MovieNerd da Paura: “Terrore nello Spazio” di Mario Bava

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Di Claudio Spagnuolo

Alla vigilia del giorno più terrificante dell’anno e al suo penultimo appuntamento col brivido, “MovieNerd da Paura” si addentra nuovamente nell’orrore fantascientifico dello spazio profondo con “Terrore nello Spazio” del maestro dell’horror italiano Mario Bava. Il film, datato 1965, è tratto dal racconto del ’60 “Una Notte di 21 Ore” di Renato Pestriniero ed è considerato uno dei film di fantascienza più influenti del periodo, capace di ispirare generazioni di cineasti a venire con le sue geniali intuizioni. Uno fra tutti, Ridley Scott nel 1979 si ispirerà particolarmente al lavoro di Bava per il suo ben più famoso e riconosciuto a livello globale “Alien“.

Questa la sinossi del film: “Due veicoli spaziali si schiantano su un pianeta sconosciuto verso cui sono stati guidati da una chiamata di soccorso. I due equipaggi subiscono un’influenza malvagia che spinge i loro membri a uccidersi a vicenda.“.

MovieNerd da Paura: “Nello spazio nessuno può sentirti urlare” (neanche in italiano)

I membri dell'equipaggio Sanya (Norma Bengell) e Makary (Barry Sullivan) esplorano un'inquietante navicella abbandonata con all'interno i resti di alieni dalle dimensioni giganti, da "Terrore nello Spazio" - web
I membri dell’equipaggio Sanya (Norma Bengell) e Makary (Barry Sullivan) esplorano un’inquietante navicella abbandonata con all’interno i resti di alieni dalle dimensioni giganti, da “Terrore nello Spazio” – web

Una richiesta di soccorso da un pianeta inesplorato, un equipaggio inconsapevole dell’imminente pericolo, i resti di una enorme nave spaziale con al suo interno i corpi senza vita di alieni dalle proporzioni giganti, ma soprattutto una terribile razza aliena parassitaria che per sopravvivere e riprodursi ha bisogno di corpi ospiti da infestare. No, sorprendentemente non è l'”Alien” di Ridley Scott, che per evidenti ragioni si è ispirato largamente a questo piccolo gioiello italiano della fantascienza horror anni Sessanta.

Il giudizio

È il 1965 ed il talento visionario di Mario Bava partorisce negli studi di Cinecittà “Terrore nello Spazio“, un film che, seppur realizzato con mezzi a dir poco esigui, è stato in grado di influenzare opere e registi dei due decenni a venire (come molti altri film nella carriera di Bava, del resto): elementi da space opera che sembrano arrivare da una puntata di Star Trek (ma un anno prima che l’Enterprise iniziasse il suo viaggio in TV), i morti che tornano in vita e scoperchiano le proprie tombe tre anni prima che glielo chiedesse Romero nel suo capolavoro zombie, trama e concept che precedono “Alien” di 15 anni, il dubbio e l’inquietudine instillati da un essere alieno döppelganger come farà anche la mostruosa “Cosa” di Carpenter negli Ottanta, e ancora un utilizzo della luce plastico ed espressivo che ricorda il miglior Dario Argento del decennio successivo.

Un’opera così essenziale per il genere e in grado di anticipare così i tempi presenta sicuramente alcuni limiti derivanti dalla sua stessa natura precoce: scenografie e costumi ancora legati all’immaginario retro sci-fi, ritmo narrativo altalenante con alcuni momenti di stallo, prestazioni attoriali non sempre di livello ed effetti speciali basilari. Tuttavia con la sua premessa semplice ma efficace, con i suoi squadrati corridoi e abitacoli spaziali pennellati da colori viscerali e infestati da sussurri distorti, con le sue nebbiose e tetre atmosfere siderali squarciate da urla di terrore e da intensi fasci di luce, e con le sue geniali trovate di regia che catapultano lo spettatore verso lo shock emotivo, “Terrore nello Spazio” è oggi, ancor più di allora, una tappa imprescindibile sul cammino dell’orrore sci-fi.

Voto: 3/5 ⭐️⭐️⭐️

Spaventometro: 2/5 🎃🎃

La locandina italiana di "Terrore nello Spazio" di Mario Bava - web
La locandina italiana di “Terrore nello Spazio” di Mario Bava – web

Claudio Spagnuolo

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