Cultura

Sadzylla, intervista a Giulia Corona: quando l’arte incontra la parola

Sadzylla è il progetto artistico creato da Giulia Corona. In poco tempo, la sua pagina instagram si è fatta notare nell’impervio mondo dei social sempre più saturo. Sadzylla è una sorta di diario illustrato: colpiscono i colori sgargianti dei disegni, gli sfondi intervallati ora da toni scuri, ora da sfumature più chiare. Ma, ciò che sbalordisce in positivo è la maestria con cui Giulia abbina alla sua arte visiva anche quella letteraria: sì, perché Sadzylla non è solo disegno digitale! E’ contenuto, poesia, porzioni di vita. Un abbinamento fra visione e riflessione: illustrazioni originali accostati a testi che, con ironia e realismo narrano problemi quotidiani. Dove i social sono, oramai, una vetrina esasperata nel dimostrare perfezione e felicità perenne, Sadzylla dà voce e forma a sentimenti attinti dalla realtà in cui tutti si possono riconoscere.

Sadzylla, illustrazioni che inducono alla riflessione

Chi è Giulia Corona?

Ho 22 anni. Sono nata e cresciuta a Cagliari dove tuttora vivo. Non ho conseguito particolari studi nel campo artistico. Quello per la scrittura e per l’illustrazione è un interesse che mi ha sempre accompagnato ma che è maturato spontaneamente negli anni. Essendo il mio un progetto fortemente autobiografico, chiaramente c’è molto di Giulia in Sadzylla.

Sadzylla, illustrazioni - Photo Credits: Instagram, profilo ufficiale
Sadzylla, illustrazioni – Photo Credits: Instagram, profilo ufficiale

Come nasce il progetto “Sadzylla”? È una sorta di Alter-Ego di Giulia?

Sadzylla è nata nell’estate del 2018 come semplice profilo Instagram in cui avevo deciso di raccogliere alcuni miei primi disegni accompagnati da testi. È nata senza alcuna aspettativa. Mi seguivano solo i miei amici e mi andava bene così.Pian piano le condivisioni dei post sono aumentate e con esse il seguito della pagina. Sadzylla è una parte di me, forse portata allo sfinimento e certamente enfatizzata. Come dico spesso, Sadzylla sono io ma io non sono (solo) Sadzylla. È un mio contenuto, non il mio contenitore.

Ciò che colpisce del tuo progetto artistico, è il curioso e d’impatto abbinamento fra illustrazioni e testo, come una sorta di diario illustrato. Perché questa scelta?

Non è stata una scelta ragionata. Semplicemente trovato più d’impatto il fatto di legare i testi alle immagini. Il messaggio è più forte e diretto. Il risultato è la più precisa trasposizione dell’emozione che ho in mente in tutte le sue sfumature, proprio grazie a questo sistema procedurale.

Sadzylla, illustrazione - Photo Credits: Instagram, profilo ufficiale
Sadzylla, illustrazione – Photo Credits: Instagram, profilo ufficiale

Una sorta di visione tragicomica dei sentimenti mista a realismo e ironia. Quali autori della letteratura ti hanno ispirata?

Marjane Satrapi, Sylvia Plath, Italo Calvino, Cesare Pavese, su tutti. Ma in generale ogni lettura, dalle più significative alle meno memorabili, finisce per influenzare il modo in cui vivo e conseguentemente il modo in cui creo.

Parlaci di ”Emotivazioni”, il tuo libro. Scrivere mettendo a nudo emozioni e vulnerabilità ti ha aiutata a superarle?

Scrivere il libro, come scrivere in generale, ha significato non tanto superare i miei sentimenti quanto a metabolizzarli e ad affidare così loro una collocazione esterna dal mio corpo. Non me ne libero mai davvero. Ma offrirle agli altri mi alleggerisce molto.

Emotivazioni, Sadzylla - Photo Credits: Instagram, profilo ufficiale
Emotivazioni – Photo Credits: Instagram, profilo ufficiale

Parli di amori, relazioni, rapporti con te stessa e gli altri. Quanto c’è di Giulia e quanto di Sadzylla in tutto ciò che racconti?

Tutto muove da mie esperienze personali. Non so scrivere se non di me.

Citando Sylvia Plath, in uno dei tuoi lavori affermi:

”Io esisto e non ho bisogno di nessun mantra per ricordarlo. […] Io esisto, Sylvia. Esistevi anche tu, ma forse non ci hai mai davvero creduto”.

Credere in sé stessi, amarsi, accettare le proprie debolezze, perché umane. È questo il messaggio per i tuoi lettori?

Non ho nessuna intenzione didattica, in verità. Non c’è un vero e proprio messaggio prestabilito dietro i miei lavori. Cerco solo di comunicare agli altri come mi sento in quel particolare momento, nel modo che mi viene più naturale. Cerco di liberarmi dal clima di stigma che ruota attorno alle emozioni negative. Voglio che chi mi legge possa liberarsi dalla vergogna per come si sente. È naturale. Siamo tutti meno strani di quanto pensiamo.

Stella Grillo

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