Ogni Romeo ha la sua Giulietta, ogni Jack ha la sua Rose, ogni Joker ha la sua Harley Quinn. Per Joaquin Phoenix, di nuovo negli scomodi panni di Arthur Fleck, è giunto il momento di fare la conoscenza della sua controparte femminile, amante e imprevedibile braccio destro; e chi, se non la magnetica Lady Gaga? In Joker: Folie à deux, presentato in concorso a Venezia 81, ritroviamo il protagonista della pellicola del 2019, e non se la sta passando bene; è stato internato ad Arkham, ed è in attesa di processo per i suoi crimini nelle vesti dello spietato clown. Tra le mura della struttura, Arthur lotta con la sua doppia identità, incontra il vero amore e, anche grazie a lei, riscopre la musica dentro di sé.

È proprio questa la novità del sequel del fortunato film diretto da Todd Phillips. L’attesissimo seguito non ha reclutato Gaga a caso; l’eclettica superstar trascina Phoenix e il resto del cast in un universo lontano dal crudo realismo del primo Joker, e lo colora di note, rendendolo, a tutti gli effetti, un musical. Non aspettatevi, però, sdolcinatezze e smancerie: la love story tra Fleck e la dottoressa Quinzel ha un retrogusto velenoso.

Joker: Folie à deux porta a Venezia 81 un’irresistibile sinfonia

Joker Folie à deux Venezia 81
Joaquin Phoenix è di nuovo Joker in “Joker: Folie à deux”, presentato in concorso a Venezia 81

Presenti alla conferenza stampa il regista e, naturalmente, i due protagonisti del lungometraggio. Nonostante l’incredibile successo di Joker, campione d’incassi e acclamato da pubblico e critica, Phillips ammette di essere in ansia per il secondo capitolo: «Paradossalmente, sono ancora più nervoso rispetto al precedente film. Quando esci con il primo, ti viene più facile colpire gli spettatori, perché porti qualcosa di nuovo. Stavolta non è così, non c’è più l’effetto sorpresa dalla mia.». L’effetto sorpresa, in realtà, c’è eccome, ed è garantito dalla svolta musicale della saga. «La musica è un ponte tra i due film», spiega Phillips, «e, a modo suo, era già presente in Joker. Anche nella prima pellicola lo vediamo spesso ballare, e quel ritmo è un modo per esprimere qualcosa che è dentro di lui, ma che non sa come tirar fuori. Mi è sembrato giusto, e anche logico, continuare con l’idea della musica e del significato che essa ha per il personaggio.».

Joaquin Phoenix, che per la sua performance in Joker ha vinto un Oscar, ha raccontato la difficoltà di cimentarsi con canto e danza. «Per me è stato un lungo percorso. Abbiamo iniziato con alcuni punti di riferimento, come Frank Sinatra, ma poi ci siamo spostati in un’altra direzione. Abbiamo preso queste canzoni e le abbiamo reinterpretate a modo nostro. Stefani mi ha detto “Eseguiremo i brani dal vivo!” e io le ho risposto “Io no! Tu fai pure come vuoi, ma io non ci penso nemmeno!”. Invece, poi, ci sono riuscito. ».

Lady Gaga, da popstar a stupenda villain

Stefani Joanne Angelina Germanotta ci ha preso gusto a stare davanti la cinepresa. Dopo l’esordio in Machete Kills, è esplosa sul grande schermo con A Star is Born, al fianco di Bradley Cooper; si è poi trasformata in una sensuale vampira in American Horror Story: Hotel e nella crudelissima Lady Gucci in House of Gucci, film del 2021 di Ridley Scott con Adam Driver. Entrare nella produzione di Joker, tuttavia, ha segnato un nuovo punto di svolta nella sua carriera cinematografica. Una parte, quella di Harley Quinn, attraente ed estremamente complessa per la cantante, inclusa la forte componente musicale dell’opera.

«Il modo in cui ci avviciniamo alla musica nel film è molto particolare», confessa ai microfoni della stampa, «e permette ai personaggi di esprimersi al meglio quando i dialoghi non sono più sufficienti. Abbiamo lavorato molto su come realizzare le canzoni. Io ho dovuto dimenticare me stessa e quello che so su come respirare o impostare la voce, perché volevo entrare appieno nel mio personaggio, senza filtri.». Tutto è stato curato nei minimi dettagli, dal trucco, importantissimo per distinguere Arthur da Joker, a ogni singolo fotogramma. Lady Gaga conferma: «Ha deciso tutto Todd! La parte visiva del film sembra un dipinto, dai costumi alle scenografie è tutto studiato e calcolato a perfezione. ».

Joaqhuin Phoenix e il sogno premonitore

Per Joaquin Phoenix Folie à deux ha rappresentato una sfida sotto molti punti di vista. Per calarsi ancora una volta nelle vesti di Arthur ha dovuto seguire una dieta ferrea e perdere molto peso, così come la sua collega. «Ci siamo incontrati per fare della prove», racconta l’attore, «e poi ci siamo rivisti qualche tempo dopo ed eravamo entrambi estremamente dimagriti». Oltre allo sforzo fisico, c’è stato il ballo, vero tallone d’Achille per il premio Oscar: «C’erano tante scene di ballo, infinite prove, è stata davvero una sfida. Io ho una certa età, non dovrei fare questo tipo di cose! Per il valzer, ad esempio, abbiamo provato un paio di mesi; a una decina di giorni abbiamo cambiato quasi tutta la coreografia, e ho dovuto imparare tutto daccapo.».

Phoenix è noto per la sua refrattarietà ai sequel; eppure, in questo caso non ha potuto tirarsi indietro, complice un suo stesso sogno. L’interprete non scende nel dettaglio, ma, a quanto pare, ha sognato di tornare a rivestire il ruolo di Joker e l’ha detto al regista; anche questo episodio li ha spronati a riprendere le fila della storia, non senza timori da parte sua. «La cosa più difficile», ammette, «è tenere a bada tutti i rumori nella tua testa. Ci si mette sempre in dubbio, e va bene fino a un certo punto. L’ansia è buona finché ti sprona e t’incoraggia a far bene, ma, alla fine, di deve imparare a vivere il momento, ed è quello che abbiamo fatto.».

Venezia 81: Joker: Folie à deux, specchio della società

Nel 2019 Joker ha polverizzato record su record, ottenendo consensi e fama. Per il regista «il primo film ha avuto successo perché ognuno ha visto qualcosa in esso. I film riflettono la società del tempo e, all’epoca, Joker è stato percepito come una storia attuale.». In Folie à deux, paradossalmente, troviamo un mondo ancora più dark e malevolo, ma c’è uno spiraglio offerto proprio dalla musica e dall’amore malato tra i due antieroi. «Anche in Joker c’era una componente romantica, ma non era evidente. Folie à deux è servito a tirarla fuori.» ha chiosato Phillips.

Gaga è dello stesso parere: «Questo film mi ha toccata profondamente. L’interpretazione di Joaquin, poi, aveva già alzato l’asticella. Guardando Joker avevo rifettuto su quanto regista e attori ci diano la possibilità di vedere il mondo con occhi diversi dai nostri, e anche io volevo questa possibilità.». Il set è stato una grande scuola di vita per la popstar: «Ho imparato che arrivare sul set con delle idee predefinite è sbagliato. Una immagina come potrebbe essere il film, anche voi l’avete fatto, ma poi, uscendo dal cinema, penserete “Wow! Non avrei mai potuto immaginare che sarebbe stato così!”. Sceglierete voi cosa vedere in quelle scene e il significato del film, non possiamo e non dobbiamo decidere noi per voi. ».

Per la cantautrice, musica e film hanno la stessa funzione: cambiare il mondo. Come lei stessa ribadisce: «Il motivo per cui ho iniziato a fare musica è che avevo e ho qualcosa da dire. Anche nei film, quello che m’interessa sono le storie da raccontare. Attraverso una canzone o una pellicola è possibile far stare bene gli altri, dando loro dei personaggi in cui immedesimarsi o delle emozioni da comprendere. Cinema e musica hanno la capacità di cambiare il modo in cui le persone si sentono, e per questo continuo a creare. ».

Federica Checchia

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