Achille Lauro “accusato” dalla chiesa di blasfemia: certe critiche sono ancora accettabili nel 2022?

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Di Redazione Metropolitan

Achille Lauro è stato accusato sui social di blasfemia dopo la sua performance di ieri sera a Sanremo.

Al festival della canzone italiana Achille Lauro è tornato carico e con la voglia di fare spettacolo e stupirci, come al solito. Si è sempre presentato al pubblico in questi ultimi anni con delle performance iconiche e rivoluzionarie in quel festival che è sempre stato accusato di bigottismo, e se Sanremo è quello che è oggi, certamente, lo dobbiamo anche ad Achille Lauro. Tuttavia, è sempre stato sotto il mirino di coloro che sono un po’ più “all’antica”, ed arriva una nuova accusa, il cantante è stato accusato di blasfemia! Ecco cosa è successo ieri sera nella prima serata di Sanremo.

Durante l’esecuzione di “Domenica” Achille Lauro si è battezzato da solo

La performance di Lauro è stata la prima ed ha aperto il festival. Si è presentato scalzo, a torso nudo ed accompagnato da un coro Gospel nella canzone Domenica. Una canzone in pieno stile AchilleIdol. Ad un certo punto il cantautore ha lasciato la voce al coro di New York, si è inginocchiato ed ha versato su di lui, con una conchiglia, dell’acqua presa da una ciotola dorata, ha inseguito unito i palmi delle mani come si suol fare nelle preghiere. Si è quindi battezzato da solo, una scena per alcuni iconica, proiettata verso la frantumazione di ogni regola sociale, non vista come un insulto al sistema ecclesiastico ma una consapevolezza che forse fa intendere: “siamo noi il dio di noi stessi”.

Per altri non è stato così e l’hanno accusato di blasfemia e di poco rispetto verso i credenti che hanno guardato lo show. Ma c’è anche chi ironicamente ha ricordato le parole del vescovo di Ventimiglia nei confronti di Sanremo: “Tutti coloro che concorrono alla riuscita dell’evento, a cominciare dal servizio pubblico che è la Rai fino ad arrivare al conduttore Amadeus e agli artisti, sentano la responsabilità del valore di questa vetrina“. Le parole dettate dal vescovo in maniera preventiva, prima dell’inizio del festival, riguardano i tipi performance come quella di Achille Lauro, sottolineano la responsabilità di tutti, di chi lo manda in scena e di chi lo applaude.

Qualcuno ha invitato addirittura il Vaticano a denunciarlo per blasfemia, che ancora è un reato riconosciuto come tale dal nostro ordinamento. Il servizio pubblico avrebbe dovuto vigilare meglio. “Il Vaticano lo denuncia per blasfemia”, “Basta atti blasfemi a Sanremo”, “Questa cose non si possono più accettare”: questi solo alcuni dei commenti contro Achille Lauro comparsi su Twitter nelle ultime ore. Tuttavia non ci si doveva aspettare una performance differente da Lauro.

é ormai noto l’operato artistico di Lauro, ma è giusto fare una tale accusa nel 2022?

Il suo modus operandi, sappiamo, essere quello del puzzle che mette insieme riferimenti diversi ed un citazionismo sconfinato a cui Achille Lauro ci ha abituati da sempre. Ha portato diverse storia ed icone al festival, come: la storia del glamrock; David Bowie, Freddy Mercury, i Kiss e Renato Zero; una regina Vittoriana, le lacrime di sangue che ricordano la performance di Lady Gaga ai VMA del 2009, ma anche la Madonna di Civitavecchia e San Gennaro. L’iconografia religiosa è sicuramente uno dei riferimenti estetici più forti per Achille Lauro, che canta sul palco dell’Ariston tenendo tra le mani l’asta di un microfono che sembra una reliquia barocca. A questo punto domanda sorge spontanea, è lecito nel 2022 accusare qualcuno di blasfemia senza pensare al processo mediatico che questa persona dovrà subire? E soprattutto, a quanti ancora pesa tale accusa, agli spettatori ancora importa? Quel che certo è che nel 2022 un accusa del genere lascia il tempo che trova.

Enrica Nardecchia

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