Oggi del 1966, i Beatles registravano “Yellow Submarine” agli Abbey Road Studios di Londra. Una delle canzoni più intramontabili della band. Uno di quei brani talmente iconico che cui chiunque sa cantare il ritornello. Andiamo a scoprire aneddoti, segreti e curiosità di questo brano che ispirò anche il film omonimo.
Yellow Submarine: la canzone visionaria
Il brano è ufficialmente accreditato a Paul McCartney e John Lennon, ma in realtà lo ha scritto solo il primo. La registrazione del pezzo comincia il 26 Maggio e termina il 1 Giugno. La canzone era talmente orecchiabile che uscì come singolo per lanciare l’album ‘Revolver’. Da notare che per le prime ore sembravano non riuscire a concludere niente, in preda a un attacco isterico di risate!
La traccia è cantata da Ringo Starr e l’idea era quella di creare una favola che fosse comprensibile anche ai bambini. Nonostante la dichiarata intenzione di comporre una canzone per un target di giovanissimi, chi l’ascolta trova fin da subito messaggi subliminali. Qualcuno addirittura scopre un inno alla sostanze stupefacenti e psicotrope del periodo, qualcuno riesce a vederci una critica alla guerra in Vietnam ed altri riescono addirittura ad identificare nel sottomarino gialla la gabbia dorata della popolarità che intrappola quattro giovani ragazzi. Insomma… ce n’è per tutti i gusti!
La lettura incentrata sull’utilizzo delle droghe fu quella che più accreditata e difatti, Yellow Submarine, fu accusata di essere il frutto di un trip indotto dall’LSD. Questa storia restò in piedi fino al 1967 quando lo stesso Paul McCartney dichiarò di averlo provato solo nel 1967.
Al di là delle letture del testo, più o meno pretestuose, “il sommergibile giallo” è apprezzata da subito sia da grandi che bambini. Le atmosfere felici e rilassate, la musicalità orecchiabile e la ricchezza di immagini e figure allegoriche, il look pop e psichedelico fanno di questo brano un qualcosa di veramente immaginifico e surreale.
Alcune curiosità sul brano
Come detto il principale autore di questa canzone è Paul McCarthney, che ha avuto l’idea mentre stava per sprofondare nel sonno. Si alza dal letto di sobbalzo e scrive subito la melodia, le strofe ed il ritornello. La melodia sembra ispirarsi a quella di “Rainy Day Women # 12 & 35” di Bob Dylan che, nel 1966, entro nelle classifiche. Viene poi aiutato da John Lennon in alcuni punti del testo, quelli più criptici.
L’ispirazione iniziale nasce dal colore giallo e da un sottomarino giocattolo. Da qui parte la storia di un marinaio che racconta la sua vita all’interno di questo mezzo.
Gli effetti sonori che si sentono sulla traccia sono stati creati in studio direttamente dalla band. Subito fuori dalla porta dello Studio c’era un ripostiglio con vari oggetti, tra cui un registratore di cassa, tubi di gomma e delle catene. Per simulare il suono dell’immersione del sottomarino John Lennon soffiò con un tubo in un bicchiere d’acqua. Come tutte le altre canzoni di “Revolver” non è mai stata eseguita dal vivo dai Beatles ma divenne l’inno di Ringo Starr, che non manca mai di suonarla quando si esibisce con la sua All Starr Band.
Il film d’animazione
Nel 1968 i Beatles sperimentano con il primo film d’animazione e “Yellow Submarine” debutta al cinema Pavillion di Londra. Come nella musica, anche l’impatto che i fab four ebbero nella storia del cinema non è da sottovalutare, infatti il film dimostrò che l’animazione poteva rivolgersi a anche ad un pubblico adulto e acculturato.
Il film ci porta nel paese di Pepperland, una terra paradisiaca e meravigliosa che si trova in fondo all’oceano. In questo territorio regnano la musica, i colori, i fiori, l’allegria e l’amore. Tutto sembra tranquillo e scorrere nella felicità fino a quando i Blue Meanies, mostri umanoidi blu con stivali alti, invadono il paese e pietrificano tutti gli abitanti opprimendo Pepperland con le armi, rendendo il paese grigio, silenzioso e triste. I Blue Meanies sembrano essere responsabili anche del crollo di Pompei. L’unico che si salva da questa invasione è il capitano Fred, che prende il suo sommergibile giallo e arriva a Liverpool, dove incontra i Beatles e chiede il loro aiuto affinché liberino Pepperland dalla tristezza.
I Fab Four accettano e dal porto di Liverpool comincia questa incredibile avventura tra terre e isole psichedeliche abitate da strane creature, attraversando 6 mari: il Mare del Tempo, quello della Scienza, quello dei Mostri, quello del Niente, quello delle Teste e quello dei Buchi. Attraversato quest’ultimo, i Beatles e Capitan Fred sbarcano finalmente a Pepperland, dove incomincia la sfida contro il capo dei Blue Meanies, che viene sconfitto grazie al provvidenziale aiuto di un bizzarro individuo, l’uomo inesistente Jeremy Hilary Boob, Ph.D. – Nowhere Man, che riesce, grazie alle canzoni del gruppo, a diventare qualcuno. I Beatles invitano i Blue Meanies ad unirsi a loro e vivere insieme.
I Blue Meanies accettano comprendono così la magia della musica che prima disprezzavano, conoscendo l’amore e l’amicizia. Pepperland è finalmente libera e per festeggiare la liberazione i Beatles fanno un concerto insieme ai Blue Meanies, il cui capo è diventato grande amico di Jeremy Hilary Boob, Ph.D. – Nowhere Man.
Lo stile e la grafica del film contrastano decisamente con quelli dell’epoca, in particolare con lo stile della Disney e degli altri prodotti hollywoodiani. Questo film utilizza un tipo di animazione molto lontana dal realismo, dipingendo paesaggi psichedelici in cui il surrealismo e la pop art ne fanno da padroni.
Alessandro Carugini