Cultura

Luigi Amato, il maestro dei ritratti a pastello

Il primo gennaio del 1898 nasceva Luigi Amato, pittore di origini calabresi molto apprezzato soprattutto oltre i confini italiani. La stima dei suoi contemporanei era rivolta in particolar modo alla capacità di usare i pastelli e all’abilità nella ritrattistica. Dalle figure più umili a quelle più istituzionali, le sue doti nel padroneggiare il colore lo resero molto amato dalla critica.

Nato in una famiglia che si spostava spesso a causa del lavoro del padre, costruttore edile, Amato iniziò fin da bambino a ritrarre oggetti e volti. Proprio dal padre aveva appreso i primi rudimenti di disegno e geometria, vincendo così una borsa di studio all’età di 14 anni per il Regio Istituto di Belle Arti di Roma.

Luigi Amato, Il vecchio padre Francesco - Photo credits: calabriaonline.com
Luigi Amato, Il vecchio padre Francesco – Photo credits: calabriaonline.com

Luigi Amato, gli anni romani

Dopo essere stato chiamato alle armi nel 1916, tornato in Italia Luigi Amato decise di intraprendere definitivamente la professione di pittore. Quasi subito riuscì ad allestire la sua prima mostra personale al Circolo Formazione e Cultura a Spezzano Albanese (CS), il paese di nascita. A questo luogo restò sempre molto legato e ci tornò spesso nel corso i tutta la carriera, riuscendo a cogliere con i pastelli l’essenza e gli sguardi più autentici del

Trasferendosi definitivamente a Roma, entrò in contatto con artisti e intellettuali come Trilussa. Grazie allo scrittore, nel 1925 Amato organizzò la sua seconda mostra nelle sale dell’Associazione Italo-Americana a Palazzo Salviati. Iniziò ad avvicinarsi anche agli ambienti artistici internazionali come il Salon des artistes français di Parigi e la Arlington Gallery di Londra.

Luigi Amato, Interno con figure - Photo credits: artnet.com
Luigi Amato, Interno con figure – Photo credits: artnet.com

Capri e il successo internazionale

Il periodo londinese fruttò a Luigi Amato importante committenze, sia nell’alta società inglese sia in quella italiana. Numerosi politici, alti funzionari dell’esercito e perfino la regina Elena e il re Vittorio Emanuele III, richiesero un ritratto. Su proposta del Ministro dell’Africa Orientale, nel 1939 ottenne il titolo di “Cavaliere della Corona d’Italia”. Tuttavia la vita romana del secondo dopoguerra divenne troppo caotica per Amato.

Dunque nel 1948 scelse di ritirarsi a Capri, dove il suo studio in breve tempo iniziò a essere frequentato da intellettuali e artisti di passaggio sull’isola. Conobbe così un mercato internazionale ed ebbe modo di esporre in gallerie di New York, Chicago, Parigi, Londra, Lucerna, Vienna, Stoccolma e Johannesburg. Morì nel 1961 a soli 62 anni per una malattia fulminante.

Immagine di copertina: Luigi Amato nel suo atelier – Photo credits: biografieonline.it

di Flavia Sciortino

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