossi dalla sua umiltà gli dei l’hanno trasformato nella pianta di origano.
La salvia cresce nei luoghi particolarmente sassosi e sui pendii delle regioni mediterranee. I fiori della salvia sbocciano d’estate, e si riconosce per le foglie ovali dal colore argento. La leggenda racconta che durante il periodo della peste coloro che venivano a contatto con gli appestati riuscivano a salvarsi spalmandosi sul corpo una lozione di salvia, timo e lavanda messe a macerare nell’ aceto.
Sonia Faseli
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