Il mattino ha Hitler in bocca a Stella Manente. Circa poi dei treni che arrivano in orario. E un grande numero di omosessuali radunati tutti insieme in fila. Banalità del male su Instagram e il lato inquietante degli influencer.

Lo ammetto, a rischio di sembrare spocchiosa, io non so minimamente chi sia Stella Manente. Quando osservavo i google trends alla ricerca di una notizia che mi concedesse un esercizio di stile divertente, ho trovato il nome di Stella Manente sopra e sotto a parole a me più note. La banalità che percepivo in quel nome (non dico che lo sia lei come persona, anzi, se vorrà chiacchierare con me di questa cosa l’aspetto) mi ha spinto a cliccare. Perché così tante persone stavano cercando il concetto “Stella Manente”? Perché il significante “Stella Manente” ora aveva un altro significato associato: Hitler. E allora ho capito.

Ma chi è Stella Manente, nuovo anticristo del Gay Pride?

Penso che il discorso debba partire da qui, poi potremo parlare di altro. Ok, io non avevo idea di chi fosse Stella Manente, e allora – per scrivere un pezzo che la riguardasse – mi sono detta che avrei come minimo dovuto capire chi fosse. Quali sono le cose a cui ambisce? I suoi desideri? Qual è il nocciolo di integrità a cui si attaccherebbe di fronte all’apocalisse?

Avendo dovuto subire il tradimento da parte di Wikipedia, ho letto un po’ di sue interviste. E… e niente. Non ho trovato molto.

Ok ho saputo della sua grande passione per l’equitazione e la sua ammirazione nei confronti dell’archetipo del cavallo in corsa. Insomma, non c’era molto. Non è che la sua unicità trapelasse per chissà che cosa. Erano interviste per lo più banali. Mi hanno lasciato più vuoto di prima. Quindi non c’è nulla da fare: volevo che ai miei occhi lei sembrasse una persona, ma i media avevano deciso che di lei dovessi solo pensare che fosse una modella. Era così terrificante. Altro che Gibson e il Cyberpunk.

Stella Manente: costruzione mediatica banale che usa “Hitler”

La storia brevemente è questa: in ritardo per un treno, e non consapevole che la folla che vedeva intorno a sé fosse conseguenza del Gay Pride di Milano, il nostro significante “Stella Manente” esprime il suo disappunto tramite una storia di Instagram in cui afferma ciò che segue:

«Cioé io sto perdendo il treno in mezzo a questa massa di ignoranti, andate tutti a morire ca**o. Perché non esiste più Hitler? Sarebbe dovuto esistere Hitler. Tu guarda che ammasso di gente ignorante che sta bloccando la strada. Io veramente vorrei capire la polizia dove ca**o è, a farsi le seg*e perché non ha un ca**o da fare, cioè una vergogna guarda…»

Linguaggio volgare. Ira. Uso di uno dei concetti più tabù della storia dalla Seconda Guerra Mondiale, “Hitler”. Tutto questo tramite un social network attraverso cui la nostra Stella Manente (in questo caso la persona al nocciolo che vive del suo lavoro, non la costruzione mediatica) guadagna. Lo so che forse non è così facile trovare una correlazione con l’accaduto, ma queste cose parlano di potere. Stella Manente sente di poter fare determinate cose perché semplicemente può farlo. Nello stesso modo in cui gli articoli che parlano di lei, come anche questo che state leggendo, in realtà sono una forma di pubblicità diffusa estrema. Lei non perderà il lavoro, non sarà boicottata. E poi, che diamine, lei si è scusata. Era stanca, ha straparlato. E allora si aprono tre scenari della banalità, e non so quale sia il peggiore. E a dire il vero mi dispiace molto umanamente per lei.

Scenario A: Stella Manente lo ha fatto apposta, consigliata/incentivata dal suo “entourage”

Non mi sorprenderei mai di cose del genere. Pensate a Giorgia Meloni e Game of Thrones, di cui avevamo parlato qui. Alla fine i suoi esperti di social media marketing hanno lesti fatto sparire il manifesto incriminato. Questo potrebbe essere l’esempio più trash del caso riportato. Mondi che si muovono in parallelo anche se su livelli diversi. E poi, magari, nel clima politico adatto, anche “Hitler” ha fatto cose giuste, no?

Scenario B: Stella Manente lo ha fatto veramente per “banalità”

Avete presente quando vi rammaricate di aver usato detti sessisti o modi di dire razzisti perché ci sono scappati superando la soglia di vigilanza della mente? Certe locuzioni le abbiamo sentite così tante volte che alla fine, quando abbassiamo la guardia, escono fuori. Se sei il concetto “Stella Manente” poi finisce che ti escono fuori anche su Instagram, perché… beh perché per soldi stai spesso là. Come quella puntata di Bojack Horseman dove troviamo la nostra adorabile Diane intenta a twittare come copywriter per più di una star e cominciare a combinare disastri.

Scenario C: Stella Manente pensa davvero quello che ha detto, anche se sa che sono cose di cui non andare proprio fiera in pubblico

Stella Manente è fortunata, il rasoio di Occam non è sempre l’approccio migliore da cui partire. Ancora di meno se si parla di fatti sociali e individuali. Questo scenario è quello più semplicistico: lei pensa tutto quello che ha detto, ma sa che si deve scusare per aver detto pubblicamente ciò. Sa che la volontà sociale maggioritaria in certi ambienti la schiaccerebbe, ma sa anche che molti la pensano come lei. E allora… piede in due scarpe nell’indecisione?

Stella Manente: tra banalità del male, banalità del linguaggio e banalità di Instagram

Qua si parla di banalità ricche di significato. Perché a volte i nostri universi di significati diventano delle realtà che richiedono uno sforzo in più per permetterci di capire gli strumenti che utilizziamo. Le parole non sono dei semplici gusci vuoti, allo stesso modo in cui i concetti “Stella Manente” e “Hitler” sono carichi di più significati.

E allora la nostra modella decide, mentre interpreta il suo ruolo di influencer di IG, di usare “Hitler”. E questa banalità, questa semplicità nel proferir parole dal passato pesante (intervallate da volgarità comunissime), è interessante. Perché “Hitler” è usato in parallelo a c***o. Non c’è differenza di valore. E poi Stella Manente si scusa, si scusa dopo aver preso consapevolezza. E si scusa perché questo deve essere fatto se sei una influencer di IG e se poco prima hai usato “Hitler” e c***o come intercalare. E i giornali parlano di te. E farai visualizzazioni. E guadagnerai. E poi si ricomincia.

Ed ecco la banalità di Instagram. La nuova banalità del male.

di Eleonora D’Agostino

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