MotoGP Maverick Vinales, l’anno della verità
Maverick Vinales in MotoGP difenderà i colori di Yamaha anche quest’anno. Fra due giorni (12 gennaio) spegnerà 26 candeline e potrebbe avere già pronto il desiderio per questo compleanno: spingersi oltre i suoi stessi limiti. Nella stagione 2021 di MotoGP, accompagnato nel team ufficiale Yamaha non più da un veterano campione, ma dal giovanissimo ex rookie Fabio Quartararo, dovrà davvero dare il massimo. In occasione del suo compleanno, approfondiamo la carriera di Maverick Vinales fino al suo approdo nella massima classe del motociclismo.
Maverick Vinales e la prima minimoto
Lo spagnolo nasce il 12 gennaio 1995 a Figueres, in Catalunya. Quando è ancora molto piccolo la madre subisce un bruttissimo incidente che la rende disabile e soprattutto incapace di prendersi cura del figlio. Dopo questo fatto terribile, sarà costretto a crescere con la potestà paterna e dei nonni. In questi anni, probabilmente prendendo a esempio il cugino Isaac di due anni più grande (ora in WSBK), si appassiona alle moto. Con grandi sacrifici, il padre riesce a farlo correre amatorialmente sulle minimoto già all’età di tre anni. A bordo di esse nei minicircuiti è stato l’unico ad aver vinto contro Marc Marquez.

Gli esordi nei campionati nazionali e l’approdo nel Mondiale
Nel 2009 inizia la carriera vera e propria di Maverick. Egli partecipa al CEV, nella classe 125cc. Come numero sceglierà il 25, il quale lo accompagnerà fino a fine 2018. Il primo anno rivela già delle grandi doti: conclude infatti secondo, quarto invece il cugino Isaac, anch’egli nello stesso campionato. È l’anno dopo quello che lo segnerà, col raggiungimento del titolo di campione sia del campionato spagnolo, che di quello europeo nella gara unica di Albacete. Grazie a queste vittorie, dal 2011 viene ingaggiato dal team Aprilia Pev-Blusens-SMX-Paris Hilton nella ormai pensionata classe 125cc.
Già nell’anno d’esordio nel Mondiale, vince a Le Mans dopo sole quattro gare disputate, compiendo addirittura un sorpasso all’ultima curva. Non tardano ad arrivare neanche la prima pole, altre 3 vittorie e diversi podi. Chiude così il primo anno al terzo posto. Dal 2012 la categoria cambia e viene rinominata Moto3, ripetendo il terzo posto finale con 5 vittorie e 2 secondi posti. Il titolo però è vicino e serve solo pazienza, ma ancora di più costanza. Ecco che infatti Maverick nel 2013 in un nuovo team, questa volta al fianco di Ana Carrasco, diventa campione del mondo Moto3 con 3 vittorie e altri 11 podi.

Veloce passaggio in Moto2 e Maverick Vinales vola verso la MotoGP
Così l’anno successivo passa in Moto2, al fianco di Luis Salom, precedentemente rivale in Moto3. In questo 2014, ottiene 4 vittorie e altri 7 podi, chiudendo al terzo posto. L’annata è solo di di passaggio, in quanto dal 2015 continua la scalata al successo in MotoGP, nella neo (ri)nata Suzuki di Davide Brivio al fianco di Aleix Espargarò. Il primo anno non riuscirà a dare il meglio di sé, ma nel 2016 raggiunge il quarto posto finale, dopo aver incassato 3 terzi posti e la prima vittoria in classe regina a Silverstone. Sarà anche la prima vittoria per Suzuki dal lontano 2007, quando a vincere fu Chris Vermeulen sotto il diluvio di Le Mans.

Da Suzuki a Yamaha, con Valentino Rossi come compagno di squadra
Dal 2017 affianca invece Valentino (da sempre il suo punto di riferimento e pilota preferito) nel team ufficiale Yamaha. Qui prende il soprannome di “Top Gun”, la fonte di ispirazione da cui il padre scelse il suo nome, per le sue incredibili prestazioni iniziali. Egli vinse dapprima in Qatar e in Argentina, poi di nuovo a Le Mans. Questa sarà però l’ultima vittoria di stagione. Nel 2018 la moto gioca brutti scherzi e non riesce ad essere competitivo, in mezzo alla sfida che vede protagonisti solo Marquez e Dovizioso. La prima ed unica vittoria riesce comunque a conquistarla in Australia, dimostrando quanto sia importante essere un pilota di talento oltre che avere un buon mezzo. Conclude anche quest’anno al quarto posto nella classifica finale.

Gli alti e bassi prestazionali dal 2019 ad oggi
Nel 2019 Maverick cambia numero, passando al numero 12. Con 2 vittorie e altri 5 podi, conclude terzo il campionato. La stagione 2020, complice l’annata molto particolare, è invece poco incoraggiante. Conclude infatti sesto con una sola vittoria e due secondi posti in tasca. In particolare, ricordiamo la brutta caduta avvenuta al Gran Premio di Stiria il 23 agosto a causa di un problema ai freni; dove è costretto a lanciarsi dalla moto a circa 270km/h. Pare però che questo problema ai freni fosse dovuto a una scelta sconsiderata da parte del pilota, montando una pinza dei freni sconsigliata da Brembo. Così Rossi commentò l’episodio del compagno di squadra:
“E’ stato bravo e veloce a lanciarsi. Rimanere senza freni è una delle paure più grandi. In queste due gare la Yamaha ha sempre sofferto con i freni.”
Se dapprima la sua caduta è apparsa come un gesto coraggioso, è stato in seguito molto criticato riguardo al ritardo del ritiro, che poteva causare grossi incidenti. Infatti si era accorto del problema già ai primi giri e per questo motivo si era lasciato sorpassare dalla maggior parte dei piloti. Con questo incidente ha dovuto inoltre sostituire il secondo motore. A fine stagione arriverà così a montare la sesta unità che gli costerà una partenza dalla pit lane.

Le prospettive per la prossima stagione rimangono alte. Maverick rimane infatti tra i piloti favoriti, a cui si affiancano altri nomi importanti come Joan Mir, Franco Morbidelli e forse Pol Espargarò in sella alla Honda HRC. Non dimentichiamoci però di Danilo Petrucci, del compagno di squadra Fabio Quartararo, di Alex Rins e, se dovesse tornare in pista, dell’invincibile numero 93. Senza mai tralasciare l’ex compagno Valentino Rossi.
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Giorgia Capaccioli