L’appuntamento con la rubrica “Cronache del mistero” oggi ci porta negli anni ’20. Sullo sfondo l’America ruggente del jazz, ed è qui che inizia la storia di Starr Faithfull. Ad undici anni Starr Wyman fu affidata dai genitori al patrigno, nonché marito della cugina della madre, tale Andrew Peters. Avvocato, uomo di successo, padre di famiglia e futuro sindaco di Boston. Insomma, sembrava proprio l’ambiente giusto per far crescere bene una ragazzina figlia di genitori in perenne lite, che di lì a poco avrebbero divorziato. Peters manifestò fin da subito un interesse molto intenso per la piccola Starr. La bambina poteva godere della bella casa dei Peters, della loro tenuta per le vacanze, andare al mare, a cavallo, frequentare una scuola esclusiva per le fanciulle della buona società. Fu proprio a scuola, che Starr cominciò a manifestare disturbi del comportamento.
Divenne, timida, riservata, schiva, ma anche a casa il suo atteggiamento cambiò, apparendo a volte distorto da chissà quali turbe, infatti a volte la ragazzina stupiva tutti vestendosi da uomo. Tra lusso e dissolutezze la ragazzina crebbe divenendo una ragazza scapestrata, in cerca di divertimenti ed emozioni, a volte al di là dei limiti del buon comportamento e spesso sopra le righe. Cominciò a creare non pochi imbarazzi alla madre, alla sorella e anche al patrigno capitano di industria, che le aveva dato il suo cognome.
La morte di Starr Faithfull
Capelli corti, arricciati, abiti alla moda, amanti, party continui, sbornie. Starr Faithfull sembrava la tipica socialitè, occupata solo a godere di divertimenti che altre giovani potevano solo sognare. Dietro riccioli e sguardi languidi però, la venticinquenne Starr nascondeva un’esistenza tutt’altro che ruggente. Era l’8 giugno del 1931, quando il nome di Starr comparve su tutte le prime pagine dei giornali americani di allora. Il mare aveva restituito il corpo della ragazza, sulla spiaggia di Long Beach. Abito griffato, niente indumenti intimi e sul corpo diversi graffi. Gli esami tossicologici parlarono chiaro: nel fegato erano presenti dosi massicce di barbiturici, e Starr non era certo nuova all’abuso di sostanze. La sua passione erano i party dell’high society a bordo delle navi da crociera.
Era la sera del 5 giugno 1931, l’ultima in cui madre, patrigno e sorella videro Starr, la ragazza quasi sicuramente era salita sullo Yacht Mauretania, in procinto di partire per le Bahamas. E dopo i drink inaugurali, doveva esser rimasta a bordo. Bella, ricca, ribelle. Le autorità indagarono, trovando bigliettini e lettere inquietanti. In una di queste Starr aveva scritto che, in fondo la vita era eccitante quando ti restano solo ventiquattro ore. Vennero trovati i suoi diari nei quali venivano descritti racconti espliciti, elenchi di amanti, e accenni ad un cugino con il quale non aveva intrattenuto rapporti propriamente fraterni. Una ragazza difficile, una ragazza con tanti, forse troppi segreti. Ma la polizia sembrò accontentarsi, d’altronde tutto lasciava pensare ad un suicidio. Il patrigno di Starr però a quel punto decise di parlare tirando fuori una storia di famiglia. Una storia vecchia, una brutta storia.
Involontaria protagonista Hollywoodiana
Nel 1924, la madre di Starr sposò Stanley Faithfull, l’uomo che diede a Starr un nuovo cognome, l’uomo che ebbe un assegno a diversi zeri versato da Peters per mettere a tacere le rivelazioni che Starr, ormai cresciuta, aveva fatto alla madre dopo una serata all’opera e poi in albergo con l’affettuoso zio. Anni di molestie ed etere (utilizzato per diminuire resistenze dell’adolescente nel corso degli anni). La storia finì sui tabloid. Peters, dato il clamore suscitato dalla vicenda che potrebbe potuto annientarlo politicamente, ebbe un malore.
La pubblicità però si ritorse anche contro lo stesso patrigno della Faithfull, poiché un tabloid dimostrò che lui, imprenditore finito, si era mantenuto a galla col denaro esporto, negli anni, a Peters in cambio del silenzio. La breve inchiesta sul corpo della giovane non portò a conclusioni definitive. L’omicidio era probabile (molti amanti, molto nemici) ma niente prove. Col tempo l’interesse dei media andò scemando, e la storia di Starr tornò ad essere “solo” una vicenda di abuso ed un caso irrisolto. La storia di Starr, bella, glamour e infelice, ha ispirato nel tempo scrittori e registi. Tra i lavori ispirati alla vicenda, ricordiamo il film Butterfield 8 (in italiano, Venere in Visone) che valse a Liz Taylor un Oscar per l’interpretazione del personaggio ispirato proprio a Starr Faithfull.
di Loretta Meloni
Immagine di copertina (Starr Faithfull) photo credit:reddit.com