La giornata lavorativa è stata lunga e difficile, si è stanchi, assonnati e desiderosi solo di piazzarsi sul divano, avvolgersi in un plaid e godersi un paio di ore davanti alla televisione sintonizzarsi su una piattaforma a caso, magari sgranocchiando qualche snack. Una tipica serata Netflix & Chill, di quelle che aiutano a svuotare il cervello e ricaricare le pile, insomma. Episodio dopo episodio, ci si rilassa, e si dimenticano, almeno per un po’, le responsabilità quotidiane.

Ma cosa accade quando la scelta si rivela tutt’altro che tranquillizzante? Che si sia amanti del genere, o che ci si trovi a premere play per puro caso, le serie TV horror sono una realtà ben nota e che non ha mai smesso di appassionare generazioni di spettatori, desiderosi di provare quella scarica di adrenalina che solo una scena di suspence è in grado di dare. Ma quale titolo scegliere, per un brividino assicurato? Ve ne proponiamo cinque; ricordate, se, dopo averle viste, vi ritroverete a voler dormire con l’abat jour accesa…noi non c’entriamo niente.

American Horror Story: l’antologia del terrore a stelle e strisce

serie horror
Evan Peters è Tate Langdon, tra i protagonisti della serie American Horror Story: Murder House

Ideata, prodotta e diretta da Ryan Murphy e Brad Falchuk (Glee, Scream Queens) American Horror Story tiene fede al suo titolo ed è, a tutti gli effetti, una serie antologica sulla paura. Ognuna delle dodici stagioni che la compongono presenta trama, ambientazione e personaggi diversi. La prima, ad esempio, chiamata Murder House, segue le vicende della famiglia Harmon che si trasferisce in una splendida casa di Los Angeles per lasciare il passato alle spalle. I tre, tuttavia, faranno i conti con Constance, un’ambigua vicina (Jessica Lange), e Tate, un sinistro adolescente con più di qualche scheletro nell’armadio (Evan Peters). Le vite dei personaggi s’intrecciano con fatti di cronaca realmente avvenuti, come l’omicidio di Elizabeth Short, nota come Black Dahlia, in un crescendo di pericolo e inquietudine.

La seconda stagione, Asylum, si svolge invece in un rigido manicomio del Massachusetts, amministrato dalla rigorosa Suor Jude Martin, ex cantante ritiratasi in convento dopo aver accidentalmente ucciso una ragazzina, investendola. Ad affiancarla, l’ambizioso monsignor Timothy Howard (Joseph Fiennes). Intorno a loro, naturalmente, i pazienti, tra i quali Sarah Paulson. La terza ci trasporta a New Orleans, in una congrega di streghe, la quarta in un circo degli orrori, e così via. Murphy dà vita a una parata di stelle, tra attori feticcio (Lange, Peters, Paulson e Roberts saranno presenti in quasi tutte le storyline) e recurring di spessore, da Lady Gaga a Kathy Bates, fino a Taissa Farmiga. Il telefilm, in verità, studia la società americana nel dettaglio, eviscerandone contraddizioni e misteri. Una dimostrazione del fatto che, molto spesso, l’uomo si rivela la belva più feroce.

Penny Dreadful, dalle pagine dei romanzi alla Londra vittoriana

Nella lingua inglese i penny dreadful, conosciuti anche come penny horrible, penny awful, penny number e penny blood, erano una tipologia di pubblicazione periodica diffusasi nel Regno Unito durante il XIX secolo. In parole povere, la versione british delle statunitensi dime novels o dei feuilleton francesi, precursori del genere pulp. La serie scritta da John Logan trae ispirazione dal fumetto La Lega degli Straordinari Gentlemen di Alan Moore, e rimanda alle origini dei protagonisti della letteratura horror. Victor Frankenstein, Dorian Gray, Dr. Jekyll, il Conte Dracula e altri si scontrano con la loro mostruosità a Londra, in piena età vittoriana.

Il cast è d’eccezione, dalla magnetica Eva Green all’ex 007 Timothy Dalton, da Patti LuPone a Josh Hartnett. La Creatura si trova ad avere a che fare con il dio Amon-Ra, il Dottor Jekyll con Mina Murray e via dicendo, in una miscellanea di linee temporali e colpi di scena, in cui l’elemento psicologico è predominante. L’orrore viene da dentro, dalla nostra mente da ciò che si annida in essa e che, non sempre, si riesce a sconfiggere.

I fantasmi di Bedlam, una serie horror dove Vita e Morte si mescolano

Cosa succede quando si va a vivere in un condominio di lusso che però, in precedenza, era stato un istituto psichiatrico? Nulla di buono, poco ma sicuro. Tra gli inquilini del Bedlam Heights vi è Jed Harper (Theo James, recentemente apprezzato in The Gentlemen), che ha il dono di vedere gli spiriti che infestano il palazzo. L’uomo è, dunque, l’unico ad accorgersi delle minacce che incombono su di lui e sulle persone. Proprio Jed si troverà costretto ad intervenire più volte per difendere chi gli è accanto, scontrandosi direttamente e non con il soprannaturale.

Nell’edificio abitano anche i proprietari della struttura Warren e Kate Bettany. Si tratta di padre e figlia, che hanno molto da celare. Insieme a loro, Ryan McAllister e Molly Lucas, una giovane ammaliata dall’esoterismo. La serie di Neil Jones, Chris Parker e David Allison è stata girata tra la Bangor University di Bangor, in Galles, e il British Muslim Heritage Centre di Manchester.

La caduta della casa degli Usher, e l’ineluttabilità del Destino

La miniserie televisiva americana di Mike Flanagan, nato ironicamente a Salem e, in un certo senso destinato a trattare certi argomenti, è stata distribuita globalmente su Netflix nel 2023. Lo show attinge a piene mani dalle opere di Edgar Allan Poe, a partire dal titolo, tratto dall’omonimo romanzo dell’autore. Al centro di tutto, vi sono appunto i membri della famiglia Usher, colosso della farmaceutica, che si trovano ad affrontare un processo e dei forti dissidi interni. A capo del clan, il patriarca Roderick e la scaltra sorella Madeline, legati da un inconfessabile segreto. Un fantasma di gioventù, che però torna a trovarli con le fattezze della misteriosa Verna, che ha più di un conto da saldare.

A farne le spese, in un modo o nell’altro, sono i figli di Roderick e chiunque graviti intorno alla dimora maledetta. Animi turbolenti, che corrono incontro al loro destino, inconsapevoli. Ogni episodio si rifà a una novella o poesia di Poe, tutti uniti dal filo conduttore della Morte. Ecco, allora, che vediamo passare Il Corvo, Il Gatto Nero, Il Cuore Rivelatore e gli altri capolavori dello scrittore; una danza macabra e inesorabile che è impossibile arrestare; una profezia che, qualunque cosa accada, dovrà necessariamente compiersi. E si sa, la Nera Mietitrice non fa sconti di pena.

Sweet Home, la serie horror che viene da Est

Se c’è una cosa che nell’estremo Oriente sanno sicuramente fare, è creare prodotti che facciano paura. Dalla versione originale di The Ring al thriller ad alta tensione Squid Game, l’Asia è da sempre maestra dell’incubo. Tutti conosciamo ormai il k-pop e la celeberrima skincare, ma, specialmente negli ultimi anni, la Corea del Sud ha esportato diverse serie in Occidente, che le ha accolte con entusiasmo. Sweet Home è un drama di genere horror apocalittico basato sul webtoon di Kim Kan-bi e Hwang Young-chan. Si tratta di un vero e proprio fenomeno della serialità, che ha registrato oltre un miliardo di visualizzazioni in rete.

Tutto ha inizio quando, dopo la morte dei suoi genitori in un incidente stradale, il solitario teenager Cha Hyun-soo si trasferisce in un ì all’interno di un enorme, fatiscente e affollato condominio, in un quartiere popolare di Seul. Il ragazzo continua indisturbato la sua vita isolata da hikikomori finché alcuni strani avvenimenti nel grattacielo lo costringono ad abbandonare il rifugio. Mentre le persone intorno a lui iniziano a mutare in creature disgustose, che prendono la forma dei loro desideri più nascosti, la sopravvivenza diventa una lotta all’ultimo sangue. Come tutto ciò che arriva dal Sol Levante o giù di lì, il vero focus della storia è l’aspetto emotivo e mentale. La disumanità arriva dall’inconscio, e la sua espressione esterna è soltanto un prolungamento di ciò che cova nelle nostre viscere. Dopotutto, come scrive Stephen King, uno che di horror se ne intende, «I mostri sono reali, e anche i fantasmi lo sono. Vivono dentro di noi e, a volte, vincono.».

Federica Checchia

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