Lo ha annunciato oggi il Ministro Alessandro Giuli, la prima Capitale italiana dell’Arte contemporanea sarà Gibellina. La cittadina del libero consorzio comunale di Trapani si è imposta grazie al progetto Portami il futuro. Ha ottenuto, così, il titolo introdotto quest’anno dal Ministero della Cultura. Il comune ha battuto Carrara, Gallarate, Pescara e Todi, anch’esse arrivate in finale, selezionate tra ventitré candidate. La proclamazione della vincitrice è avvenuta in mattinata a Roma, in Sala Spadolini. Presenti Giuli e il direttore generale Creatività Contemporanea Angelo Piero Cappello, con la presidente della giuria Patrizia Sandretto Re Rebaudengo. Le finaliste hanno presentato i loro dossier nelle audizioni pubbliche tenutesi lo scorso 25 ottobre.

A Gibellina, divenuta, suo malgrado, città-simbolo del terremoto che devastò il Belice nel 1968 , vanno tutti gli onori e questo atteso riconoscimento. Le verranno assegnati, inoltre, un milione di euro finanziati dal Ministero della Cultura per preparare i progetti presentati.

Gibellina Capitale italiana dell’Arte Contemporanea 2026: le motivazioni

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Gibellina, proclamata oggi prima Capitale italiana dell’Arte Contemporanea

Le motivazioni della giuria sono le seguenti: «La prima capitale italiana dell’arte contemporanea, con la sua candidatura, offre al nostro paese un progetto organico e solido, consegnando all’Italia di oggi un esemplare modello di intervento culturale fondato su valori e azioni che riconoscono all’arte una funzione sociale e alla cultura lo statuto di bene comune. Anche per la sua capacità progettuale nel riattivare il suo straordinario patrimonio di opere, coniugandone il presente, memoria e futuro, conservazione e valorizzazione, attenzione al locale e ambizione internazionale.».

«Per il suo coinvolgimento delle giovani generazioni e della cittadinanza tutta», si legge nel comunicato, «interpellando il territorio più ampio sulla base di una comune consapevolezza civica, stringendo alleanze con istituzioni pubbliche e private, nazionali e transnazionali. Per il fatto di essere città pioniera di ciò che oggi definiamo rigenerazione urbana. Inoltre, per la capacità di essere insieme una città opera e una città da abitare. Per il suo progetto con il quale la città diventerà un grande laboratorio, dove le pratiche e l’energia dell’arte contemporanea saranno chiamate a condividere pensieri e soluzioni sui temi dello spazio pubblico, della comunità, del paesaggio, della sostenibilità, e del capiente concetto di eredità.».

La reazione di Schifani: «un successo per tutta la Sicilia»

Entusiasta la reazione di Renato Schifani, Presidente della Regione Sicilia: «Esprimo profonda soddisfazione per la proclamazione di Gibellina come Capitale italiana dell’Arte contemporanea 2026. Questo riconoscimento celebra una città simbolo di rinascita culturale e architettonica, un luogo che, dalla tragedia del terremoto, ha saputo risorgere come punto di riferimento internazionale per l’arte contemporanea e l’innovazione creativa. La scelta della cittadina trapanese sottolinea non solo l’importanza storica e culturale di questo Comune siciliano, ma anche l’incredibile contributo della nostra regione al panorama artistico nazionale.».

«La designazione» – ha commentato– «rappresenta un’opportunità straordinaria per sostenere nuovi progetti e per far crescere ancora di più l’identità artistica e culturale del Comune. Come avvenuto già con Agrigento, che il prossimo anno sarà la Capitale italiana della Cultura, ci impegneremo affinché anche Gibellina, al di là del contributo statale, possa contare su ulteriori risorse finanziare che diano impulso a iniziative che valorizzino il territorio e promuovano l’arte contemporanea in tutte le sue forme. Questo è un successo per tutta la Sicilia, che conferma la sua posizione come terra di cultura e creatività. Ringrazio il ministero della Cultura, la giuria presieduta da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, e tutti coloro che hanno sostenuto questo percorso. La Sicilia sarà fiera protagonista del panorama artistico italiano nel 2026, offrendo una testimonianza di come la bellezza e la cultura possano essere motori di sviluppo e coesione sociale».

Federica Checchia

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