Nuda di Annalisa: la potenza dell’essere imperfetti

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Di Redazione Metropolitan

Annalisa, immagine del booklet di Nuda

Nuda è il nuovo album di Annalisa, il settimo della sua carriera musicale. Un viaggio introspettivo che la cantante savonese affronta per regalare un nuovo pezzo di sé al pubblico che, da ormai 10 anni, la segue e ascolta la sua musica. Un disco maturo, una Annalisa che si offre senza filtri, nella sua totale interezza emotiva. I brani portano l’ascoltatore lungo un percorso in cui la cantautrice prende accompagna con mano, raccontando tratti di vita vera vissuta, attimi di felicità e di reale abbandono.

Nuda, il nuovo album di Annalisa: la sua costruzione

Un titolo evocativo e provocatorio. È proprio questo il senso di tutto il progetto discografico che Annalisa porta avanti da due anni. Il lavoro nasce dalla volontà di spogliarsi da ogni filtro, rendere evidenti le insicurezze, non prestando troppe attenzioni ai giudizi della gente.

Penso sia molto più difficile spogliarsi dei filtri, delle costruzioni, delle pose, piuttosto che dei vestiti. Penso sia importante osservarsi, farsi domande. Tutti noi siamo pieni di fragilità che pesano sulle nostre spalle e ci fanno sentire inadatti, inadeguati. Con questo album mi sento libera di svelare il mio lato più umano, più fragile.

Annalisa, Nuda

L’album è costituito da due lati, un chiaro riferimento al passato e alle musicassette, conosciute fino agli anni ’90. Una scelta precisa che Annalisa ha voluto inserire in Nuda: ognuno dei due lati rappresenta una parte della cantautrice. Il lato A rappresenta l’inizio del racconto al cui interno sono raccolti i brani con cui l’artista si sente più a suo agio, quelli più istintivi e necessari.

Dentro ritroviamo le prime tracce del disco, tra cui il singolo Tsunami, la title track Nuda, il duetto con J-Ax in Romantica. Nel lato B, invece, Annalisa ha racchiuso i brani che l’hanno portata a sperimentare di più e a entrare in mondi musicali diversi. Il lato più folle, giocoso, che ha tenuto dentro per diverso tempo e che adesso, arrivata ai 10 anni di carriera, ha deciso di esplorare. Qui ritroviamo i testi di Graffiti, D’oro, N.U.D.A in coppia con Achille Lauro.

Annalisa nel videoclip di Tsunami

Nuda, il racconto delle canzoni

La parola d’ordine per questo nuovo, settimo album di Nali è: libertà. Dai filtri, dalle pose blasonate, dalle frasi stucchevoli. Tutto questo si ritrova nei testi che la cantautrice ha scritto nel corso degli ultimi due anni. Un percorso personale, prima, musicale, poi. Tanti i duetti presenti, tra cui quello con J-Ax in Romantica, in cui viene raccontato come sia liberatorio uscire dalle logiche della visibilità a tutti i costi. Particolare importanza è data al genere femminile. Il ruolo della donna all’interno della società, l’idea di riuscire a bastarsi da sole e a uscire dagli stereotipi.

Tutti pensieri racchiusi in Principessa, dove la voce delicata e impeccabile di Annalisa si amalgama con quelle della rapper Chadia Rodriguez. Di particolare effetto il brano apripista dell’album, Nuda, che getta da subito le basi per un ascolto immediato e continuo. Anche altre due canzoni più intime, che raccontano pezzi di vita vissuta, come Cena di Natale e Bonsai. Infine, il singolo Tsunami che ha anticipato l’uscita del disco e che sembra la diretta continuazione de Il mondo prima di te, brano del penultimo album, Bye Bye. Con Tsunami Annalisa ci fa toccare con mano la voglia di raggiungere l’impossibile, di non porsi limiti troppo stretti, nemmeno nelle piccole cose.

Annalisa – Tsunami (Videoclip ufficiale 2020)

Un inno alla voglia di scoprirsi umani, sinceri, tormentati ma unici. Una scrittura autentica e originale, fatta di alcuni ritorni alle sonorità degli inizi e di numerosi omaggi all’elettronica. Una voce eterea e colma di sfumature che accompagnano per mano l’ascoltatore lungo tutte le 13 tracce di Nuda. Una scrittura attenta alle tematiche moderne e delicata. Nuda è il disco che più di tutti segna il passaggio all’età adulta della cantautrice. Annalisa non ha risparmiato nulla: leggerezza, riflessione, voglia di scardinare tabù e fragilità. “Che è molto più interessante”.

A cura di Maria Zanghì