Possono sette note unire sette continenti? A quanto pare sì. Il 21 giugno di ogni anno, barriere e confini decadono, lasciando fluire libera una sinfonia che “accorda” tutto il pianeta. In questo giorno speciale, infatti, ha luogo la Festa della Musica, un evento che coinvolge centoventi nazioni, volto a celebrare il solstizio d’estate.

L’iniziativa ha avuto origine in Francia, nel 1982, in seguito alla decisione del Ministero della Cultura francese di mettere in atto una nuova politica in ambito musicale. Secondo uno studio, i cittadini possedevano oltre quattro milioni di strumenti, spesso inutilizzati. Così, Maurice Fleuret, critico musicale e neo Direttore della musica e della Danza al Ministero, decise di dare vita a una manifestazione gratuita e aperta a tutti, incoraggiando la popolazione a scendere in strada ed esibirsi, senza alcuna limitazione. Nonostante lo scetticismo di media e detrattori vari, la serata, trainata dal slogan “La musica dappertutto, concerti in nessun luogo”, fu un successo. Inizialmente chiamata Faites de la Musique (in cui “faites” indica il verbo “fare”, ma ha una forte assonanza con “fête”, “festa”), divenne in seguito Fête de la Musique. Fu poi esportata negli altri Paesi, dove ha assunto diversi nomi, da Fiesta de la Musica a Make Music Day.

La Festa della Musica in Europa e nel resto del mondo

La Festa della Musica in Europa e nel resto del mondo
La locandina francese della Festa della Musica 2024

Sin dal principio, la Fête de la Musique ha attirato milioni di musicisti in tutto il mondo. Nella sola Francia, ogni anno si contano almeno cinque milioni di musicisti, che si dividono in più di diciottomila live, ai quali accortono oltre dieci milioni di spettatori. Numeri da capogiro, che, dal 1985, anno in cui la festa si trasforma in un vero e proprio fenomeno sociale, si raggiungono anche nel resto del continente, specialmente dopo il 1995. Un’importanza sempre crescente che ha spinto, il 28 febbraio 1997, nove municipalità europee a istituire a Budapest una Carta Europea della Festa della Musica, con l’intento di stilare dei principi comuni. I firmatari della Carta Dei Principi Costitutivi sono Berlino, Budapest, Barcellona, Istanbul, Liverpool, Lussemburgo, Roma, Napoli, Praga, la comunità francese in Belgio, e Santa Maria da Feira. Il documento sancisce la gratuità dell’evento e stabilisce il 21 giugno come data uguale per tutti.

In meno di un decennio la manifestazione si è diffusa a macchia d’olio in tutto il pianeta, adattandosi alle caratteristiche della nazione ospitante, sempre nel rispetto dello spirito popolare e delle tradizioni locali. Dal 2020, sono centoventi i Paesi che aderiscono alla Fête.

La Festa in Italia

Nella nostra penisola, la festa è esplosa negli anni Novanta. Roma e Napoli, tra le città firmatarie della Carta, hanno da subito intrapreso un percorso di coordinamento europeo, seguite poi da Arco, Lanuvio, Brescia e altre. Dal 2016, il Ministero della Cultura promuove la Festa su tutto il territorio nazionale attraverso l’AIPFM (Associazione Italiana per la Promozione della Festa della musica).

La città è da sempre il palcoscenico principale delle celebrazioni, ma il carattere fortemente sociale dei festeggiamenti sposta sovente le esibizioni in luoghi più problematici, dove la volontà d’integrazione e unità attraverso la musica si fa più consistente. Cortili, piazze, chiostri, ma anche scuole, ospedali, comunità di recupero e carceri. Il 21 giugno, inoltre, il Ministero apre siti storici normalmente chiusi al pubblico e non adibiti agli spettacoli, permettendo a tutti di godere dello smisurato patrimonio artistico nazionale. Orchestre, piccoli complessi, cantanti singoli o bande, professionisti o suonatori occasionali, poco importa. La Festa della Musica è un motore aggregante e inclusivo, che non lascia indietro nessuno. Dopotutto, non esistono posti che una melodia non possa raggiungere.

Federica Checchia

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