Coronavirus, ecco la situazione attuale

Dai primi decessi ai nuovi contagi, cosa è successo in pochi giorni e come è cambiato il Paese. Coronavirus, ecco il bilancio attuale dello stato di avanzamento del virus e delle misure messe in atto per contrastarlo.

Coronavirus, sembrava scomparso, è nuovamente esploso.

Sembrano passati anni da quando, circa tre settimane fa, il Ministro Speranza ha ringraziato le ricercatrici dell’ospedale Spallanzani, capaci di isolare il virus e di aprire nuove frontiere per la lotta a questo nuovo male dell’anno. In tanti hanno tirato un sospiro di sollievo, si sono rassenerati, hanno smesso di leggere aggiornamenti costanti sull’evoluzione del virus.

Ci eravamo infatti fermati ai due cinesi in vacanza a Roma e ricoverati nel citato ospedale. I due, messi in quarantena, non hanno reso epidemico il virus nel nostro Paese anche grazie ai tempestivi interventi di prevenzione

Prevenzione, è stata questa la parola chiave. Sono stati limitati gli ingressi dalla Cina, sottoposti i viaggiatori a misurazione della temperatura. La situazione, per quanto drammatica, è subito parsa perfettamente gestibile. Così, lo stesso Premier, non ha esitato a complimentarsi con le istituzioni, gli ospedali, i medici e tutti gli addetti alla sicurezza.

Poi, proprio quando l’incubo stava per essere dimenticato, è diventato tremendamente reale. Due contagi, un morto. Il primo morto in Italia a causa del Coronavirus, il settantottenne Trevisan. Da allora, l’immediata ricostruzione dei rapporti di Trevisan per cercare di comprendere in ogni modo chi fosse ad averlo contagiato, così da prevenire ulteriori contagi.

Poi, abbiamo mosso i primi passi per trovare la soluzione e limitare i danni

Tuttavia, più si cercava il famoso paziente zero, più sono venuti a galla nuovi infetti. Nel giro di due giorni, L’Italia ha registrato più contagi di Coronavirus di quanti ce ne siano stati ad Hong Kong. Abbiamo inoltre scoperto che il bandolo della matassa era semplicemente un gatto che si morde la coda. Il manager conoscente di Trevisan, su cui erano piombati tutti i sospetti, non ha mai contratto il virus poichè, se anche lo avesse fatto in modo asintomatico, non ha sviluppato anticorpi relativi a questo. Quindi, si è smesso di parlare di paziente zero, perchè ciò non era più possibile o sufficiente.

A quel punto, abbiamo iniziato a riesumare un termine dal sapore medievale: i focolai. Ossia, un indeterminato numero di persone, circoscritte in un determinato spazio, da isolare e mettere in quarantena per prevenire o limitare un’eccessiva diffusione.

Inizialmente, sono stati indicati il comune di Vo’, poi quello di Codogno, poi un’altra decina di comuni. Troppi, tanto da suscitare l’irritazione dell’Oms che ha bacchettato l’Italia per non riuscire a scovare il luogo esatto e sopratutto le persone da cui sarebbe partito il contagio.

Coronavirus, non si sa precisamente da dove sia partito, non sappiamo dove arriverà.

Sono 229 i casi confermati alle 22:40 del 24 Febbraio. Di questi, la maggior parte si trova in Lombardia (178), poi in Veneto(27). A seguire Emilia (18), Piemonte (3), Lazio (3). Il numero delle vittime è per ora di sette persone, tutte in elevato stato di avanzamento d’età e/o con problemi di salute pregressi, di natura grave.

Segnalazioni da ogni regione(anche quelle prive di contagi) hanno confermato la corsa ai supermercati, alle mascherine e all’amuchina. Siamo passati da essere un Paese d’eccellenza per prevenzione e sanità, ad essere uno Stato problematico agli occhi di tutti. In primis, agli occhi dei nostri concittadini europei, i quali discutono di frontiere, di blocchi, di rimpatri e di quarantene per chi arriva dall’Italia.

Volendo trovare una metafora di attualità, siamo diventati noi i cinesi d’Europa, noi quelli che dovrebbero esser tenuti fuori dai confini. Ma non è soltanto il confine esterno ad agire, anche le regioni stanno attuando misure di precauzione, ciascuna a modo proprio. Risalta il caso della Basilicata, la quale prevede una quarantena forzata per chiunque arrivi nella regione e sia proveniente dal nord Italia e, più in particolare, dalle regioni in cui è maggiore il contagio.

Auterevoli virologi come il Dott.Burioni avevano denunciato in passato i rischi legati al sottovalutare il problema e oggi, con estremo equilibrio, invitano a non farsi prendere dal panico. Lo stesso Governo ha operato un’inversione di rotta clamorosa, dando una parvenza di estrema calma prima, un forte senso di smarrimento e pericolo adesso.

Coronavirus, le conseguenze tangibili

In ogni caso, per quanto non sia possibile sperare di contenere con certezza i casi fin quì registrati e anzi sia probabile il verificarsi di molti altri, è sicuramente valido il tentativo di tutta la nazione di impegnarsi e non sottovalutare più il pericolo. Senza farsi prendere dal panico o dall’isteria e ricordandoci che un isolamento ancora maggiore porterebbe conseguenze economiche e quindi anche umane, pari per gravità allo stato di avanzamento del virus.

Per il momento, le soluzioni più drastiche adottate dal Governo includono la sospensione dei grandi eventi sportivi, l’annullamento del carnevale di Venezia, la chiusura di scuole, cinema e teatri nelle aree più coinvolte e la limitazione degli orari per i locali notturni.

Nel mentre i cittadini sono divisi tra chi si chiede che senso abbia limitare gli spostamenti e isolare le persone, visto l’ormai elevato numero di contagi e contagiati non ancora venuti a galla e chi crede che le misure debbano essere ancora più drastiche, portando a un isolamento totale delle regioni più coinvolte dal resto del Paese. Non sappiamo chi ha ragione, ci limitiamo a riportare i fatti, segnalando come una situazione possa essere capovolta nel giro di pochi giorni. Se è successo in negativo, potrebbe succedere in positivo, a patto di stare uniti, divisi solo dalle quarentene.

Chi scrive questo articolo segnala che proprio oggi si trovava in un autobus a Roma. Ha starnutito e tutti lo hanno fissato. Nessuno, a giudicare dagli sguardi, ha pensato che quello starnuto fosse causato dal polline, anomalo in un clima anomalo e preoccupante. Tutti hanno probabilmente pensato alla cosa meno probabile ma in questo momento più temuta.