San Simeone di Gerusalemme, cugino di Gesù

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

San Simeone di Gerusalemme è il secondo capo della primitiva comunità cristiana di Gerusalemme. Secondo Eusebio di Cesarea, Simeone è stato anche secondo vescovo, poiché cosi lo chiama nella sua “Storia ecclesiastica”. L’elezione di Simeone è riferita da Egesippo, uno dei primissimi scrittori cristiani, forse palestinese, giunto a Roma verso la metà del II secolo. Seguendo le sue informazioni lo storico Eusebio scrive: “Dopo il martirio di Giacomo e la caduta di Gerusalemme che subito seguì, narra la tradizione che gli apostoli e i discepoli del Signore che erano ancora in vita, si unirono ai parenti del Signore e tennero consiglio tutti insieme per decidere chi giudicare degno di succedere a Giacomo“.

Simeone menzionato nel “Vangelo come vescovo e figlio di Cleofa, fu anche uno dei due discepoli che sulla strada di Emmaus incontrarono il “Risorto“, senza dapprima riconoscerlo, come scrisse San Luca. Simeone ritenuto cugino del “Salvatore” guidò l’unica comunità cristiana formata interamente da ebrei, e costretta alla migrazione dopo la distruzione di Gerusalemme. Il loro rifugio fu la terra di Pella di Perea, oltre il Giordano, dove trovarono e fissarono dimora.

Disegno di San Simeone di Gerusalemme photo credit: sursumcorda.cloud
Disegno di San Simeone di Gerusalemme photo credit: sursumcorda.cloud

San Simeone di Gerusalemme le persecuzioni e il martirio

Quando nel 62 i Giudei ebbero ucciso S. Giacomo, suo fratello, primo vescovo di Gerusalemme, egli vi fu eletto successore. La comunità guidata da Simeone prosperò anche sotto gli imperatori Vespasiano e Domiziano riuscendo a sfuggire alle persecuzioni. Simeone visse anche sotto Marco Ulpio Traiano. L’imperatore sembra non aver mai  lanciato  persecuzioni dirette contro i cristiani. La denuncia subita da Simeone arrivò per mano di eretici, che lo accusarono di essere discendente di Davide e cristiano.

Così subì il martirio all’età di 120 anni, sotto Traiano Cesare e il console Attico. Quest’ultimo governava la Giudea e seguì di persona il giudizio e l’esecuzione, meravigliandosi per il coraggio di Simeone nei “molti giorni” delle torture, alle quali seguì la crocifissione. San Simeone di Gerusalemme fu condannato alla crocifissione e subì il martirio.

di Loretta Meloni

Immagine di copertina ( San Simeone di Gerusalemme) photo credit: wikipedia.org

Facebook

Instagram

Twitter