Marianne Faithfull e la filosofia dell’imperfezionismo

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Di Redazione Metropolitan

Marianne Faithfull, la bellissima cantante e attrice britannica degli anni ‘60, è nota per una voce incantevole e un passato turbolento. Ha incarnato, con la sua personalità, lo stile di vita degli anni ‘60 che risponde alla frase “sesso, droga e rock ‘n roll”. In seguito al superamento di un tortuoso rapporto con le droghe pesanti, che negli anni ‘70 la condurranno a sfiorare la morte, Marianne delineerà una sua poetica che si può scoprire attraverso l’ascolto del suo ultimo album Negative Capability

“I know I’m not young and I’m damaged. But I’m still pretty, kind and funny”

Il titolo del disco riprende uno scritto del poeta John Keats, secondo il quale la “capacità negativa” coincide con la capacità di condursi nell’incertezza e nel dubbio della vita, senza pretendere di cercare a forza la razionalità nei fatti, senza dover sempre spiegare tutto attraverso la ragione. Marianne era non di meno amante di Shakespeare e riteneva che anch’esso fosse un illustre rappresentante di tale concetto. 

Marianne Faithfull e l’imperfezionismo

Marianne fece sua questa ambizione di vivere con pienezza e con coraggio nonostante l’inevitabile condizione di incertezza insita nella vita umana. Fu la consapevolezza di ciò che la salvò dal baratro e dall’abisso della dipendenza da eroina. Trovò la serenità nell’essere fedeli a sé stessi, anche se l’esserlo significava ammettere una propria caduta, ammettere i propri fatali errori e le debolezze. Ancora oggi Marianne Faithfull, tramite il suo passato e soprattutto tramite il percorso volto al superamento di questo, insegna a saper abbracciare il proprio destino, saper accettare l’imperfezione, ovvero accettare l’idea di non poter raggiungere la perfezione a cui la società ci porta ad ambire, facendoci ammalare di arrivismo.

Nel dolore, saper celebrare la meraviglia e la bellezza che ancora vediamo intorno a noi e che ancora possiamo raccontare, nonostante tutto. Come sosteneva Borges, “perfetto” significa “chiuso”, poiché non lascia spazio a nient’altro in quanto rappresenta qualcosa di finito. Ricordarsi invece di godere delle imperfezioni della vita, delle anomalie, significa non costringere il mondo a rientrare in bordi precisi e sovrastrutture delineate. E’ importante ricordarlo, ancor più oggi. Il mondo non può e non deve essere circoscritto e imbottigliato in stretti confini tracciati da qualcuno. Questo Marianne lo aveva capito e lo scrive senza paura.

La musa dei Rolling Stones

Marianne Faithfull conquistò il cuore dei Rolling Stones e in particolare quello di Mick Jagger. Divenne una vera e propria musa per la band. Nel 1964, Mick Jagger scrisse per lei la canzone As tears go by, una canzone che ricalca molto lo stile della cantante francese Françoise Hardy. In Negative Capability poi Marianne rielaborerà il brano rendendolo più personale, in una versione più malinconica. Gli anni sessanta, nonostante il successo in ambito musicale, segneranno per sempre la vita della giovane cantante. La relazione con Mick la trascinerà in un’oscurità senza fondo. Sono anni che rappresentano per lei l’incontrollata discesa nel buio di un abisso: la dipendenza da droga, la depressione che la condurrà al tentato suicidio.

La sua vita ci ricorda quella descritta da William S. Burroughs in Pasto Nudo. Lei stessa dichiarerà che “solo più tardi ho capito che il libro non è a favore della droga, ma contro”. Quando si riprenderà e si allontanerà finalmente da questo malsano ambiente, la voce sarà più roca; le canzoni più struggenti. Lo stile verterà al punk. Il suo album migliore è forse Broken English (1979), ma in quell’anno la battaglia per la vita è tutt’altro che conclusa. In seguito scriverà gli album Dangerous Acquaintances (1981) e A Child’s Adventure (1983) che ottennero un notevole successo. Ma è solo negli anni ‘90 che comincerà davvero a stare meglio e continuerà a produrre musica fino all’album celebrativo dei 50 anni di carriera: Give me to London (2014).

Marianne Faithfull, icona della moda

Marianne Faithfull fu una delle fashion icon più celebri degli anni ‘60. Oggi non è ricordata solo per la sua voce dolce e intensa, ma anche per aver influenzato e ispirato uno stile nel campo della moda che verrà poi ripreso da modelle che hanno fatto la storia dell’era moderna come Kate Moss e Alexa Chung.

La cantante inglese divenne un simbolo della Swinging London anche per il suo modo di vestire, la frangetta alla Françoise Hardy, gli outfit eleganti, il look unico che la distingueva. 

Marianne Faithfull- Photo Credits: vanityfair.it
Marianne Faithfull- Photo Credits: vanityfair.it

Marianne Faithfull e il cinema

Marianne Faithfull ebbe anche una proficua carriera come attrice sia di teatro che di cinema. Debuttò in un ruolo dello stupendo film di Jean-Luc GodardUna storia americana”. Verso la fine degli anni ‘60 comparve inoltre in due produzioni teatrali, Tre Sorelle di Cechov e l’Amleto di Shakespeare, immenso capolavoro grazie al quale lei comincia ad inseguire la sua poetica che la porterà alla futura redenzione. 

Partecipa anche al film Girl on a motorcycle di Jack Cardiff, insieme ad Alain Delon. Tra gli anni ‘90 e 2000 intensifica la professione di attrice e appare quindi in numerosi film, tra cui ricordiamo il capolavoro di Sofia Coppola, Marie Antoinette. Infine, è prevista tra un anno l’uscita di un film, diretto da Ian Bonhôte, sulla sua intensa e travagliata esistenza.

Immagine in evidenza – photo credits: elle.com

Giulia Scialò

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