L’industria della moda, anche se non sembrerebbe, è considerata una delle industrie più inquinanti al mondo. Il 10% dell’inquinamento ambientale è causato proprio da quest’industria.
Una moda ecosostenibile per aiutare l’ecosistema
Le principali problematiche riguardano in primis i cambiamenti climatici vista l’alta emissione di anidride carbonica che l’industria produce e lo sfruttamento e l’inquinamento delle risorse idriche, essendo l’acqua fondamentale in tutto il ciclo di vita degli indumenti, dalla nascita a quando lo laviamo nelle nostre lavatrici consumando innumerevoli litri di acqua, non tenendo conto poi dell’inquinamento prodotto dallo smaltimento di tutte le sostanze tossiche che si usano per trattare i capi e che finiscono nei fiumi e nei mari. Analizzando un campione d’acqua, si è giunti a conoscenza che, circa il 30% della plastica presente nelle acque deriva dai settori tessili.
Un altro importantissimo problema riguarda il consumismo e gli sprechi. Negli ultimi anni ha preso piede il Fast Fashion: la qualità dei capi si è abbassata, per via anche della diminuzione dei costi, e questo induce le persone ad acquistare capi d’abbigliamento che per un motivo o per un altro verranno usati molto poco e verranno sostituito da altri nuovi.
Degli aspetti negativi ci sono anche a livello umano: molte case di moda fanno affidamento su paesi sottosviluppati per ridurre i costi della manodopera facendo lavorare le persone anche 12 ore al giorno quasi gratuitamente.
Per cercare di ridurre l’inquinamento ambientale bisogna fare attenzione anche a come ci comportiamo quando acquistiamo degli abiti. Potremmo quindi comprare degli abiti creati nel rispetto dell’ambiente e quindi convertirci alla sustainable fashion o moda sostenibile. Il sustainable fashion è un movimento che promuove il cambiamento del sistema moda verso una maggiore integrità ecologica non soltanto a livello tessile o del prodotto ma a livello di intero sistema. La moda ecosostenibile è stata anche inserita all’interno di Agenda 30.
Gucci e Prada ma anche Anna Nazaretskaia e Daria Elkina per l’ecosostenibilità
Sono molte le case di moda che si sono dichiarate ecosostenibili e che hanno creato delle collezioni a favore dell’ecosistema: Prada ad esempio ha creato, recentemente, una nuova linea Re-nylon dichiarando che a breve inizierà ad utilizzare soltanto nylon riciclato. Anche Gucci, prima di Prada si era inserito all’interno dell’ecosostenibilità lanciando pochi mesi fa la “Ceo Carbon Neutral Challenge” diretta a tutti i settori della moda per ridurre le emissioni di gas serra, oltre ad aver ottenuto già da qualche anno la certificazione ISO20121 per gli eventi sostenibili ed in questo caso le sfilate.
Ma non solo case di moda. Due artiste, Anna Nazaretskaia e Daria Elkina, in collaborazione con Acqua Foundation, hanno dato vita al progetto Alteration Space. L’obiettivo di questo progetto è quello di sensibilizzare le persone rispetto allo spreco dell’acqua che, come già detto in precedenza, avviene in enormi quantità nel settore della moda. L’idea delle due artiste è quella di creare un Virtual Clothing, una collezione di vestiti però in modo digitale. Gli utenti potranno scegliere degli outfit o dei semplici abiti e attraverso un fotomontaggio, Anna Nazaretskaia e Daria Elkina, faranno in modo di restituire all’utente, dietro un compenso volontario, una foto con gli indumenti selezionati. I ricavati serviranno per contribuire ad un progetto solidale per il Sud Sudan in collaborazione con Amref Health Africa – Italia.