Balthus, il pittore nel mezzo

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Di Martina Capitani

Scandalo e purezza, tempo e immobilità, infanzia e vecchiaia, surreale e reale, morale e immorale, bene e male: Balthus é il pittore che sta nel mezzo. Non potrebbe essere altrimenti per un uomo nato il 29 febbraio, la cui potenzialità di bloccare il tempo, era una caratteristica circoscritta solo ai suoi dipinti: il 18 febbraio 2001, ci lasciava Balthasar Kłossowski, l’autore che ha messo in croce la realtà.

Balthus : cristallizzare la bellezza

Balthus, "Thérèse Dreaming" (1938) - Photo Credits arte.it
Balthus, “Thérèse Dreaming” (1938) – Photo Credits arte.it

Come afferma Artaud, quello di Balthus è il tentativo di fare dell’arte un mezzo con il quale collocarsi “al di là della tomba del mondo“. Il soggetto principale delle tele di Balthus è l’attimo: un tempo dilatato, sospeso tra il punto in cui il soggetto è cambiato e da lì a breve cambierà.

Cristallizzate alla soglia della pubertà, le protagoniste delle tele di Balthus sembrano essere come lui sospese nel tempo: ragazze che sono state bambine, ma che invecchieranno e donne anziane che sono vive ma che moriranno.

Ho voluto avvicinarmi al mistero dell’infanzia, alla sua languida grazia dai contorni indefiniti. Ho cercato di dipingere il segreto dell’anima. Potrei dire che i miei lavori riguardano il passaggio all’età adulta, quel momento incerto nel quale l’innocenza è totale e presto lascerà il posto a un’altra epoca, più risolutamente sociale

Ciò che è bloccato e soggetto autentico dei suoi dipinti è la visione della bellezza. Una bellezza identificata come sessualità infantile, non ancora condizionata dal linguaggio razionale delle convenzioni, e per questo, una sessualità non corrotta dalle intenzioni della malizia. La visione della scena, accusata di pedofilia e per questo negata agli occhi del pubblico, vuole essere in realtà una visione libera dalle oppressioni della ragione. Questo sguardo dovrebbe comprendere l’accettazione del desiderio di quella purezza non ancora corrotta, ma questo non può avvenire nell’uomo civilizzato, educato a bloccare la sua libido per ragioni morali.

È dunque nel mezzo che si colloca Balthus, nella la sua capacità di mettere su tela ciò che desideriamo e respingiamo. In tal senso, in Balthus ritroviamo la trasposizione delle teorie sulla sessualità infantile di Freud, attraverso la messa in scena di quadri viventi che raffigurano i soggetti nella loro totale quotidianità, ma che vengono letti come uno scatto illecito del pittore pedofilo.

Il gatto: la chiave d’accesso

Nonostante la morte, Balthus è riuscito nel suo intento di sospendersi nel tempo, accanto alle sue protagoniste e l’ha fatto sotto le vesti di gatto. Così si rappresenterà Balthus nelle sue tele, come nel famoso “Autoritratto. Il re dei gatti” (1935) e sarà proprio il gatto la chiave d’accesso all’immaginario di Balthus. Il gatto, spesso rappresentato accanto alle giovani fanciulle, diventa l’alter ego dell’autore e colui che può accedere a quel mondo immaginario ma realisticamente rappresentato.

Solo attraverso gli occhi distanti ed inespressivi di un gatto, possiamo vedere la scena: lo spettatore deve essere libero dai condizionamenti e accettare il suo istinto.

Il surreale realismo di Balthus

Non si sa dire quanto la pittura di Balthus sia surrealista o realista. È difficile definire un’opera in cui la quotidianità si mescola con il sogno, la realtà con la trasposizione e i pensieri con le perversioni. La   pittura   di  Balthus rappresenta sicuramente lo spirito del tempo in cui viveva: come De Chirico, Magritte, Ernst, la pittura è il luogo sospeso tra il reale e il simbolo surreale.

Anticipando i tempi, la pittura di Balthus è sicuramente vicina al concetto di simulacro: con l’avvento del postmoderno, il simulacro mescola il principio di realtà con una copia che è simulazione, in modo tale che l’individuo non riscontra mai l’autenticità dell’esperienza, ma le riproduzioni di una realtà assente.

Se tematiche come il sogno, la liberazione e il perturbante, sono appartenenti tanto alla corrente surrealista quanto a Balthus, così non vale per la loro trasposizione. La sua pittura non è surreale, perché il desiderio proibito verso ciò che per convenzione non possiamo desiderare, sembra con Balthus, un dato appartenente alla realtà. L’es viene ritratto con un realismo determinante, dando forma al “perturbante” sospeso tra desiderio e repulsione.

Per questo motivo, le tele di Balthus possono essere guardate solo da un occhio di mezz’età, perché, esclusi dai quadri, al contrario di bambine e anziani, è proprio l’occhio del pubblico dell’uomo/donna di mezz’età, ad essere all’attenzione del pittore. Fedele alle teorie di Freud, Balthus cerca di replicare lo sguardo dell’uomo nel mezzo, il quale ha perso la sua ingenuità sessuale nel momento in cui la libido è stata sottoposta alle leggi del Super io, e potrà riconquistarla solo quando quell’ingenuità si ripresenterà nella vecchiaia.

Martina Capitani

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