Nel nostro spazio dedicato all‘universo femminile non poteva certo mancare una puntata dedicata ad una donna eccezionale vissuta tra l’ottocento e il 900′ a Milano. Benvenuti allora in un viaggio tra emancipazione femminile e suffragio universale. Abbiamo dedicato quest’episodio di LetteralMente Donna ad Anna Maria Mozzoni e alle sue opere.

“Alla prima alba di lunedì 14, è morta al Policlinico, in età di anni 83, la signora Anna Maria Mozzoni, vedova Malatesta, che fu a suo tempo, se non la prima, certo una delle più geniali e più amabili assertrici dei diritti e della emancipazione femminile in Italia. A Milano, dove svolse quarant’anni fa la sua migliore attività e la sua più utile propaganda, era assai conosciuta. “

Sono le prime righe, come riportato da Liberliber, che l’Avanti dedicò il 14 giugno 1820 alla morte di Anna Maria Mozzoni. Sono poche parole che ci fanno comprendere la portata dell’impegno morale e civile di una donna che è stata una delle più importanti femministe italiane vissute tra ottocento e 900. Quella della Mozzoni è stata una vita di battaglie per l’emancipazione femminile e per il suffragio universale esteso alle donne di cui è stata una delle maggiori sostenitrici.

Un fatto per cui molto importante fu per lei l’educazione ricevuta dal padre e della madre che, come lei stessa scrisse in “La donna e i suoi rapporti sociali”, cercò di farle comprendere il “comun pregiudizio che alla donna interdice il libero pensiero”. Per questo la Mozzoni si distinse sempre per aver rivendicato la piena libertà senza dipendere da nessun ideale ne sacro ne profano. Ella stessa scrisse infatti, come si legge “Lettera a E. Fazio” pubblicata sulla rivista La donna, di non essere “appigliata a nessuna setta, a nessun sistema, a nessuna scuola. Non credo all’infallibilità del Papa, ma rinnegando questa, non sostituisco quella di Mazzini, né di nessun altra”.

Anna Maria Mozzoni e le battaglia in difesa dell’emancipazione femminile

Anna Maria Mozzoni e la sua battaglia per l'emancipazione femminile fonte ohga.it
Anna Maria Mozzoni, fonte ohga.it

“Negare alla donna una completa riforma nella sua educazione, negarle piú ampi confini alla istruzione, negarle un lavoro, negarle una esistenza nella città, una vita nella nazione, una importanza nella opinione non è ormai piú cosa possibile; e gli interessi ostili al suo risorgimento potranno bensí ritardarlo con una lotta ingenerosa, ma non mai impedirlo”

Sono alcune righe, come si legge sul Enciclopedia delle donne, contenute nelle già citata opera “La donna e i suoi rapporti sociali “, che Anna Maria Mozzoni dedicò la madre. Quella di questi primi scritti è la speranza che i valori risorgimentali contribuiscano al cambiamento della condizione delle donna ancora sottomessa all’uomo. Per questo riprovera ai mazziniani la concezione conservatrice delle donna destinata esclusivamenrte alla famiglia e al focolare domestico.

La sua battaglia continua poi con “La donna in faccia al progetto del nuovo Codice civile italiano”. In quest’opera la Mozzoni riflette sulla riforma introdotta dall’allora ministro Pisanelli che introduceva il matrimonio civile ma che condannava la donna ad essere vessata dal dominio maschile. In “Un passo avanti nella cultura femminile. Tesi e progetto” invece la Mozzoni, sull’onda della fine degli anni 60′ del 880′ in cui nascevano le prime scuole professionali femminili, insiste sull’importanza di aprire l‘istruzione alle donne affinchè esse raggiungano quella libertà necessaria a far di loro le “cittadine di uno stato moderno”.

La battaglia per il suffragio universale

Per Anna Maria Mozzoni fu molto importante la traduzione di “The Subjection of Women” di John Stuart Mill. Influenzata infatti dagli scritti dell filoso inglese e della moglie Harriet, la Mozzoni portò avanti il suo impegno civile partecipando nel 1877 al Congresso di Ginevra sull’abolizione delle norme sulla prostituzione. Nello stesso anno tenne un altro importante discorso presso la conferenza del Diritto di voto alle donne a Milano. Un preludio fondamentale per la mozione per la richiesta dell’estenzione del suffragio universale alle donne presentata sempre nel 1877.

Quello del diritto di voto alle donne è stato uno degli argomenti per cui la Mozzoni si è battuta per tutta la vita insieme alla libera istruzione femminile. La Mozzoni infatti presentò anche una seconda mozione per il suffragio universale femminile nel 1906 insieme a Salvatore Morelli. Un sogno che la Mozzoni, spentasi nel 1920 non vedrà realizzare, perchè il suffragio universale femminile sarà adottato solo dalla nostra attuale Costituzione nel 1948.

Stefano Delle Cave

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