Britney Spears è un’icona indiscussa dei primi anni 2000. È entrata nell’immaginario di tutti da quando l’abbiamo vista ballare, con innocente aria da scolaretta, nel videoclip della sua prima hit, …Baby One More Time. All’epoca aveva appena 17 anni. Poi nella vita di “Miss American Dream”, è successo di tutto. Al debutto nel pop con il classico look da brava ragazza della porta accanto, è seguito il desiderio di spogliarsi (anche letteralmente) di questa veste. E poi la difficile lotta per difendere la propria privacy. Gli amori sbagliati. Gli eccessi. Le cadute. La rinascita. Poi di nuovo il buio.

Tutto raccontato sui tabloid e nella sua musica, colma, fin dagli esordi, di tante (neanche troppo) velate richieste d’aiuto, che però sono state ignorate o sottovalutate. L’evoluzione di Britney Spears ricorda quella di tante altre giovani cantanti. Oggi, che di anni ne ha quasi 40, fa parlare di sé più per le drammatiche e complicate vicende personali che per la sua musica. Ma resta lei l’unica vera “Reginetta del pop”, com’è stata quasi da subito ribattezzata. Scopriamo perché, ripercorrendo insieme la vita e la carriera della cantante statunitense.

Britney Spears, la popstar venuta dal Mickey Mouse Club

Britney Jean Spears nasce a McComb, nello stato del Mississippi, il 2 Dicembre del 1981. È secondogenita di Jamie Parnell Spears e Lynne Irene Bridges. Fin da piccolissima, la futura popstar segue lezioni di danza, ginnastica e canto. I genitori incoraggiano le sue precoci abilità. Sale per la prima volta su un palco a soli 5 anni, quando canta in una recita all’asilo. Canta nel coro della chiesa. Vince diversi talent show per bambini. A 8 anni, la piccola Britney è accompagnata dalla madre sino ad Atlanta per la sua prima audizione. Si presenta a Disney Channel, per il programma “Mickey Mouse Club”.

Il direttore del casting la ritiene troppo piccola per essere scelta, ma il suo talento impressiona tutti i presenti. Così la bambina continua a studiare danza e canto e a 11 anni, dopo piccole parti tra tv e teatro, entra finalmente a far parte del Mickey Mouse Club. Tra i suoi colleghi, altre future star: Justin Timberlake (che diverrà uno dei suoi fidanzati più celebri), Christina Aquilera e Ryan Gosling. Chiusa la parentesi televisiva, nel 1997 Britney, tramite il suo manager, contatta più case discografiche. Tre su quattro rifiutano i suoi demo, sostenendo che il pubblico vuole delle band pop come i Backstreet Boys o le Spice Girls, e che non ci sarebbe stata un’altra Madonna. Le doti canore della giovane, impressionano invece, positivamente, i vertici dell’etichetta Jive Records.

Britney Spears, …Baby One More Time, videoclip ufficiale del singolo di debutto della cantante (1999)

Il debutto nel 1999, con “…Baby One More Time”

Britney è così affiancata al produttore Eric Foster, che punta su di lei perché “È molto raro ascoltare qualcuno che a quell’età riesce a trasmettere tante emozioni e che allo stesso tempo ha un tale appeal commerciale”. Dopo aver ascoltato il materiale realizzato per un mese, la Jive Records da il via libera per un album completo. La Spears inizialmente pensa di ispirarsi alla musica di Sheryl Crow. Ma ha solo 17 anni e pochissimo controllo sulle scelte artistiche. I produttori vogliono adottare uno stile più pop, che comunque consente alla giovane star di poter anche ballare. Nel 1998, Britney vola così a Stoccolma, per registrare metà del suo primo disco. La accompagnano i produttori Eric Foster e Max Martin, ovvero coloro che plasmano l’immagine di Britney agli esordi.

Il risultato delle registrazioni è …Baby One More Time, primo vendutissimo disco della popstar, pubblicato il 12 Gennaio 1999. L’album ottiene un successo mondiale, soprattutto grazie all’omonimo singolo di lancio. Da questo momento in poi, Britney diventa un fenomeno. Il successo di …Baby One More Time, è trainato soprattutto dal videoclip del primo singolo, che rende Britney l’adolescente più famosa e imitata dalle giovani di tutto il mondo. La chiave della sua popolarità, è data dalla vincente combinazione “bel faccino pulito” più “musica di facile ascolto”. Iniziano a girare persino voci su una presunta verginità della Spears, primo sintomo di quella morbosa attenzione verso il privato che non le darà più pace. Ben presto, diventa evidente che il look e i movimenti della nuova stellina del pop sono studiati nei minimi dettagli. Molto deriva da esigenze di marketing.

Britney Spears, videoclip ufficiale del singolo Oops!…I Did It Again (2000)

“I’m Not That Innocent”

Questo ruolo da lolita inizia a star stretto a Britney. Già nell’album successivo, mostra i primi segni di una ribellione. E anche di una certa insofferenza. Nel singolo Oops!…I Did It Again, la Spears canta di essere dispiaciuta di giocare (involontariamente) col cuore di un ragazzo. “Tu credi che io sia innamorata e che sia stata mandata dall’alto”, dice nel ritornello, “Ma non sono così innocente”. Nel videoclip di quest’altra hit mondiale, anche l’immagine della giovane inizia a cambiare. I capelli adesso sono più lunghi, sciolti e fluenti. La tutina rossa aderente fascia un corpo più formoso. La lolita sta diventando donna. E non si sente poi così fortunata, come canta in Lucky, brano autobiografico che parla di una giovane star la quale si domanda “Se non manca nulla nella mia vita, allora perché di notte scendono queste lacrime?”.

Una prima svolta decisiva nell’evoluzione di Britney arriva col terzo album, “Britney”, uscito nel 2001. Come chiarisce già il semplice titolo, quest’album è il primo più personale della cantante, quello su cui ha più controllo creativo. È lei che co-firma metà delle canzoni. Lo stacco dalla Britney dei primi due album si fa sempre più netto. E, forse non a caso, “Britney” non riesce a replicare il successo dei lavori successivi. La sensualità della 20enne è più esplicita, nei look come nei testi. Il pubblico e la critica sono un po’ spiazzati da brani come I’m Slave 4 You e dalla sonorità inedita della cover I Love Rock’ n’ Roll (cosa c’entra la reginetta del pop con il rock e gli indumenti di pelle?).

Britney Spears, videoclip ufficiale del singolo Overprotected (2001)

Britney Spears, il crollo psicologico del 2007

Nessuno intanto comprende che questo cambio di registro è molto di più di un semplice desiderio di stupire e sedurre. La popstar non riduce i centimetri di stoffa per puro gusto di trasgressione. Ci sta dicendo che è stanca di essere come gli altri la vogliono e che qualcuno la controlla ossessivamente. “Mi rendo conto di essere iperprotetta”, dice con la sua voce acuta ma aggressiva nel singolo Overprotected. Lo stesso tema è ripreso anche dopo, con brani come Piece Of Me o My Prerogative. E protetta, corretta e controllata, sfortunatamente, continuerà ad esserlo ancora. Non solo dai discografici e dai produttori. Anche dai paparazzi e dalla figura paterna. La corona di nuova reginetta del pop si farà troppo pesante. Al punto che Britney, per farla cadere, compirà, sotto gli occhi del mondo, un atto radicale e scioccante.

17 Febbraio 2007. Tutto il mondo è sconvolto da una Britney Spears coi capelli rasati a zero. L’immagine della popostar, quasi irriconoscibile, rimbalza su tutti i giornali e i siti internet. Questa data segna un punto di non ritorno. Com’è possibile che la popstar più famosa al mondo, da un giorno all’altro, abbia deciso di rasarsi a zero i capelli, da sola, in una parrucchieria di Los Angeles? Britney viene da anni molto difficili. Parallelamente a continui alti e bassi nella carriera, fidanzati famosi, videoclip, look e apparizioni tv memorabili, l’artista ha attraversato pesanti momenti nella vita (poco) privata.

Britney Spears, videoclip ufficiale del singolo Toxic (2011)

Le travagliate vicende personali e legali

Terminato in modo travagliato e plateale il rapporto col cantante Justin Timberlake (1999-2002), la Spears nel 2004 si sposa a Las Vegas con l’amico d’infanzia Jason Allen Alexander. Il matrimonio, però, è annullato dopo appena 55 ore, con un comunicato che afferma che la Spears “non era in grado di comprendere le sue azioni”. Nello stesso anno, si fidanza con il rapper e ballerino statunitense Kevin Federline. Si sposano e hanno due figli: Sean (nel 2005) e Jayden James (nel 2006). Nel 2006 la Spears chiede improvvisamente il divorzio, citando “differenze inconciliabili”. Nel 2007 Britney perde la custodia dei figli. Le ragioni del giudice non sono mai rivelate pubblicamente, ma la popstar è ritenuta incapace di intendere e volere, perché entra ed esce dalle cliniche di riabilitazione, per alcool, droga e depressione.

Costretta al TSO, la Spears, dopo aver perso la custodia dei figli, si vede ancora limitare la propria libertà e i propri diritti. Nel 2008, il giudice dichiara il padre Jamie Spears e il procuratore Andrew Wallet tutori temporanei della cantante, dando loro il completo controllo suoi beni di Britney. La donna riottiene la completa custodia sui figli solo nel 2015. Nel Novembre 2018, un nuovo crollo: un’operazione del padre, spinge Britney ad annullare il suo spettacolo a Las Vegas. Dopo due mesi di assenza dalle scene, si viene a sapere che Britney si sarebbe di nuovo ricoverata in una clinica di salute mentale, perché “devastata” per la malattia del padre.

Britney Spears, videoclip ufficiale del singolo Everytime (2003)

Nascita del movimento #freebritney

Ben presto si scopre che la situazione è ben più grave di quel che sembra. Grazie a fonti attendibili di persone vicine alla cantante, risulta che la Spears è stata costretta ad andare nella clinica di salute, perché aveva rifiutato di prendere dei medicinali per un presunto bipolarismo mai diagnosticato). Inoltre, viene alla luce che la tutela a cui Britney è sottoposta dal 2008, è molto più restrittiva di quel che si pensa. Per presunta “demenza” della figlia, il padre ne ha assunto il totale controllo, sul piano personale, finanziario e artistico. I fans della Spears iniziano a dar luogo a proteste contro la tutela abusiva del padre/padrone, lanciando sul web l’hashtag #FreeBritney e firmando petizioni on line.

Oggi sono ancora in corso varie battaglie legali. Una serie di documenti, ha chiarito che la cantante è vittima di una tutela abusiva e non necessaria, utilizzata dal padre e dalla business manager Lou Taylor per poter usufruire del suo patrimonio. Nell’ottobre del 2020, la Spears e il suo legale sono riusciti a licenziare Taylor e affidare il patrimonio della cantante a una società esperta, la Bessemer Trust Company. Britney non può comunque tornare a lavorare finché non si sarà liberata del padre. Questo gestisce anche i suoi profili social e le impedisce anche le più piccole cose, come uscire per una passeggiata o guidare la macchina. Anche se non potrà tornare ai momenti d’oro degli anni a cavallo tra ’90 e 2000, Britney resta ancora oggi l’unica vera “reginetta del pop”.

Britney Spears, videoclip ufficiale del singolo Work Bitch (2013)

Britney Spears, iconica e inimitabile

Nessuna presunta “erede” di Britney ha mai raggiunto il suo livello di popolarità e successo. Oggi sembra che spunti ogni giorno una nuova “Britney”, una nuova popstar. Ma nessuna, è nata e rimasta un mito come Britney. Complice certo anche la sua vita travagliata e sempre sotto i riflettori. Ma lei ha esordito quando non c’erano le agevolazioni di oggi, quali i social e le views su Youtube. E’ ormai iconica e indimenticabile la Britney che duetta col suo idolo, Madonna, con cui si scambia pure un bacio saffico, quando ancora farlo non era di moda. Così come è iconica la Britney che rinasce, dopo anni di buio, con tanti look diversi in videoclip come quelli di Toxic o Gimme More, dove libera tutta la sua carica erotica.

Inoltre ha dimostrato, tra mille difficoltà, di non essere solo bella e brava a ballare. La cantante ha anche innegabili doti di intrattenitrice. Ha ricevuto innumerevoli riconoscimenti. Ha pubblicato nove album in studio – sei dei quali hanno raggiunto la posizione numero uno nella Billboard 200 – contenenti alcune delle canzoni pop più influenti di tutti i tempi. Ha fatto qualche incursione nel cinema, firmato una linea d’abbigliamento e prodotto più di venti fragranze. Ha dato pure prova di grande maturità come autrice. Per esempio nella toccante ballad autobiografica Someday (I Will Understand), scritta quando aspettava il primo figlio: “Un giorno capirò quale piano ha dio per me, e lo vedrò finalmente nel mio bambino”. Tutti noi speriamo che al più presto Britney sia libera, dal piano di chiunque.

A cura di Valeria Salamone

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