Tom Hanks nasce a Concord il 9 Luglio 1956 e nella sua carriera riceve sei candidature agli Oscar. E’ tra i soli due attori nella storia ad aver vinto due Oscar come miglior attore nel 1994 per Philadelphia e nel 1995 per Forrest Gump. Per la produzione della pellicola Forrest Gump non fu concesso all’epoca un budget abbastanza cospicuo, per questo motivo l’attore è intervenuto a livello finanziario, sovvenzionando il film. Per interpretare Andrew Beckett invece nel film Philadelphia, Tom Hanks perse 14 chili per dare meglio l’impressione del malato di AIDS in fase di tracollo, sempre più evidente durante le scene del processo.
Philadelphia di Tom Hanks e la dedica dell’Oscar alle vittime di Aids
Una delle grandi interpretazioni di Tom Hanks fu quella dell’avvocato Andrew Beckett nel film Philadelphia, che gli valse il suo primo Oscar nel 1994, come miglior attore. Nel film il suo personaggio intenta una causa contro lo studio legale in cui lavora, dopo essere stato licenziato in quanto malato di Aids e omosessuale. È uno dei primi film contro l’omotransfobia. Tom al ricevimento della statuetta ha dedicato l’Oscar a tutte le persone che hanno perso la vita a causa dell’Aids. Al momento della premiazione l’attore ringraziò in maniera particolare due persone a lui molto care, un suo caro amico e un suo ex professore, Rawley. Peccato però che il professore in questione non aveva mai fatto coming-out fino ad allora. Il film ottiene quattro candidature e due premi Oscar, per miglior attore e miglior canzone originale cantata da Bruce Springsteen. Vince inoltre due Golden Globes e incassa 75,4 milioni di dollari. Ispirato a una storia vera, la stesura della sceneggiatura dura 5 anni interi, studiando ogni scena e ogni singola parola con precisione. Il film tratta il tema dell’Aids e della discriminazione, tramite un arduo dibattito processuale. Tom Hanks ci fa percorrere le fasi drammatiche che deve attraversare essendo etichettato come “diverso e malato”. L’attore viene affiancato da Denzel Washington, nei panni del suo ostinato avvocato. È il primo film degli anni 90 a trattare il tema dell’Aids, che in quegli anni causa un numero spropositato di decessi. Il film si era basato sulla storia vera dell’avvocato di New York Geoffrey Bower, morto di Aids nel 1987. Il legale denunciò “Baker & McKenzie” lo studio per cui lavorava, che lo licenziò proprio perché malato di Aids.
Philadelphia è ispirato alla storia dell’avvocato Geoffrey Bowers licenziato per discriminazione
Philadelphia è ispirato alla storia dell’avvocato Geoffrey Bowers. Nato nel 1953, laureato in scienze politiche alla Brown nel 1984, inizia a lavorare per uno studio di avvocati di Philadelphia. L’anno successivo l’uomo soffre di forti mal di testa e dopo le prime diagnosi riversate sulla meningite segue quella nel 1986 di Aids. 12 dei 15 avvocati soci dell’azienda votarono per licenziarlo. Bowers presenta così ricorso alla sezione dei diritti umani dello Stato di New York portando lo studio di avvocati a processo. L’accusa fu di licenziamento per discriminazione. Il processo dura sei lunghi anni, al termine di questo lo studio risarcì l’uomo con 500.000 $. Purtroppo l’avvocato muore nel 1987, dopo solo due mesi dall’inizio del processo. Andrew Beckett è un giovane avvocato gay di Philadelphia, che dopo aver scoperto di essere malato di Aids, viene licenziato dallo studio di avvocati in cui lavora. Il pretesto del licenziamento è apparentemente l’inadempienza professionale ma in realtà è licenziato perché siero positivo. Poco prima della scoperta della malattia di Andrew il suo capo lo aveva incaricato di seguire un’importante causa. La causa di Beckett è declinata da 9 avvocati prima di essere assunta da Joe Miller (Denzel Washington). Durante il processo viene raccontato l’incontro di Andrew con uno sconosciuto in un cinema gay, momento in cui probabilmente è stata contratta la malattia. Emergerà anche la sua relazione con Miguel Alvarez, interpretato da Antonio Banderas. La giuria infine darà ragione a Beckett, in quanto appare a dir poco bizzarro che lo studio di Philadelphia avesse affidato all’avvocato un’importante vertenza pochi giorni prima la scoperta della sua malattia. Il giorno dopo la sentenza però Andrew muore di Aids in ospedale.
Forrest Gump, l’uomo che strinse la mano a tre presidenti
Forrest Gump interpretato da Tom Hanks, vede l’attore premiato nel 1995 agli Oscar come miglior attore protagonista. Il film quella notte porta a casa sei statuette. Narra la storia di un ragazzo con un basso coefficiente intellettivo e con una rara malformazione agli arti inferiori. Il giovane è ripetutamente escluso e maltrattato da conoscenti e compagni di classe. Il film inizia con Forrest in attesa del bus alla fermata di Savannah, che racconta la sua storia a tutti quelli che si siedono intorno a lui ad ascoltarlo. Quando il ragazzo riesce a liberarsi dei suoi sostegni meccanici per le gambe, diventerà ben presto un corridore e addirittura un campione di baseball. Nel corso della sua vita riesce ad incontrare addirittura Elvis, e con i suoi movimenti goffi, ad ispirargli alcuni passi di danza. Diventato uomo diviene un eroe nella guerra in Vietnam e stringe la mano a ben tre presidenti: Kennedy, Johnson e Nixon. Durante il suo percorso fa esplodere accidentalmente il Watergate. E’innamorato della stessa ragazza fino da bambino. Arriva a suggerire le parole di Imagine a John Lennon. Assiste alla morte della madre e della ragazza irresponsabile madre di suo figlio. Alla fine del racconto rimarrà da solo ma con il suo bambino.
Il film da Oscar che fa crollare le ipocrisie del popolo americano
Icona diventa la scena di apertura del film in cui una piuma andrà a posarsi su un piede di Forrest. Stessa ripresa avverrà in chiusura, dove negli ultimi istanti il vento se la riporterà via. La piuma è una metafora, che esprime appieno un uomo sincero e puro che riesce in grandi cose e senza mai rincorrere gli eventi. Forrest è un uomo a cui piace correre. Attraversa infatti l’intera America più volte a piedi. In questa grande impresa dietro di lui si forma una schiera infinita di persone che correranno insieme a lui. Quando Forrest deciderà di fermarsi, dirà alla sua folla una frase diventata ormai celebre: “sono un po’ stanchino”. Questo sta a significare l’ingenuità dei gesti di quest’uomo, e ci fa capire fondamentalmente che dietro non c’è nulla. Il film rappresenta diverse fasi dell’età di Forrest. La pellicola è accusata più volte di essere un tramite della destra conservatrice e di inneggiare a valori come il patriottismo e il capitalismo. Il film ci spiega che ci sono eventi che non sono da noi controllabili e che il destino ci porta su strade che non pensavamo di poter percorrere. Forrest diventa un personaggio che fa crollare le ipocrisie del popolo americano. Ad avvalorare questa tesi c’è la scena in cui il presidente Johnson vuole vedere la sua ferita di guerra e Forrest, senza nessun pudore, si cala le mutande facendo vedere il fondoschiena al presidente degli Stati Uniti.
Sabrina Baiocco
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