Oggi parliamo di un altro monumento del volley internazionale, che ha anche lui appeso le ginocchiere al chiodo, ma che non ha abbandonato del tutto il mondo della pallavolo, uno dei massimi esponenti del ruolo di opposto degli anni ’80-’90, che ha esaltato le folle dei palazzetti di tutta Italia, dando spettacolo con la sua squadra di club e nazionale: il rosso Steve Timmons.
Steve Timmons, gli inizi
Steve Dennis Timmons, per tutti Steve, nasce il 29 novembre 1958 a Newport Beach, in California (USA) e i suoi inizi sportivi sono decisamente distanti dal volley, infatti inizia giocando a basket nella formazione del Newport Harbor Liceo. Finito il liceo, si trasferisce nella vicina contea di Orange frequentando l’Orange Coast College (OCC) giocando per la squadra di basket dei pirati del college stesso, vincendo subito il campionato della Athletic Association della California Community College (CCCAA).
Nel frattempo si avvicina anche al volley, sempre nello stesso college, entra a far parte della squadra e gioca il suo primo campionato CCCAA arrivando secondo prima di trasferirsi alla University of Southern California, abbandonando definitivamente il basket e divenendo da subito un “fenomeno” del volley: con il team universitario dei Trojan vince il Torneo di Pallavolo maschile NCAA 1980, entra a far parte della formazione ideale del campionato, riconoscimento avuto anche nei successivi anni ’81 e ’82, militando sempre nella Southern California.
La chiamata nella US Team
Arriva poi per Steve, la chiamata in nazionale, in preparazione dei giochi Olimpici di Los Angeles 1984 dove la squadra a stelle e strisce vince la sua prima medaglia d’oro, con Timmons nominato MVP dell’intera manifestazione. Oramai è una grande e bella realtà del volley e con la nazionale Usa continuerà a dominare la scena mondiale anche negli anni seguenti, completando il “Triple Crown”, vincendo la Coppa del Mondo nel 1985 e Mondiale nel 1986 ed un’altra medaglia d’oro anche alle Olimpiadi coreane di Seoul 1988, venendo eletto come “miglior muro”.
In quello stesso anno avviene la sua consacrazione, ricevendo numerosi riconoscimenti personali, quali l’elezione a giocatore dell’anno maschile di pallavolo dal Comitato Olimpico degli Stati Uniti e ancora, nominato il vincitore del MVP Award all 1988 Super Four Tournament.
L’arrivo in Italia
Dopo Seoul Timmons lascia gli States e diventa professionista, venendo a giocare nel 1990 in Italia, nella Messaggero Ravenna, allenata da Daniele Ricci, con in squadra compagni quali Gardini, Vullo, Margutti, Venturi e l’altro “Mr Secolo”, Karch Kiraly e fu subito scudetto, successiva conquista del campionato del Mondo per Club nel 1991, la Coppa dei Campioni CEV e la SuperCoppa Europea CEV nel 1992. Nella squadra romagnola, Timmons esalta al massimo le sue qualità, uno dei primi ad interpretare al meglio il ruolo di posto due, servito sempre con puntualità dal regista Fabio Vullo e pedina fondamentale di un puzzle davvero perfetto, raggiungendo il record di squadra di ventiquattro vittorie consecutive.
Dopo il biennio passato in Italia, Steve torna nello US Team per partecipare ai Giochi Olimpici di Barcellona 1992, conquistando la medaglia di bronzo, nominato anche in questa occasione nello All Spectacular Team e diventando il secondo giocatore di pallavolo al mondo a vincere tre medaglie olimpiche consecutive.
Dall’indoor al beach volley
Oramai Steve è una stella planetaria, con la sua nazionale continua a vincere manifestazioni internazionali, fino al 1986 quando al culmine della sua carriera, lascia il volley indoor per passare al beach volley: qualche anno dopo sale all’altare una prima volta con Jeanie Buss, figlia di Jerry Buss, proprietario dei Los Angeles Lakers, ma il legame dura solamente tre anni, mentre la seconda volta si lega all’attrice Debbe Dunning con la quale ha tre figli, prima di separarsi anche con lei.
Nel 1998 viene incluso dalla FIVB nella Volleyball Hall of Fame per meriti sportivi.
Fuori dal parquet
Dopo diversi successi anche nel beach volley, Steve diventa co-fondatore ed ora è l’ex presidente di una nota marca di abbigliamento sportivo d’azione e stile di vita, che ha venduto nel 2003.
Quando parliamo della “Long Gray Line” (questo è il soprannome per tutti quegli atleti che hanno gareggiato a Newport Harbor High), parliamo del più grande atleta uscito dalla scuola californiana, pur essendo arrivato in ritardo a praticare il volley.
Rivolgendosi ai ragazzi della Newport Harbor, durante una manifestazione in suo onore, disse: “Sono solo un esempio di quegli atleti che stanno provando uno sport per il primo anno, ho avuto alcune capacità atletiche. Sono stato un esempio del fatto che se persegui qualcosa e sei disposto a lavorarci abbastanza duramente e lo desideri abbastanza male da poter avere successo. Lavorare insieme come una squadra è la più grande sfida e la più grande esperienza che puoi avere”.
La nuova vita nel volley
Come detto in apertura, Steve Timmons, non ha abbandonato il volley: ora allena una squadra femminile Under 16, la Wave di San Diego.
Per chi, come chi scrive, ha avuto il piacere di veder giocare Steve, è stata davvero un’emozione unica, lui che ha rivoluzionato un ruolo, lui che è stato il primo e uno dei migliori interpreti, il pioniere, lui che ha sempre detto di essere “un fiore sbocciato in ritardo.”
I titoli vinti da Steve Timmons
con US Team: due medaglie d’oro olimpiche, una medaglia di bronzo olimpica, un Campionato del Mondo, medaglia d’oro al Campionato Nordamericano e Giochi Panamericani, Medaglia d’oro al Campionato del Mondo, un argento ai Goodwill Games, un argento al World Top Four, una medaglia d’oro alla Savin Cup
con i club: vinto la NCAA Division, uno scudetto italiano, una Coppa Italia, Un Campionato Mondiale per Club, una Coppa dei Campioni, una SuperCoppa Europea
Individuali: MVP Olimpiadi 1984, Best Blocker Olimpiadi 1988, MVP World Super Four, Inserimento nella Volleyball Hall of Fame
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