Silvana De Mari, chi è l’autrice fantasy condannata per diffamazione e perché

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Di Redazione Metropolitan

Sono state pubblicate oggi le motivazioni della sentenza di condanna per diffamazione di Silviana de Mari, autrice fantasy, saggista e psicoterapeuta che nel 2017 aveva scritto sul suo blog opinioni omofobe e lesive della dignità della persona. “Il movimento Lgbt vuole annientare la libertà di opinione e sta diffondendo sempre di più la pedofilia“, stando alle dichiarazioni incriminate della scrittrice. La Corte d’Appello, che ha confermato la condanna, ha inoltre sottolineato che le dichiarazioni di De Mari “abbiano travalicato i limiti della legittima manifestazione del diritto di opinione e di critica”, sconfinando nella diffamazione. La natura delle affermazioni sarebbe inoltre volta a “trasmettere un messaggio denigratorio tranchant e incisivo, in quanto propalato in un contesto nel cui ambito l’imputata rivendica competenze qualificate, derivanti dal suo patrimonio di conoscenze di medico e di studiosa”.

Le “fantasie” e la diffamazione della scrittrice e psicoterapeuta Silvana De Mari, vicina al movimento No-Vax e al Popolo della Famiglia di Mario Adinolfi

Alcune delle dichiarazioni preoccupanti della De Mari

Questa volta le sue “fantasie” non sono confinate in un libro. Ma forse sarebbero state meglio in un’opera di finzione. Le motivazioni della Corte d’Appello non lascerebbero dubbi sulla natura lesiva delle dichiarazioni della scrittrice. Il processo, di cui si sono costituite parti civili il Coordinamento Torino Pride e la Rete Lenford, “chiamate in causa dalla propaganda denigratoria dell’imputata”, che “hanno sentito l’urgenza di attivarsi a tutela della propria onorabilità e reputazione”. L’avvocato della De Mari ha già comunque presentato il ricorso in Cassazione.

Silvana De Mari non ha mai ritrattato le sue dichiarazioni, anzi. Nell’aprile scorso, la scrittrice si era resa protagonista di un altro processo per diffamazione. Altre dichiarazioni parimenti estreme: contro il circolo di cultura omosessuale Mario Mieli aveva infatti affermato che i suoi membri sarebbero “simpatizzanti di pedofilia, necrofilia e coprofagia”. Queste fantasie pseudo-sataniste le sono valse il pagamento di 5000€ per danni morali al circolo oltre a 1000€ di multa, come riportato da La Stampa. Ma non finisce qui. Nel 2017 l’Ordine dei Medici aveva avviato un processo disciplinare nei suoi confronti per via delle sue teorie antiscientifiche sulla “terapia di conversione“. La scrittrice aveva definito il Green Pass uno “stupro farmacologico”. Un’inedita visione del mondo, dunque, che due processi non sono riusciti a fermare. Se l’omosessualità, stando a una sua dichiarazione dell’ottobre 2018, “si può guarire”, è facile dubitare se esista una cura proprio per il cospirazionismo.

Alberto Alessi

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