Benvenuti nell’universo cinematografico di Movie Award. Faremo un viaggio a Cannes alla scoperta di un film che ha vinto controversamente la Palma d’oro. Parleremo di immigrazione, di romanzi e di cinema danese. Abbiamo dedicato la puntata di oggi a “Pelle alla conquista del mondo” di Bille August
“Mi piacciono le buone storie e tutti i miei film sono basati su personaggi forti perché hanno molto da raccontare sugli esseri umani. Ma se decidi di trasformare un romanzo in una sceneggiatura è importante capire subito che tipo di film vuoi fare ed è necessario essere infedeli al romanzo stesso, allo scopo di rispettarne lo spirito”
È una dichiarazione che spiega come Bille August abbia lavorato a “Pelle alla conquista del mondo” portando sullo schermo l‘omonimo romanzo di Martin Andersen Nexø. È il secondo tentativo di adattamento dopo quello televisivo di “Pelle der Eroberer” di Christian Steinke e il ritorno sullo schermo di una storia dai toni melodrammatici. Al centro della trama l’emigrazione dalla propria terra natale di un padre e di un figlio che tra diverse difficoltà cercando una vita migliore. Un viaggio valorizzato da una fotografia forte ed efficace.
Pelle alla conquista del mondo, le grandi interpretazioni dei protagonisti
Bille August qualche mese fa ha dichiarato di essere al lavoro per portare sullo schermo una nuova storia di migranti dopo “Pelle alla conquista del mondo”. Nel film che quasi quarant’anni fa gli fece vincere la Palma d’oro si era concentrato molo sul tema della povertà e dei conflitti tra poveri enpadroni. A dare poi un tocco fortissimo al suo film c’erano stati le grandi interpretazioni di un mostro sacro come Max von Sydow e del giovanissimo Pelle Hvenegaard. Von Sydow ebbe infatti una nomination agli Oscar come migliore attore protagonista mentre il giovanissimo Hvenegaard fu premiato con lo Young Artist Award. Le loro interpretazioni donarono infatti un carisma eccezionale ai personaggi del film di August.
Una Palma d’oro sorprendente
Quando l’allora presidente di giuria Ettore Scola annunciò la Palma d’oro a Bille August il verdetto fu sorprendente per molti critici. Nessuno infatti si aspettava che il film del regista danese potesse vincere il prestigioso premio. “Pelle alla conquista del mondo” è infatti considerato ancora oggi dalla critica uno sceneggiato televisivo melenso, noioso e stereotipato. C’era inoltre all’epoca fu un film molto atteso per la vittoria finale come “Bird” di Clint Eastwood sulla vita del famoso musicista jazz Charlie Parker che fece conoscere al pubblico un allora sconosciuto Forest Whitaker. Un talento premiato alla Croisette per la miglior interpretazione maschile.
Stefano Delle Cave
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