Parliamo in questa occasione della squadra femminile, probabilmente, più forte al mondo, che ha segnato un ventennio ricco di successi, scrivendo pagine di storia del volley mondiale, con atlete che erano dei veri e propri fenomeni della pallavolo, la nazionale cubana degli anni ’80-’90.
La nazionale cubana, l’inizio
L’isola caraibica di Cuba ha da sempre forgiato e posto alla ribalta internazionale dello sport grandi atleti, dotati e costruiti con fisici davvero straordinari. La pallavolo cubana, sia maschile che femminile non è stata da meno nel corso degli anni, possiamo dire che la nazionale cubana ha forse avuto, ad intervalli di tempo, i giocatori più forti al mondo senza mai vincere, almeno a livello maschile, grandi competizioni o medaglie pregiate, sfiorando spesso il primo posto.
Discorso invece completamente diverso per il settore femminile, in quanto la nazionale cubana ha segnato un’epoca davvero straordinaria per circa un ventennio, scrivendo pagine di storia uniche di questo sport.
Il primo Mondiale
Ma partiamo dall’inizio. Nel 1978 mentre gli azzurri nel Mondiale di casa conquistavano uno storico argento, dopo aver battuto in semifinale i fortissimi cubani, nei Mondiali femminili disputati in Russia, erano invece proprio le ragazze cubane a trionfare, rompendo il dominio planetario fino ad allora avuto da Russia e Giappone, peraltro dominando l’intera manifestazione, con dieci vittorie su dieci incontri, strapazzando in semifinale le padrone di casa per 3-1 e poi schiantando le nipponiche in finale con lo stesso punteggio.
Le ragazze cubane erano condotte in panchina da colui che ci rimarrà incollato per ben ventotto anni, il “Maestro” Eugenio George Lafita.
Dopo questo successo però, causa anche le rinunce e i vari embarghi ai giochi olimpici di Los Angeles ’84 e Seoul ’88, le cubane non riescono a ripetersi nelle successive manifestazioni, anche perché alla ribalta sale una nuova nazionale, quella della Cina, trascinata da una straordinaria giocatrice, Lang Ping, che porterà le sue compagne alla conquista di numerosi titoli.
Verso Barcellona ’92
Siamo agli inizi degli anni ’90, mentre la Cina inizia ad avere un naturale declino, comincia a prendere corpo quella che diventerà la “Invincibile armata” cubana, a partire dalla Coppa del Mondo dell’anno seguente, come campionesse uscenti, avendo vinto l’edizione del 1989. Vincere questa edizione avrebbe significato anche avere il pass per i giochi di Barcellona ’92 e Cuba ci riesce, grazie ad un miglior quoziente set nei confronti di Cina e Urss, arrivate con lei a pari merito. Quello che però salta agli occhi è la nuova stella del volley mondiale che sta nascendo tra le fila di Cuba: la giovanissima Regla Torres, centrale di 193 cm.
Gli immensi talenti di Carvajal e Luis
La squadra cubana è decisamente giovane e talentuosa, oltre alla Torres ha tra le sue fila altre atlete meravigliose, come la Carvajal e Mireya Luis, giocatrice che pur non avendo un’altezza rilevante, solo 175 cm, dotata di una potenza nelle gambe ed un piano di rimbalzo unici, riuscendo a colpire la palla ad altezze siderali, ben oltre i 3,30 mt., 3,39 mt per l’esattezza.
Lafita è cosciente di avere una squadra di alto livello, ma mantiene nel tempo un profilo decisamente basso. Ai giochi spagnoli, passa il girone da prima e imbattuta, trovando in semifinale gli Usa, battuti in rimonta al tie-break e giocarsi poi la finale contro la CSI (ex URSS), assicurandosi nella peggiore delle ipotesi, la medaglia d’argento, prima della storia del volley cubano.
Il primo Oro Olimpico
La finale si rivela essere una delle partite più belle e incerte della storia, Cuba la spunta per 3-1 contro le fortissime russe di coach Nikolai Karpol, detto l’”Orso urlante”, che cadono sotto i colpi devastanti di Magaly Carvajal, soprannominata “lo sguardo della morte”.
Da qui in poi la nazionale cubana diventerà un rullo compressore, facendo incetta di premi e trofei in tutto il globo, contando su una squadra decisamente giovane, costruita per assicurarsi un futuro davvero lungo e roseo.
Il secondo titolo Mondiale
I Mondiali brasiliani del ’94 sono l’occasione giusta poi per cercare conferme, cimentandosi con le squadre più forti del pianeta. Le cubane hanno un percorso netto in tutta la manifestazione, fino giungere alla finale infuocata proprio contro le padrone di casa, sostenute da un tifo incredibile. Ma davanti alla “Equipo de Maravilla” non c’è torcida che tenga: glaciali e determinate fin dalle prime battute, le cubane distruggono e umiliano le verdeoro per 3-0 (15-2, 15-10, 15-5) vincendo di fatto tutte le partite, senza perdere un set e con la Torres MVP del Mondiale.
Il sestetto messo in campo da Lafita è quello che scriverà la storia di questo decennio: Carvajal, Luis, Torres, Bell, Costa e Izquierdo.
Atlanta ’96
Arrivano intanto i giochi di Atlanta ’96 e Cuba, nelle prime gare fatica e stenta ad ingranare, subendo due sonore sconfitte contro Brasile e Russia, qualificandosi per la fase successiva per il rotto della cuffia, incrociando la rete ai Quarti contro le padrone di casa. Resettando quanto fatto fino ad allora, le cubane partono forte lasciando a 1 le statunitensi nel primo set, 10 e 12 i successivi, accedendo così alle semifinali, ritrovando così lo smalto dei giorni migliori.
Il secondo Oro Olimpico
La semifinale le pone di fronte, in una sorta di rivincita, alle brasiliane, che giocano con il coltello fra i denti per una “vendetta” da consumare, ma le cubane riescono ancora una volta ad avere la meglio in rimonta al quinto set, con le solite Luis e Carvajal stratosferiche e con l’ausilio anche della Bell (20 muri), battono 3-1 la Cina di Lang Ping, questa volta in panchina, in una finale quasi senza storia.
La nazionale cubana di pallavolo oramai è padrona del Mondo, ma una brutta notizia scuote, al momento, il clima euforico conquistato dalle ragazze, infatti, a causa di critiche contro il governo di Castro, riguardo le strutture inadeguate nella quale si allena la nazionale, costano il posto al guru Lafita, subito sostituito da Antonio Perdomo.
Verso i Mondiali giapponesi
Nonostante l’avvicendamento, le fortissime ragazze cubane non subiscono il contraccolpo psicologico e continuano a macinare vittorie, iniziando l’anno successivo nel Campionato Nordamericano di Porto Rico, la seconda piazza nel World Gran Prix e Grand Champion Cup, ma è nel triennio 1998-2000 che vincono ogni cosa.
Il ‘98 è l’anno dei Mondiali giapponesi e le cubane ci arrivano da campionesse uscenti e con un gioiello in più nel roster, Tai Aguero.
Anche in questo evento, nonostante il cambio di formula, percorso netto, cosa che fa incontrare alle cubane nuovamente la Cina per il titolo iridato, ma il risultato resta sempre lo stesso, con la Torres ancora una volta nominata MVP dell’intera manifestazione. Dopo il mondiale arrivano anche i successi nei Giochi centramericani e caraibici e nel Montreux Volley Masters, mentre Campionato nordamericano, World Grand Prix, Coppa del Mondo e Montreux Volley Masters nel ’99, quando i giochi australiani di Sidney 2000 sono vicini.
La meravigliosa cinquina
I giochi vedono un nuovo cambio di regolamento, con l’introduzione del “rally point system”, il girone è una pura formalità per le forti cubane, che hanno la meglio anche sul Brasile dopo una semifinale pazzesca, finita solamente al quinto set, con Ruiz (18 p.ti), Aguero (14) e Torres (14 e 7 muri) mattatrici del match. Per la finale, le cubane tornano da dove avevano iniziato la loro storia vincente, rincontrando nuovamente Nikolai Karpol, tornato a sedere sulla panchina russa, mentre le caraibiche rincorrono una ”cinquina” consecutiva perfetta, tra Olimpiadi e Mondiali.
La Russia parte forte e va 2-0 nei set, ma come in altre occasioni, Cuba risorge e va a vincere in rimonta un oro straordinario, chiudendo a 7 il tie-break a suo favore, completando l’opera e consacrando la squadra come la formazione del decennio nel volley mondiale.
Torres Mrs Secolo
Nella pallavolo continentale, nessuna squadra ha ottenuto i successi, peraltro consecutivi, nella quale è riuscita la nazionale cubana femminile, la ”generazione di fenomeni” al femminile degli anni ’90, una squadra composta da giocatrici straordinarie, sia a livello atletico che tecnico, con la consacrazione avuta nel 2001 dalla FIVB per Regla Torres, quale “Giocatrice del Secolo”, avendo la meglio sul fil di lana su un altro monumento quale Lang Ping.
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