
Senza turismo i ristoranti di Roma devono reinventarsi. Il ristorante Camillo, in piazza Navona a Roma, presenta una proposta originale per aperitivi e pranzi informali, in un contesto del tutto particolare.
Lo storico ristorante Camillo
La famiglia De Sanctis gestisce il ristorante in piazza Navona da quattro generazioni, dal 1890. L’idea di cambiamento era già nei programmi, ma l’emergenza sanitaria ha reso necessaria questa scelta. Infatti l’emergenza ha messo in seria difficoltà le attività che lavorano in luoghi turistici. Gli attuali titolari, Filippo e Tommaso, cui papà Enrico aveva intenzione di lasciare l’attività dal prossimo anno, sono entrati in azione prima del previsto. Hanno rimodulato l’offerta e l’identità del ristorante di famiglia, intraprendendo un nuovo inizio. Piazza Navona è sempre stata per la sua bellezza artistica e architettonica meta ambita dai turisti, in ogni momento dell’anno. Ora però sono i romani i veri frequentatori della zona e si sono momentaneamente sostituiti ai turisti (sebbene dal 3 giugno sarà di nuovo possibile tornare a viaggiare).
Un’attività per la clientela romana che potrà accontentare anche quella turistica
I proprietari sono consapevoli che una svolta di questo tipo è un ritorno al passato, quanto l’aperitivo in piazza era abitudine comune dei romani. Verranno rimodulati i prezzi garantendo un’offerta originale, che potrà incuriosire anche i turisti una volta che torneranno a visitare la Capitale. “Abbiamo dovuto accelerare, con piacere, un progetto già cantiere. C’è stata una grossa debacle economica, ora anche noi siamo un’azienda in difficoltà, ma in futuro questo reset ci darà tanto” spiega fiducioso Tommaso. Aggiunge: “Io prima di ritornare alla casa base ho visto realtà di ristorazione diametralmente opposte a quello che c’è stato nel centro di Roma finora: noi i romani in piazza non avremmo mai pensato di poterli attrarre, l’immaginario collettivo che fa di questo luogo uno scenario da turismo di massa ha sempre pesato in tal senso. Ma la colpa è anche nostra che abbiamo iniziato a interpretare il turismo così. Per noi è un sogno riconquistare i romani, e spero anche di lanciare un trend, per far sì che quando torneranno i turisti saremo capaci di accoglierli in modo diverso, cambiare le carte in tavola“.
Esperienze di viaggi riportate nei piatti
Tommaso, il titolare, ha girato il mondo e desidera fare delle proprie esperienze culinarie e lavorative una vera e propria risorsa per il ristorante. In Giappone ha scoperto interessanti tradizioni gastronomiche ed ha portato in Italia numerosi ingredienti per iniziare a sperimentare. Il fratello Filippo, con una laurea in finanza aziendale, ora è responsabile marketing. Nella prima fase di apertura con il solo asporto è nata l’idea del Drinketto, un aperitivo take away in bottiglia sigillata, oggi consumabile anche comodamente seduti ai tavolini in piazza, accompagnato da uno sfizioso street food.
Un menù innovativo
La pietanze esplorano tutto il mondo, dai panini al vapore con sughi classici della romanità, ai mazemen (ramen asciugo). Le proposte sono poche ma improntate su tre orizzonti: Roma, l’Italia e il mondo. L’obiettivo del ristorante è quello di differenziarsi il più possibile dagli altri, in modo tale da essere una scelta alternativa. Al momento non è disponibile il servizio al tavolo, ma ci sono due banconi predisposti per gli ordini. Il cliente può decidere se sedersi al tavolo o portar via. Il Camillo è aperto ininterrottamente dalle 11 del mattino fino a notte fonda. I titolari sono ottimisti e vogliono trasformare il momento di difficoltà in un’opportunità di cambiamento: “C’è bisogno di impegno, ed elasticità, dobbiamo essere pronti a migliorarci sempre. Ma siamo piuttosto reattivi ai cambiamenti, di certo non torneremo come prima, vogliamo essere più facili e più moderni. L’ambizione è creare qualcosa di successo che possa smuovere la mentalità che ci ha sempre danneggiato. Magari anche fare scuola”.
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