Il nonno di Alberto Cotta Ramusino ci aveva visto lungo, dando al suo nipotino l’affettuoso nomignolo Tananai, in emiliano “piccola peste”. Il bambino terribile dell’italopop ci ha abituati, in questi anni, a stare in allerta quando si tratta di lui o della sua musica. Sfoderando il suo miglior sorrisetto furbo, il cantautore meneghino sa sempre dove e come colpire per far breccia nel cuore dei suoi fans.
Sembra passato un secolo, eppure, da quel Sanremo Giovani che gli ha spalancato le porte del successo, sono trascorsi appena tre anni. In un lasso di tempo molto esiguo, però, il dandy dal cuore di panna è stato più che bravo a costruirsi una carriera di tutto rispetto, fatta di scelte intelligenti. Dal 2022 ad oggi Tananai ha infilato una serie di hit dietro l’altra, dalla rediviva Baby Goddamn ad Abissale, fino alla recente Veleno, pubblicata il 15 marzo 2024. Anche i suoi featuring, pochi ma buoni, hanno contribuito al consolidamento nel panorama musicale nostrano. Basti pensare al tormentone retrò La Dolce Vita, insieme a Fedez e Mara Sattei, o al boppone techno Un altro mondo, in compagnia di Merk & Kremont e Marracash. L’estate 2024 lo ha visto nuovamente ai piani alti delle classifiche grazie al duetto con la reginetta Annalisa, reclutata per Storie Brevi. Ora, forte anche dei riscontri positivi delle ultime uscite, è pronto a sfoderare l’artiglieria pesante. Il suo nuovo album, CalmoCobra, è da oggi disponibile nei negozi e sulle piattaforme digitali.
Tananai: «CalmoCobra è un monito»
Il titolo del disco è già un potente indizio circa la volontà, da parte di Tananai, di fare le cose sul serio. Un promemoria per se stesso di non lasciarsi travolgere dalle lusinghe della fama. «CalmoCobra deriva da un monito che mi hanno rivolto in passato», spiega l’artista, «Dopo il mio primo Sanremo, dall’essere un signor nessuno, mi sono ritrovato ad essere riconosciuto per strada. È accaduto tutto in maniera improvvisa, dall’oggi al domani. Quando il mio manager percepiva che cominciavo a montarmi la testa, a comportarmi in maniera diversa e a stravolgere la mia personalità, mi richiamava all’ordine: “Calmo, cobra!”».
La tracklist, composta da dodici brani, di cui nove totalmente inediti, affronta l’amore nella sua interezza, con un’inclinazione verso la sofferenza. Perché sì, le relazioni possono far male, e molto. Ecco allora una raccolta di tutte le sfumature dei sentimenti, a volte fugaci, altre travolgenti, quasi sempre totalizzanti. CalmoCobra è un’antologia nostalgica di ricordi, emozioni e fantasie che bruciano ancora, ma che, in fondo, meritano di essere raccontate. Il Peter Pan che scherzava con Amadeus sul palco dell‘Ariston è cresciuto, e si sente. Senza aver perso quella scintilla fanciullesca che lo caratterizza, Tananai presenta un’opera più matura e consapevole, naturale tappa del suo processo evolutivo lavorativo e personale.
CalmoCobra: la tracklist
CalmoCobra si apre con la Fango, in cui la parte strumentale sembra prevalere sul cantato. Si tratta del primo pezzo del nuovo progetto ad essere stato scritto e composto; appare quindi ovvio che funga da intro all’album. La traccia è nata in un momento di pausa, fortemente voluta da Tananai dopo un biennio frenetico. Un istinto di autoconservazione che lo ha aiutato a rimettere in ordine pensieri e priorità; ovunque la vita lo porti, Alberto sa quanto tirare fuori il suo mondo interiore sia fondamentale. Ecco, dunque, che anche quando si sente impantanato, il desiderio di conunicare vince su qualsiasi timore, sin da quando era un bambino che si esibiva solo nella sua cameretta. Questo amarcord di gioventù è evidente nella velata (ma non troppo) citazione a J-Ax e alla sua Piccoli per sempre, primo, ma non ultimo riferimento al pop made in Italy.
Booster è un inno all’amore adolescenziale dalle sonorità vagamente anni Ottanta, quello vissuto senza remore, in modo innocente. Ci si prende, ci si lascia, si torna insieme in una danza convulsa e non sempre coerente, ma perfettamente in linea con un animo giovane e ancora non indurito dalla vita. Ragni, uscita a settembre come singolo, è una ballad melanconica, una ninna nanna dolce, ma con un retrogusto di rimpianto. Una promessa, fatta all’altra persona, ma anche a sé, di migliorare, imparando a capire che «il dolore non vuol dire necessariamente sangue». Punk Love Storia mostra un Tananai più sfacciato e divertente; i “due cuori e una capanna” diventano “due cuori e un arresto”, e i protagonisti, una sorta di inesperti Bonnie e Clyde, finiscono male. L’omaggio a Non me lo so spiegare di Tiziano Ferro è un colpo basso (ma necessario) per tutti i millenials.
Tananai torna con CalmoCobra, cronaca agrodolce di amori e paure
La mente umana è strana, si sa, e spesso porta a fare dei ragionamenti inaspettati. Quando un rapporto termina, ad esempio, è possibile che si finisca a chiedersi se si conosca o meno qualcuno in grado di preparare un panettone. Questo e altri quesiti inusuali sono contenuti in Androne. Vaniglia, malgrado il nome, è la traccia più amara dell’album, sin dal suo incipit «Tranquilla, ti avviso se mi uccido». La base mielosa stride, ma non in senso negativo, con il testo, a dimostrazione di quanto ragione e sentimento possano andare in contrasto. Il sound, a tratti, ha dei lontanissimi richiami a Battiato; un altro tributo?
«C’era Italia-Inghilterra nel bar», canta Tananai in Guarda cosa hai fatto; cosa succede quando due persone che sono state separate per un periodo s’incontrano nuovamente? Si ha la percezione di essere tornati alle prime fasi di una conoscenza, con tutte le ansie e paure del caso. E allora cosa si può fare? Semplice (più o meno): ci si riscopre, ripartendo da zero. Primo estratto da CalmoCobra, distribuito marzo 2024 e certificato disco di platino, Veleno è la cronaca di un viaggio emotivo costellato di rischi, ma in cui la voglia di “buttarsi”, a costo di cadere rovinosamente, è più forte di qualsiasi dubbio o timore.
Il nuovo album, tra tormentoni e ricordi adolescenziali
Chitarra acustica e cori indie dominano Nessun Confine, serenata dolente per una persona che, probabilmente, non c’è più. La voce del cantautore è calibrata e trattenuta, e il suo sussurro s’innalza oltre le nuvole, nella speranza di raggiungere chi è ormai altrove. Siamo alle battute finali di CalmoCobra, e si arriva a una delle collaborazioni più riuscite della stagione passata, quella tra Tananai e Annalisa. Storie Brevi è una chicca pop senza la pretesa di essere un capolavoro, ma in cui l’ugola d’oro della Scarrone e i bassi del cantante milanese si fondono alla perfezione, lasciando intendere che questo non sarà il loro ultimo tandem. Margherita è un manifesto femminista, sexy e, a tratti sbarazzino, ma che inneggia alla libertà sessuale delle donne. Alberto invita a sentirsi bene con il proprio corpo e a disporne come meglio si crede; una società che giustifica sempre l’uomo e condanna degli atteggiamenti solo se ad averli è una ragazza è un problema, che non può bloccare l’indipendenza e l’autodeterminazione personale.
Il cerchio si chiude con Radiohead, gioiellino elettropop che ci riporta a un Tananai teenager, pieno di aspettative e fantasie. Erano tempi diversi, e per essere felici bastava passare il pomeriggio in skate con i suoi amici o rintanarsi in macchina per ascoltare Thom Yorke e soci, isolandosi dal resto del mondo, in attesa di lasciare una periferia troppo angusta per contenere tutti i suoi sogni.
La “piccola peste” è diventata grande
CalmoCobra è esattamente ciò che ci si poteva aspettare dal “nuovo” Alberto, eppure ci sorprende; il livello è salito, il lavoro dietro ogni traccia è attento e minuzioso, e si vede. Il dualismo che contraddistingue questo artista in costante crescita resta il suo punto di forza. Lo abbiamo conosciuto al Festival mentre, leggero e scanzonato, ballava sulle note di Sesso Occasionale. Abbiamo iniziato a volergli bene grazie all’autoironia con cui ha accettato l’ultimo posto e abbiamo continuato ad apprezzare la sua simpatia.
Quando poi, nel 2023, abbiamo saputo che sarebbe stato nuovamente in gara tra i Big, lo abbiamo eletto all’unanimità Capitano delle nostre squadre del FantaSanremo, convinti che ci avrebbe strappato più di una risata. E invece Tananai ha sparigliato le carte in tavola con la struggente Tango, sorprendendo tutti, forse anche se stesso, attraverso la delicata cronaca di un amore spezzato dalla guerra. Avrebbe potuto continuare a fare il saltimbanco, e invece ha optato per la strada più ostica e autentica, quella della vulnerabilità. Un salto nel vuoto che, come questo album conferma, si è rivelato vincente.
Federica Checchia
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