“Suite Francese”:storia di un amore impossibile

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Di Redazione Metropolitan

“Suite Francese” è il film tratto dal bestseller di Irène Némirovsky uscito postumo, sessanta anni dopo la sua morte . Il film è ambientato durante la caduta della Francia sotto la Germania nel 1940. La piccola cittadina di Bussy si prepara all’arrivo di un battaglione tedesco, con lei anche Lucille Angellier, rifugiata parigina che vive insieme alla austera suocera . Un giovane ufficiale tedesco Bruno von Falk è alloggiato presso di loro, tra i due cominciano a nascere sentimenti contrastanti, nonostante l’orrore che vivono.

A rovinare l’atmosfera ai due amanti ci sono le vicende che accadono nel paesino, le vendette e la violenza della guerra. Lucille nasconde molti oppositori ebrei e oppositori del regime nazista. Sarà proprio questa sua umanità a far cambiare idea a Bruno e a farle credere in un futuro differente. Il soldato sarà sempre lacerato trai suoi sentimenti e gli obblighi verso il suo paese, l’amore tra i due non è straziante solo perché impossibile da realizzarsi, ma soprattutto perché mette in discussione le idee per cui Bruno darebbe la vita.

Suite Francese-Photo Credits.web

“Suite Francese: la storia vera del suo romanzo e del suo ritrovamento.

Irène Némirovsky è una ricca ebrea, dopo aver vissuto in varie nazioni europee si trasferisce in Francia nel 1919 e comincia a scrivere fino al 1940, anno delle leggi razziali. Nel 1941 si trasferisce in un piccolo paesino francese come nel romanzo proprio a causa delle persecuzione nazista, sarà proprio in questo periodo che comincia a scrivere il suo capolavoro. L’opera avrebbe dovuto svilupparsi come un poema in 5 parti, ma solo questo frammento arriva a noi. Nel 1942 è deportata ad Auschwitz, il marito tenta in tutti i modi di salvarla, entrambi muoiono lo stesso anno nel campo di concentramento.

Prima della deportazione il marito di Irène affida alle figlie una valigetta con due documenti, che contiene anche i suoi diari. Molti anni più tardi, una delle figlie capisce che non si tratta di un diario, ma di un romanzo che comincia a trascrivere. L’opera vede la luce solo nel 2004. Dopo molte resistenze e ripensamenti da parte delle figlie, ma è subito un successo. La fama dei romanzi significa per le figlie come diranno in seguito una cosa fondamentale: “mia madre non è morta, la sua arte, sopravvive all’orrore nazista, non è morta è eternamente viva grazie al suo romanzo, i nazisti non l’hanno uccisa”.

Irène Nèmirovsky-Photo Credits:web

Suite Francese e i film sull’Olocausto

C’è una vicenda reale e tragica dietro la storia d’amore, la tragedia degli ebrei francesi, costretti a rifugiarsi in piccoli paesi per sfuggire al nazismo. Il legame è proibito tra i due, non solo perché Lucille è sposata, ma soprattutto perché appartengono a due nazioni e due ideologie diverse. Il conflitto è sempre presente in Bruno, che grazie all’amore comprende che esiste una via differente di servire il proprio paese, ma resta fedele agli obblighi della sua divisa.

Al contrario degli altri film sull’Olocausto, Suite Francese si concentra sulla parte civile della guerra da parte di una donna. Non ci sono frammenti riguardanti il campo di concentramento, ma il piccolo paese di Bussy diventa il centro del mondo. La storia d’amore diventa uno stimolo per la donna, per ribellarsi e a combattere per se stessa, a ribellarsi alla feroce occupazione. Il romanzo e in seguito il film sono un prezioso testamento che ci lascia la scrittrice, non solo per i fatti narrati, ma per il messaggio che ci lascia. Irène come dicono le sue figlie, dimostra che i nazisti non sono riusciti ad ucciderla, la sua arte vince sulle barbarie e sul tempo.

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