
Ha un sapore particolare tornare a vedere il must see “Will Hunting” nell’anno in cui il nuovo film Disney Pixar “Soul” ci ha insegnato che “la [nostra] scintilla non è la [nostra] vocazione“. Mentre vediamo scorrere la quotidianità di un protagonista “ribelle” (come sottolinea didascalicamente il sottotitolo italiano), è difficile non rimanere coinvolti dall’ineludibile incontro/scontro tra vita e vocazione e dalla ricerca di un equilibrio.
Con una sceneggiatura da Premio Oscar scritta da Matt Damon e Ben Affleck, allora quasi sconosciuti, “Will Hunting” (1997) è un film capace di assorbire completamente lo spettatore man mano che si snocciola la storia eccezionale di un “diamante grezzo” nascosto nella periferia di Boston.

Sinossi: storia di un genio ribelle al posto giusto nel momento giusto
Con una vita passata a dividere il tempo tra risse, birra e chiacchiere con gli amici di una vita, Will (Matt Damon) ha una testa che viaggia ad una velocità straordinaria sulle informazioni che legge e, in particolar modo, sulle questioni matematiche. Durante un turno delle pulizie al MIT, dove lavora, risolve un problema matematico avanzato trovato su una lavagna e lascia senza parole il professor Lambeau (Stellan Skarsgard) che in un primo momento non riesce a dare un volto alla mente dietro alla risoluzione del problema.
Il professore garantisce per lui quando viene arrestato per aggressione, offrendogli l’uscita di prigione in cambio della promessa di impegnarsi con lui in ricerche in ambito matematico e di seguire delle sedute con uno psicologo. Sarà il terapeuta Sean Maguire (Robin Williams), che entra in scena non a caso proprio con un discorso sulla fiducia, che obbligherà Will a fare i conti con se stesso e con quello che vuole.

Tra vita e vocazione
Man mano che si va avanti con le sedute, lo psicologo riesce a fare breccia nel silenzio di Will, a creare con lui un rapporto tra pari e a focalizzare la conditio sine qua non il ragazzo può davvero compiere una scelta libera. Will si trova infatti nel mezzo tra due tensioni: da una parte orientato a sfruttare quel dono innegabile che possiede (supportato dal Professor Lambeau), dall’altra spinto da Sean ad esperire veramente la vita e rischiare così da riuscire veramente a cogliere quello che vuole.
L’incontro con persone che imparano a volergli bene rende evidente l’impreparazione di Will ad uscire dal contesto dov’è nato, cresciuto e in cui, come sostiene lui stesso, vorrebbe anche morire. Sarà solo attraverso un passaggio fondamentale che lo porterà a comprendere di meritare quello che la vita gli offre, che arriverà (forse) a capire quello di cui ha bisogno e, se non a trovarlo, almeno a muoversi verso la ricerca di un equilibrio.
Questo genio ribelle uscito dalla penna di Damon ed Affleck vi aspetta stasera in tv su Paramount Network.
Debora Troiani
Seguici su