Stranger of Paradise Final Fantasy Origin Recensione, alla fine ha vinto CAOS?

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Di Lorenzo Mango

Stranger of Paradise Final Fantasy Origin: dalle promesse, un Final Fantasy quasi Souls Like-Action, con personaggi e situazioni prequel rispetto all’originale Final Fantasy per NES? Dove devo firmare? Tutto ciò che amo nei videogiochi, potenzialmente, inserito in un pacchetto unico recapitato su console next gen e PC. E oltre a Square Enix ci hanno messo le mani sopra quei geniacci di Team “Nioh” Ninja??? POTENZIALMENTE un capolavoro, potenzialmente una hit imperdibile per tutti gli amanti della decennale saga JRPG, potenzialmente una variazione sul tema che può fare scuola e dettare le basi per i seguiti regolari dal 16 in poi. Potenzialmente… e quasi basta, purtroppo. Lato pratico, gioco alla mano, le perplessità (chiamiamole così) abbondano. E una alla volta presentano un conto abbastanza salato al giocatore.

Stranger of Paradise Final Fantasy Origin Recensione

Stranger of Paradise Final Fantasy Origin Recensione, cosa sta succedendo?

Le sequenze iniziali di Stranger of Paradise lasciano senza parole. Non per una particolare epicità o bellezza, sia chiaro. Le cut-scene di gioco, infatti, sono prerenderizzate e separate dai momenti ludici (in engine di gioco) come si faceva X anni fa. Di più: separate dal ritorno in game da mini-caricamenti con schermo nero. Un vero tuffo nel passato, non trovate? E sebbene siano di fattura soddisfacente, specie quelle più importanti a livello di trama, la maggior parte delle volte ispirano un fortissimo senso di scollamento al giocatore. Uno scollamento a 360 gradi che non risparmia nessun aspetto della produzione. Scollamento tra una cut-scene e la successiva; tra i dialoghi dei personaggi che partecipano alle scene; tra lo stile del racconto, il tono dei personaggi, e infine quel che accade, poco dopo, pad alla mano durante gli scontri. 

“Cosa sta succedendo?” vi chiederete a più riprese, in special modo all’inizio, quando ancora non siete consci dello stile di Stranger of Paradise. Fino al punto in cui, non potendo prendere troppo sul serio il tono della vicenda, vi sembrerà tutto così assurdo da pensare che forse era quella l’intenzione dei developer. Colpirvi a tradimento con una finta maestosità “alla FF tradizionale”, messa al servizio ora di scambi imbarazzanti ed elementari, ora di colpi di scena assurdi. E anche se sul finale sembra palesarsi una maggior coerenza, ormai la frittata è fatta.

Stranger of Paradise Final Fantasy Origin Recensione

Tecnicamente arretrato?

Su questo punto ci sarebbe da disquisire, in realtà. Perché Stranger of Paradise Final Fantasy Origin è tanto esteticamente figlio della precedente generazione, quanto contenutisticamente desideroso di appartenere alla presente. Il classico “si applica ma non riesce”? Nemmeno. Piuttosto, sembra quasi che una volta trovata l’idea per un genere rivoluzionario a cui accostare una saga storica, si siano messe sul tavolo troppe idee contemporaneamente. E semplifica semplifica, si sia giunti a un prodotto finito che non si limita a semplificare il gameplay; ma che “plastifica” modelli di personaggi, nemici e ambientazioni nel tentativo di astrarle. Di mettere bene in chiaro che Stranger of Paradise è Final Fantasy solo fino a un certo punto. 

Purtroppo, parola ricorrente in questo pezzo, la strategia funziona in parte solo finché ci limitiamo ai modelli delle armature, delle armi e dei nemici. Tutti soddisfacenti, ma privati del fattore immaginifico ed evocativo “tipico” che possedevano nelle loro forme JRPG. Il tutto, mentre il gioco naufraga inesorabile nel design ambientale. E di Dungeon in dungeon è evidente che non sussistano differenze di sorta nelle location che attraversiamo. Vuoi per un level design che abusa di corridoi e vicoli ciechi, vuoi per la succitata (voluta o meno) plasticosità generale dei modelli. Metteteci pure che gli elementi interagibili si riducono a qualche cassa e un paio di forzieri in ogni stage, ed ecco che al titolo “Stranger of Paradise” potrebbe seguire un nome qualunque, al posto di “Final Fantasy”.

Stranger of Paradise Final Fantasy Origin Recensione

Stranger of Paradise Final Fantasy Origin Recensione, per fortuna c’è Team Ninja

Quindi: a colazione una trama fatta di flash poco incisivi, a pranzo un lato tecnico apparentemente arretrato, e adesso non ci vedo più dalla fame. Ma per fortuna… c’è Ninja Theory! Che con il suo gameplay action collaudato, rapido e ritmato, tenta di risollevare le sorti di Stranger of Paradise Final Fantasy Origin. O almeno, lo fa per determinate categorie di gamer. Quelli più “Monsterhunteriani“, con in testa più statistiche e numeri che parole e lettere. Per loro, Stranger of Paradise può diventare un discreto parco giochi in cui cimentarsi con pirotecniche evoluzioni e testare classi diverse sui protagonisti. Ciascuna dotata di numerose abilità uniche sbloccabili, combo e finisher liberamente equipaggiabili. 

Tuttavia, anche per questo specifico tipo di player il gioco può ben presto venire a noia. In particolare, a mietere più vittime sono di sicuro la difficoltà altalenante, ma tendente verso il basso; sporadicamente innalzata da orde specifiche, o Boss FIght più dure delle altre. E poi, per l’appunto, le Boss Fight. Che anche a fronte di una varietà estetica notevole, merito della fonte principale (il magnifico design del Final Fantasy originale) presentano moveset mai troppo vari o davvero memorabili.

Il problema, è che di davvero indimenticabile Stranger of Paradise offre ben poco. Per un nemico che ci richiama alla mente uno scontro epico nel passato, un attacco particolarmente pirotecnico che ci galvanizza un po’, uno scorcio più ispirato o un colpo di scena ben assestatp, ha pronta dietro l’angolo una risposta assai meno emozionante. Una valanga di equip inutili; identici nelle stat ed esteticamente differenziati da un nastro ora rosa, ora blu. Una Boss Fight troppo facile, e una dalla difficoltà artificiale e ingiusta. Il protagonista, adulto  forte e vaccinato, che in un contesto medieval-fantasy-cyberpunk, vince una battaglia contro un acerrimo e imponente nemico, che si rivela essere una giovane ragazza mingherlina circuita da un incantesimo, e ora chiede aiuto. In quel momento lui scrolla le spalle. Si mette delle cuffie nelle orecchie, e fa partire una musica metal-emo. “Vabbè” esclama. E se ne va. 

Mancanza di… anima?

Quel che questo Final Fantasy full action porta con sè di buono, non basta a soddisfare i palati affamati di hype. I fan della saga, o anche solo i fanatici di un genere che ci ha abituato a dare più importanza al gameplay, certo; ma senza mai scordare il ruolo importantissimo della motivazione extra-ludica. Che sia la trama, l’art direction, l’estetica di amici, nemici, la spettacolarità delle boss fight. Cosa dire al riguardo di Stranger of Paradise? Del giocatore che lo acquista, lo approccia, e si trova catapultato in un isekai tanto frettoloso di iniziare, quanto di procedere e terminare? Non lo nutrono i personaggi bidimensionali a dir poco; non lo empatizzano le situazioni narrate con l’enfasi sottotono di uno spin-off disamorato. Nemmeno ingranano mai davvero, alla lunga, i ripetitivi combattimenti fast paced; nonostante Team Ninja abbia evidentemente salvato la produzione da un effetto domino disastroso. 

Così, alla fine, solo abbassando le aspettative e alzando la tolleranza, chiudendo un occhio o due sulla trama e sulla legnosità dei personaggi (tanto fisica quanto spirituale) si può vivere Stranger of Paradise come un looter action che non lascia totalmente a bocca asciutta. Senza troppa anima, ma con tante botte. Altrimenti, Stranger of Paradise Final Fantasy Origin risulta, purtroppo, un titolo che avrebbe avuto bisogno di un po’ più di cura pre lancio, che assicurasse una maggior coerenza ludo-narrativa. Un gioco da depennare dalla lista dei pubblicati; “tirato via” velocemente come si fa con un cerotto. Ahia.

STRANGER OF PARADISE FINAL FANTASY ORIGIN RECENSIONE | TESTATO SU PC

Specifiche del PC su cui è stato eseguito il test:

  • Sistema operativo: Windows 10 (64-bit)
  • Processore: AMD 7 3700x
  • Memoria: 16 GB di RAM
  • Scheda video: NVIDIA GeForce RTX 3070

+ Tante armi con moveset unici, un sistema di doppia classe che funziona, tanti numeri da analizzare per i “matematici”
+ Il design dei nemici è abbastanza buono e fedele alle controparti JRPG
+ Il sistema a missioni e aree istanziate farà felici i giocatori più tecnici
+ Ogni area dura il giusto per favorire rigiocabilità…

– …ma la difficoltà spesso triviale non sprona il giocatore a ripetere le missioni
– Ci sono davvero troppi equip doppi con skin ricolorata “e basta” (stesse stat)
– Le arene e i dungeon sono poco interagibili e tendenti al corridoio
– Tecnicamente sembra arretrato persino su PC

VOTO: 7