Marlene Dietrich, la diva moderna della Hollywood degli anni ’30 e ’40

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Di Redazione Metropolitan

Una voce “roca e inquietante in grado di fare strage di cuori”, come l’ha definita Hemingway, due lunghe gambe, un viso perfetto dagli zigomi alti e uno sguardo gelido e affascinante. Questa era Marlene Dietrich, grande diva della Hollywood degli anni ’30, una leggenda nel panorama, considerata la femme fatale per antonomasia. L’attrice tedesca con le sue interpretazioni ha conquistato il pubblico di tutto il mondo. Tanti i suoi talenti: recitazione, danza, canto, violino e pianoforte. Inizia proprio gli studi come musicista, ma a causa di un infortunio alla mano è costretta a passare al canto, diplomandosi all’Accademia di Berlino.

La sua carriera ha inizio nel ’22 con piccole apparizioni in film muti e spettacoli di cabaret sui palchi di una Germania conosciuta per la sua libertà sessuale. La sua consacrazione avviene però nel 1930, con il primo film sonoro del cinema tedesco, “L’angelo azzurro”. Tratto da un romanzo di Mann, la pellicola diretta da Sternberg racconta di un professore che si innamora di un’attrice di varietà, interpretata dalla Dietrich. Famoso il suo numero di cabaret che mette in luce la sua grande sensualità, sulle note di “Lola Lola”. Il grande successo datole dal film di Sternberg supera i confini della Germania e la fa approdare negli USA, dove la Paramount le offre un contratto. Da questo momento in poi la strada per Marlene sarà in discesa.

Trailer del film “Marocco” (1930)

La rivalità tra Marlene Dietrich e Greta Garbo e gli amanti

La Paramount pensa subito di proporre l’attrice tedesca come rivale dell’attrice di punta della casa di produzione cinematografica MGM, la svedese Greta Garbo. E così la Dietrich viene ripulita e la sua diventa l’immagine di una raffinata sensualità, da cui è rimossa qualunque volgarità. Simbolo della contrapposizione tra le due attrici sono le scene di due film molto importanti della loro filmografia, che propongono i primi baci saffici della storia del cinema. Cronologicamente il primo è “Marocco”, datato 1930. Nella pellicola una Marlene Dietrich in completo da uomo bacia una spettatrice del suo spettacolo di cabaret in un locale. Marlene, con il suo grande fascino, è in grado di attirare l’attenzione di tutti, uomini e donne.

L’evento fa parlare, e così la MGM decide di fare lo stesso nel film “La regina Cristina” (1933), pellicola sulla regina svedese apertamente lesbica vissuta nel ‘600. Viene inserito infatti un bacio tra Greta Garbo (che interpreta la regina Cristina) e una sua dama di compagnia. Ovviamente, trattandosi di un bacio nato per attirare il pubblico, nessuna storia d’amore nasce tra le due donne. E’ interessante notare che in seguito tra Marlene e Greta nascerà una segreta passione consumatasi nei camerini della Compagnia del Teatro di Berlino. Entrambe sono infatti bisessuali, e la Dietrich in particolare non fa nulla per nasconderlo. Nonostante sia sposata con Sieber, un produttore a cui è legata dal ’23, intrattiene numerosissime relazioni con la libertà che la contraddistingue. Tra i suoi amanti ricordiamo Hemingway, Remarque, Edith Piaf.

Marlene Dietrich - Photo Credits: Cinevagabondo
Marlene Dietrich – Photo Credits: Cinevagabondo

Una vita di eccessi

Nel libro di memorie dedicato alla diva, la figlia ci racconta che la sua è stata una vita di eccessi. L’immagine di perfezione che mostrava, infatti, non corrispondeva alla realtà. La Dietrich era tutt’altro che perfetta. Alcolizzata, ossessionata dal suo aspetto, alla ricerca di attenzioni, Marlene non si fidava di nessuno. “Quando cessa l’ effetto dell’ alcol si è depressi e furiosi. È la tragedia dell’ alcol, la tragedia di mia madre. La sua fine è stata una vera tragedia” ha raccontato la figlia nel suo libro, rendendola umana agli occhi di tutti gli spettatori che l’hanno ammirata. Ed è molto interessante scoprire questi aspetti dell’attrice tedesca, perché spesso le vite dei divi di quei tempi erano avvolte nel mistero, in quanto il divismo imponeva riserbo sulla propria vita privata e la costruzione di un’immagine apparentemente perfetta.

La sua carriera vive il periodo più fiorente tra gli anni ’30 e ’40. In seguito l’attrice diminuirà sempre di più le apparizioni. Durante la Seconda Guerra Mondiale Marlene si rifiuta di tornare a recitare nella Germania nazista come richiesto dal Terzo Reich e scappa in America. In seguito testimonierà anche in favore della democrazia, cosa che le farà guadagnare una Legione d’onore e la Medal of Freedom. Disconosciuta dal suo paese, a cui resta però culturalmente molto legata, nel ’39 richiede e ottiene anche la cittadinanza statinitense. Ed è qui che si vede la grande personalità di una donna che nonostante il successo e gli eccessi, non ha perso mai se stessa. Atea, bisessuale, anti-nazista, nonostante i suoi eccessi la Dietrich è e resterà per sempre una delle dive più moderne del panorama cinematografico degli anni ’30 e ’40.

Paola Maria D’Agnone

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