Oggi, 27 Gennaio, come ogni anno è dedicato al “Giorno della Memoria”. In questa importante giornata vengono commemorate le vittime dell’Olocausto e si mantiene vivo il ricordo di una delle pagine più buie della storia d’Europa. Per il focus di oggi vi proponiamo cinque libri che secondo noi vale la pena leggere, che parlano dell’Olocausto e dell’odio sistematico che l’orrore nazista scatenò contro il popolo ebreo.
Primo Levi “Se questo è un uomo”
Primo Levi scriveva: “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”. Ed è proprio da lui che vogliamo partire, dal suo capolavoro “Se Questo è un Uomo”. Opera memorialistica, scritta tra il 1945 ed il 1947, è sicuramente il romanzo più conosciuto dell’autore. Levi lascia la propria testimonianza degli avvenimenti all’interno dei campi di concentramento. Il libro narra la storia dell’autore, ebreo e partigiano, che viene catturato dai fascisti il 13 dicembre 1943 e portato nel campo di internamento di Fossoli (Modena). Da qui vengono portati nel campo di concentramento di Auschwitz. L’ultimo capitolo narra il ricovero di Levi, colpito della scarlattina, che però lo salva dall’uccisione di massa dei prigionieri messa in atto dai tedeschi quando si vedono ormai accerchiati dalle truppe russe. La storia termina con la fuga dei tedeschi e l’arrivo delle truppe russe, che liberano i prigionieri. È una testimonianza importante di un periodo centrale della storia del ‘900. È il racconto in prima persona dell’esperienza in un campo di concentramento nazista e pone al centro proprio l’importanza della memoria. Scrivere per ricordare e soprattutto sopravvivere.
Liliana Segre “Scolpitelo nel vostro cuore”
Lo stesso intento è quello della senatrice Liliana Segre. Testimone anch’essa dell’orrore dell’Olocausto, la Segre ha vissuto l’odio dei nazisti e fascisti da adolescente quando nel 1944 venne deportata ad Auschwitz. Nel 2018 esce il libro “Scolpitelo nel vostro cuore. Dal binario 21 ad Auschwitz e ritorno: un viaggio nella memoria”. In questo libro la Senatrice racconta ai ragazzi la sua esperienza di bambina e poi ragazza ebrea, dall’inizio della persecuzione razziale in Italia, alla dispersione e distruzione della sua famiglia, agli anni terribili dell’internamento ad Auschwitz, fino alla liberazione. Il racconto è una toccante testimonianza sulla Shoah raccontata con gli occhi di una ragazzina, mettendo in rilievo sentimenti ed emozioni della protagonista. Come molti sopravvissuti ai campi di sterminio, anche Liliana Segre ha deciso di dare sfogo alla necessità di diventare anche lei una testimone. L’intento è sempre quello: invitare le future generazioni alla responsabilità della memoria e all’impegno verso un mondo di pace.
Lidia Maksymowicz “La bambina che non sapeva odiare”
Un altro toccante racconto è quello fatto da Lidia Maksymowicz, attivista e scrittrice polacca, superstite dell’Olocausto. Nel suo recentissimo libro “La bambina che non sapeva odiare”, la scrittrice da voce, attraverso i suoi ricordi di bambina, al silenzio della morte e dell’orrore che visse in quei tredici mesi di prigionia. La Maksymowicz ha solo tre anni quando viene deportata insieme alla sua amata mamma nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Sopravvive, ma perde sua madre. Quando nel 1945 viene liberata, diventa la figlia adottiva di una signora Polacca. Lidia cresce, non dimentica mai la mamma e non smette di pensarla viva chissà dove.
Eddie Jaku “L’uomo più felice del mondo”
Con un titolo inaspettato per il racconto di vicende così tragiche è quello che ha scelto Eddie Jaku. Il suo libro si intitola “L’uomo più felice del mondo. La storia del sopravvissuto ad Auschwitz che ha trovato speranza, gratitudine e gentilezza anche nei luoghi più oscuri”. In questo libro, l’autore racconta la sua storia di sopravvissuto all’Olocausto che nonostante le deportazioni e le atroci brutalità e torture ha trovato la strada della felicità. Eddie Jaku nel novembre 1938 fu picchiato, arrestato e portato in un campo di concentramento. Nei sette anni successivi, dovette affrontare orrori inimmaginabili, prima a Buchenwald, poi ad Auschwitz, e infine durante le famigerate marce della morte. In quegli anni Jaku perde tutto. Trova però conforto negli altri prigionieri. Uniti dalla stessa triste sorte, cercavano di darsi coraggio a vicenda per alleviare il dolore della loro condizione. E proprio in quei giorni tristissimi fa un voto: sorridere per ogni giorno di vita e rendere omaggio, raccontando la sua storia, per tutti coloro che non hanno avuto la sua fortuna. Questo libro, premiato e letto in tutto il mondo, è una biografia potente, straziante e però piena di speranza.
Roberto Finzi ““Cosa hanno mai fatto gli ebrei?”
Un punto di vista differente con spunti di riflessione molto interessanti, può darlo il libro di Roberto Finzi: “Cosa hanno mai fatto gli ebrei? Dialogo tra nonno e nipote sull’antisemitismo”. L’autore è un professore di scuole medie e superiori che si è a lungo occupato di antisemitismo. In questo piccolo libro, fa un dialogo con la nipotina Sofia che gli fa una domanda precisa “Perché tanta gente ha creduto a quello che dicevano Hitler e i nazisti?”. Attraverso questo fitto dialogo, l’autore spiega in modo semplice ed accurato l’origine e il significato dell’antisemitismo, un odio tanto irrazionale quanto antico. Il libro è un confronto tra generazioni e un’indagine sulla storia dell’odio contro il popolo ebraico.
Ilaria Festa
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